Il fondamentalismo islamico
Il termine fondamentalismo indica un atteggiamento di integrale adesione a un corpo di testi religiosi e l’applicazione letterale dei loro dettami nella vita sociale e politica: perciò è detto anche integralismo. Quello islamico deriva da un’interpretazione letterale del Corano e dagli anni Settanta del Novecento in poi ha suscitato vasti movimenti di massa sia nel mondo sunnita sia nel mondo sciita, con l’obiettivo di realizzare la “guerra santa” contro gli infedeli (jihad) e di affermare il dominio della legge islamica (sharia).
La dissoluzione dell’Impero ottomano dopo la Grande guerra sancì anche la fine ufficiale del califfato, ossia del primato di un monarca sul mondo musulmano, segnandone un profondo trauma. Un primo movimento islamista fu costituito in Egitto, nel 1928, dai Fratelli musulmani, i quali predicavano la necessità di fondare uno Stato conforme alla legge islamica. Tuttavia, nei decenni successivi, all’interno del mondo arabo che si andava emancipando dal dominio coloniale, prevalsero forme di nazionalismo laico. Fu la rivoluzione iraniana di Khomeini, nel 1979, a istituire la prima Repubblica islamica, provocando un radicale mutamento dapprima all’interno del mondo sciita, poi in quello sunnita. Da allora, i gruppi estremisti islamici hanno fatto propria la prospettiva della lotta armata, ricorrendo al terrorismo (spesso a quello suicida delle “operazioni martirio”) per destabilizzare i regimi nemici e scuotere le opinioni pubbliche occidentali.