FONTI - Il Manifesto di Ventotene

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Il Manifesto di Ventotene

La Seconda guerra mondiale acuì la crisi dello Stato nazionale di tipo ottocentesco, sollevando la necessità di una nuova definizione della società e della sovranità statale. In seno alle diverse correnti di opposizione armata al nazismo e al fascismo, dalla Polonia alla Francia, dal Belgio alla Cecoslovacchia, dall’Italia alla Iugoslavia, emerse anche un pensiero politico teso alla revisione profonda della dottrina dello Stato nazionale sovrano. La posizione più coerentemente e dichiaratamente federalista fu espressa dal celebre Manifesto di Ventotene, il cui titolo è propriamente Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto, redatto nell’inverno del 1941, da Altiero Spinelli e da Ernesto Rossi, in collaborazione con Eugenio Colorni durante la loro prigionia nel carcere dell’isola ponziana.

[...] L’ideologia dell’indipendenza nazionale è stata un potente lievito di progresso; ha fatto superare i meschini campanilismi1 in un senso di più vasta solidarietà contro l’oppressione degli stranieri dominatori; ha eliminato molti degli inciampi che ostacolavano la circolazione degli uomini e delle merci; ha fatto estendere [...], alle popolazioni più arretrate, le istituzioni e gli ordinamenti delle popolazioni più civili. Essa portava però in sé i germi del nazionalismo imperialista, che la nostra generazione ha visto ingigantire fino alla formazione degli Stati totalitari ed allo scatenarsi delle guerre mondiali.

La nazione non è più ora considerata come lo storico prodotto della convivenza degli uomini, che, pervenuti, grazie ad un lungo processo, ad una maggiore uniformità di costumi e di aspirazioni, trovano nel loro stato la forma più efficace per organizzare la vita collettiva entro il quadro di tutta la società umana. È invece divenuta un’entità divina, un organismo che deve pensare solo alla propria esistenza ed al proprio sviluppo, senza in alcun modo curarsi del danno che gli altri possono risentirne. La sovranità assoluta degli stati nazionali ha portato alla volontà di dominio sugli altri e considera suo “spazio vitale” territori sempre più vasti che gli permettano di muoversi liberamente e di assicurarsi i mezzi di esistenza senza dipendere da alcuno. Questa volontà di dominio non potrebbe acquietarsi che nell’egemonia dello stato più forte su tutti gli altri asserviti.

[...] Il problema che in primo luogo va risolto [...] è la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani. [...] La linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo centrale della lotta, quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale [...], e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale.


Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Il manifesto di Ventotene, Mondadori, Milano 2006

Storie. Il passato nel presente - volume 3
Storie. Il passato nel presente - volume 3
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