Simone Martini

gotico

l’artista

Simone Martini

Un’arte raffinata, fatta di linee eleganti e della preziosità dell’oro

Simone Martini nasce a Siena intorno al 1285. Sappiamo poco della sua formazione, ma è probabile che abbia imparato l’arte di dipingere dal capostipite della scuola senese, Duccio (vedi p. 186). Lavora a Siena, ma anche ad Assisi e a Napoli, e alla fine della sua carriera, famoso e stimato, si traferisce in Francia, ad Avignone, dove si trovava la corte papale e dove muore nel 1344.

La Maestà di Siena

Nel Palazzo Pubblico di Siena Simone Martini realizza un grande affresco raffigurante la Maestà (25). I santi, ciascuno dei quali ha un volto e un abito differente, compongono una processione ordinata che si staglia contro un cielo blu. Alcuni di loro reggono un tendone, che ombreggia il trono della Vergine.

Simone dimostra di amare moltissimo l’oreficeria: anche se in genere non si trovano inserti di metallo negli affreschi, qui le aureole, così come il trono, sono di lamina metallica decorata a punzoni, come se si trattasse di un dipinto su tavola.

Pittore di corte a Napoli

Dopo aver lavorato ad Assisi – dove conosce gli affreschi della bottega di Giotto – nel luglio del 1317 Simone è chiamato a Napoli dal re Roberto d’Angiò, che lo nomina cavaliere e gli assegna uno stipendio annuale: è un fatto importantissimo per capire il nuovo ruolo degli artisti nell’Italia del Trecento, che sono uomini di corte e non più semplici artigiani.

Per il re Simone Martini dipinge una tavola raffigurante San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d’Angiò (26): un grande dipinto, simile a una pala d’altare, che però tratta un tema politico come l’incoronazione di un re. Nella grande scena centrale compare un’assoluta novità: la raffigurazione di re Roberto, sul cui capo il fratello, da poco fatto santo, sta posando la corona, è uno dei primi ritratti sicuramente ispirati a un personaggio vivente e riconoscibile.

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Una raffinatissima Annunciazione

Ritornato in patria, Simone dipinge per la cattedrale di Siena l’Annunciazione (27), affiancata da due santi onorati a Siena che sono invece opera del cognato, Lippo Memmi (entrambi firmano la tavola sul gradino alla base).

Quest’opera ci permette di notare come l’arte di Simone sia diventata sempre più elegante e raffinata, grazie anche alla linea sinuosa con cui definisce i contorni delle sue figure. La Vergine sembra nascondersi dietro il mantello, quasi spaventata dal compito che le viene affidato, mentre l’arcangelo Gabriele, che ha appena fermato il suo volo – come indica il manto ancora svolazzante – le parla.

  ricorda
Simone Martini
  • A testimonianza della sua fama, riceve uno                                                           dal                                                          
  • La sua arte è raffinata: usa molto l’                                                           e disegna figure dalla linea                                                          

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi