Per riprendere il filo…
Nel corso del Settecento diversi sovrani europei avevano risposto agli stimoli dei pensatori illuministi intraprendendo progetti di riforma. Nella Francia ferita dalla Guerra dei Sette anni, sotto Luigi XV e Luigi XVI, furono tentate varie riforme (revisione delle spese di corte, tasse più alte per i proprietari terrieri, riduzione dei privilegi nobiliari, stimoli per la libera circolazione delle merci) ma gli esiti furono altalenanti e spesso lontanissimi da quelli sperati: ai fallimenti di questi progetti si aggiunsero anche problemi di approvvigionamento per i ceti meno agiati, che finirono per inasprire le tensioni sociali. Nel frattempo l’Inghilterra, contraddistinta fin dal Seicento da un sistema politico maggiormente centrato sul parlamento, era stata interessata da una sostanziosa crescita demografica e dalle prime importanti trasformazioni del sistema industriale: l’immenso Impero britannico messo in piedi nei secoli precedenti fu tuttavia minato dalla ribellione dei coloni nordamericani, che riuscirono a ottenere la loro indipendenza. Fu proprio la rivoluzione americana ad avere un grande impatto sull’opinione pubblica europea, incontrando il pieno consenso di coloro che intendevano mettere in discussione la legittimità dei regimi monarchici al fine di sovvertirli.