La scultura greca: dal periodo arcaico allo stile severo

grecia arcaica e classica

La scultura greca: dal periodo arcaico allo stile severo

La figura umana verso il movimento

Secondo il mito fu l’ateniese Dedalo, leggendario architetto del labirinto di Cnosso a Creta (vedi p. 54), a inventare la scultura ritraendo la figura umana. Nell’arte greca del VII secolo dalle piccole sculture in terracotta, bronzo o avorio si passa a statue in marmo a grandezza naturale, o persino più grandi.

Lo stile arcaico: il koùros e la kòre

Nel periodo arcaico (VII-VI secolo a.C.) le statue greche presentano figure frontali e rigide, con sguardo fisso e resa schematica del corpo. I volti sono inespressivi, anche se sembrano accennare al cosiddetto “sorriso arcaico”. Diffuse sono le sculture, destinate ad aree sacre, raffiguranti giovani in piedi di grandi proporzioni, alte fino a 2 metri: il koùros (koùroi al plurale) che in greco significa “ragazzo”, e la kòre (kòrai al plurale), cioè la “ragazza”.

I koùroi, come il Koùros attico (14), sono giovani nudi, con le braccia lungo i fianchi e i pugni chiusi, che accennano un passo con il piede sinistro leggermente avanzato, ma senza muovere nessun’altra parte del corpo. I capelli sono lunghi, acconciati in treccine. Alcune incisioni delineano l’anatomia: i pettorali, l’addome, l’inguine. Questo schema richiama la scultura egizia, ma la nudità completa è tipicamente greca e sarà un motivo costante attraverso i secoli.

Le kòrai indossano un chitone o un peplo, la veste tipica delle donne greche. Portano capelli lunghi, con raffinate acconciature. Tengono le braccia lungo i fianchi, ma talvolta sollevano una mano per reggere un oggetto. Sul marmo delle sculture veniva steso il colore: lo vediamo nella cosiddetta Kòre col peplo (15), che eccezionalmente presenta ancora evidenti tracce di pittura.

confronta

Confronta il Koùros attico con la statua del faraone Thumotsi III: trova le somiglianze e le differenze. L’influenza della scultura egizia sulle statue della Grecia arcaica è evidente, ma c’è un aspetto tipicamente greco, quale?

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Lo stile severo: il dio di Capo Artemisio

Nel V secolo, le vittorie militari sui Persiani per terra e per mare rendono i Greci consapevoli della loro superiorità e fanno crescere in loro forti sentimenti di identità nazionale. Tale orgoglio si riflette nell’arte: si abbandonano la frontalità, le ornamentazioni e la raffinatezza astratta derivate dai modelli egiziani e del Vicino Oriente, e si sceglie un linguaggio austero, con forme semplici ed equilibrate, che prende il nome di “stile severo” e che si sviluppa fino alla metà del secolo (480-450 a.C.).

Gli artisti studiano l’anatomia del corpo umano in movimento e al marmo preferiscono il bronzo, materiale più duttile e leggero che permette di rappresentare pose libere e naturali.

Uno dei capolavori di questo periodo è il cosiddetto Cronide di Capo Artemisio (16), uno dei pochi bronzi greci a noi pervenuti, trovato nel mar Egeo, al largo di Capo Artemisio nell’isola di Eubea.

Si tratta probabilmente di una divinità che ha perduto l’arma tenuta nella mano destra, pronta al lancio: potrebbe essere Zeus, padre degli dèi, con la folgore, oppure Poseidone, dio del mare, con il tridente, entrambi figli di Crono (da cui il nome “Cronide” dato alla statua). La figura, con le braccia protese in direzioni opposte all’altezza delle spalle, è rappresentata nell’attimo in cui si ferma per raccogliere le forze e prendere la mira. Le membra seguono uno schema a X e la posa bilanciata sembra bloccata in quell’attimo. La statua è stata probabilmente realizzata per essere vista da una posizione leggermente spostata rispetto a quella frontale, così da cogliere la dinamica del corpo in movimento, ma anche il volto nobile e autorevole del personaggio.

  ricorda
La scultura greca
  • Il periodo arcaico è caratterizzato da figure                                                           e                                                           , con lo sguardo                                                          
  • Lo “stile severo” usa il                                                           al posto del marmo e rappresenta il corpo in                                                          

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi