Per riprendere il filo…
Alla metà del XVIII secolo gli inglesi controllavano 13 colonie lungo la costa atlantica del Nuovo Mondo, che ospitavano più di 2 milioni di abitanti. A differenza dei francesi (propensi ad affermare una presenza più commerciale che stanziale, fatta eccezione per gli insediamenti lungo le coste del fiume San Lorenzo in Québec), i sudditi della corona inglese avevano creato nuove comunità cambiando radicalmente la fisionomia del territorio dal punto di vista sia economico sia politico. I britannici erano stati spinti a migrare dal desiderio di una vita più agiata, ma anche da motivazioni religiose, in quanto critici verso i precetti della Chiesa anglicana, giudicata troppo vicina a quella cattolica. Avevano stabilito rapporti controversi con le popolazioni native, oscillando fra conflittualità e collaborazione. La Guerra dei Sette anni (1756-63) segnò la sconfitta della Francia che fu costretta a cedere la parte settentrionale del continente americano, lasciando il controllo del territorio agli stessi coloni inglesi. Il rapporto di questi ultimi con la madrepatria, pur non essendo privo di conflittualità, sembrava fondarsi su equilibri stabili.