FENOMENI - Gli ateliers nationaux

  fenomeni

Gli ateliers nationaux

L’organizzazione degli ateliers

Louis Blanc aveva teorizzato gli ateliers sociaux (“fabbriche sociali”) già nel 1839, ispirandosi agli ateliers de charité (“fabbriche di carità”) di antico regime e immaginandoli come cooperative di operai cui lo Stato doveva fornire il capitale d’avviamento. Una volta nato il governo provvisorio, gli ateliers furono aperti il 27 febbraio 1848 e, fino alla chiusura circa tre mesi dopo, impiegarono nel complesso oltre 100 000 disoccupati in una vasta gamma di attività produttive e opere pubbliche (edilizia, costruzione di ferrovie e strade, manutenzione del verde pubblico e così via).

L’organizzazione degli ateliers era mutuata dal mondo militare: gli operai, che diventavano automaticamente membri della Guardia nazionale, venivano “reclutati” nei rispettivi quartieri e distribuiti in squadre di 11 uomini affidate a un responsabile. A seguire, 5 squadre formavano una brigata, 4 brigate una luogotenenza e 4 luogotenenze una compagnia, tutte sottoposte a capi nominati dal direttore della fabbrica.

Anche la disciplina era molto rigida. Agli operai, che lavoravano dalle 6.30 alle 18, erano garantiti salari dignitosi e diversificati in base al grado, due pause pasto, assistenza medica, sussidi per i più poveri e indennità in caso d’infortuni, d’altra parte però svolgevano mansioni spesso non affini alle loro competenze, la loro presenza era verificata mediante appelli, ogni allontanamento era sanzionato (con un’ammenda, la perdita della giornata o la radiazione in caso di due giorni di assenza consecutivi) e di fatto lavoravano in media un giorno su quattro (ma gli altri 3 percepivano un’indennità) per l’impossibilità di impiegare quotidianamente tutti i disoccupati presentatisi (6000 a metà marzo e già 117 000 a fine aprile).

La fine di una breve esperienza

A decretare la fine degli ateliers non furono tanto i costi (pesavano per circa l’1% sulla spesa pubblica), quanto l’incapacità di garantire lavoro a tutti, gli orientamenti liberisti della maggioranza moderata eletta ad aprile e soprattutto i suoi timori per la penetrazione delle idee socialiste in simili assembramenti di lavoratori, comunque insoddisfatti e concentrati nelle grandi città: a giugno un decreto emanato dal nuovo governo costrinse gli operai ad arruolarsi nell’esercito o a trovare lavoro in provincia. Si chiudeva così la breve esperienza degli ateliers.

Storie. Il passato nel presente - volume 2
Storie. Il passato nel presente - volume 2
Dal 1715 al 1900