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Falce e martello

La rivoluzione bolscevica comportò la nascita di un universo simbolico che rispecchiava l’immaginario utopico dei suoi sostenitori e la loro aspirazione a una rigenerazione sociale. Questo fenomeno fu incoraggiato dagli stessi dirigenti rivoluzionari, consapevoli dell’importanza che simboli, bandiere e inni avevano nella mobilitazione delle masse.

Storia di un simbolo

Il primo simbolo bolscevico, approvato nell’aprile 1918, era la spilla dell’Armata rossa: su disegno di un artista sconosciuto, erano stati incrociati un martello e un aratro all’interno di una stella rossa. Si intendeva così celebrare l’alleanza di operai e contadini che aveva reso possibile la rivoluzione socialista. La stella rossa, che non aveva precedenti nella tradizione socialista russa, si caricò ben presto di significati mistici, rappresentando una sorta di “luce della verità” contro i nemici del popolo.

Sempre nell’aprile 1918 fu bandito un concorso per scegliere il simbolo ufficiale dello Stato. Il vincitore fu uno sconosciuto artista di Pietrogrado, il quale aveva proposto un disegno che includeva, oltre alla falce e al martello, una spiga di grano, un sole nascente e una spada. Nello stesso periodo Evgeny I. Kamzolkin, fotografo, decoratore e artista, disegnava il simbolo di falce e martello per un poster celebrativo della festa del 1° Maggio 1918.

L’evoluzione del disegno e i suoi significati

Questi simboli accesero però una disputa, perché Lenin rifiutava di inserirvi la spada: «Questo non è il nostro simbolo, e la guerra non è la nostra politica». Eliminata la spada, la spiga fu trasformata in un covone di grano e furono aggiunte volute di ascendenza classicheggiante. Nel luglio 1918 il simbolo fu ufficialmente approvato dal V Congresso dei soviet e dall’agosto 1918 la falce e il martello furono inseriti nella bandiera rossa sovietica.

I significati del simbolo ufficiale sovietico erano dunque complessi e stratificati: la falce e il martello rimandavano al lavoro nei campi e nelle officine; lo slogan «Proletari di tutto il mondo, unitevi!» esprimeva la tensione internazionalista del comunismo; il sole nascente annunciava la promessa di un “nuovo giorno”; il covone di grano simboleggiava la prosperità.

Una fortuna senza tempo

Nel tempo, il simbolo sovietico ha subito una diffusione globale e una progressiva stilizzazione, fino alla moderna rielaborazione creata da Andy Warhol, padre della Pop art. Durante un viaggio a Roma, nel 1972, egli notò che lo spazio pubblico era popolato da una grande quantità di simboli comunisti, traendone ispirazione per una serie di serigrafie e incisioni chiamate Hammer and Sickle (“Martello e falce”, con significativa inversione) in cui trasfigurava il simbolo, lo privava della sua valenza politica e ideologica originaria e lo mostrava come oggetto da contemplare o come merce da comperare.

Storie. Il passato nel presente - volume 3
Storie. Il passato nel presente - volume 3
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