T3 - Il confucianesimo logistico che cambia il mondo

T3

Il confucianesimo logistico che cambia il mondo

Giorgio Grappi, Limes, Cina-Usa. La Sfida, 2017

Le nuove vie della seta non sono solo un grandioso piano infrastrutturale, ma anche la trasposizione geopolitica delle logiche organizzative che dirigono il commercio globale, in ossequio a quelle neoliberiste. La geopolitica dei corridoi. Le incognite sociali.

1. A fine 2013, con due interventi pubblici all’Università Nazarbaev di Astana e al parlamento di Giacarta, il presidente cinese Xi Jinping annunciava, per la prima volta in modo esplicito e sistematico, la strategia cinese di costruire una rete di corridoi infrastrutturali transasiatici per velocizzare e rendere stabili le rotte marittime e terrestri che collegano la Cina all’Europa, all’Africa e al resto del mondo. Un’iniziativa nota come “nuove vie della seta”, “Una Cintura Una Via” o Belt and Road Initiative (Bri nell’acronimo inglese). Ai discorsi di Xi avrebbe fatto seguito la pubblicazione da parte dell’agenzia di Stato Xinhua di una mappa, alquanto generica, del piano e di un documento ufficiale del governo cinese intitolato Vision and Actions on Jointly Building Silk Road Economic Belt and 21st Century Maritime Silk Road, nel quale sono forniti dettagli sull’impianto generale del progetto e sono affermate le priorità di cooperazione e coordinamento per promuovere la connettività delle infrastrutture, un commercio senza ostacoli, l’integrazione finanziaria e il rafforzamento dei legami people to people.

In questi anni la Bri è divenuta onnipresente nell’iniziativa politica cinese, finendo per costituire l’ossatura retorica di una “diplomazia delle infrastrutture” che promette vantaggi a chi voglia parteciparvi. Il discorso ha una certa efficacia, tant’è che la Bri è ormai un riferimento utilizzato in misura crescente da numerosi attori locali, nazionali e regionali al fine di legittimare importanti investimenti e scelte strategiche. […]

2. Commentando l’importanza raggiunta dalla Cina nella produzione di container, gru, navi e infrastrutture, la geografa Deborah Cowen ha sostenuto che il paese incarna un nuovo tipo di «impero logistico». La categoria, che per Cowen ha un significato soprattutto descrittivo, può essere qui forzata: essa porta infatti a domandarsi in che senso si possa parlare di “impero” a fronte delle trasformazioni introdotte dalla logistica su scala globale. Essa mostra anche come l’appellativo di “fabbrica del mondo”, che ha a lungo determinato l’immagine di un luogo di produzioni a basso costo e politicamente dipendenti dalle economie più avanzate, non riesca più a cogliere le dinamiche di trasformazione cinesi. […]

Le nuove vie della seta appaiono espressione di dinamiche più profonde, che vedono emergere su scala mondiale una nuova centralità politica della logistica. Centralità osservabile nella politica dei corridoi.

Per affermare la Bri, la Cina ricorre infatti ai linguaggi, all’immaginario e al modus operandi della logistica, proponendo al mondo di unirsi intorno a una politica transnazionale dei corridoi nella quale i conflitti non saranno eliminati, ma saranno di tipo diverso rispetto a quelli dello scontro tra potenze. Saranno i conflitti di un mondo in cui lo sviluppo asimmetrico avviene lungo direttrici transnazionali, la cui “territorialità” non coincide con gli spazi delimitati dagli Stati nazionali, ma si snoda lungo le estese aree d’influenza delle “cinture” e delle “vie”. Le dinamiche geopolitiche regionali e la pressione esercitata dalla sovraccumulazione cinese non devono dunque spingere a sottostimare le importanti novità prodotte dalla rivoluzione logistica globale e il loro impatto sulla Bri.

La logistica in senso stretto è spesso associata a specifiche funzioni dell’organizzazione aziendale volte a coordinare vendite, acquisti e attività produttive «al fine di assemblare e distribuire i giusti prodotti, nella giusta quantità, nel posto giusto e nelle condizioni giuste» in base agli obiettivi dell’impresa. Essa rappresenta tuttavia qualcosa in più. Se con “rivoluzione logistica” si fa riferimento a quell’insieme di trasformazioni che hanno coinvolto il mondo dei trasporti e della distribuzione fisica nella seconda metà del Novecento, i processi di standardizzazione e la progressiva “containerizzazione” hanno portato alla formazione di catene produttive e di approvvigionamento globali il cui funzionamento influisce sull’organizzazione materiale dello spazio. Intorno alla costruzione delle infrastrutture, alla definizione di protocolli operativi e agli imperativi funzionali che seguono i principi della multimodalità e dell’interoperabilità, si è nel tempo sedimentato un campo di conoscenze tecniche e di necessità operative che sfuggono al controllo esclusivo degli Stati, per coinvolgere un insieme di attori pubblici e privati che fanno oggi della logistica una delle principali fonti di trasformazione dei regimi giurisdizionali e di produzione politica dello spazio.

La pressione trasformativa della logistica produce così un paradosso geoeconomico, poiché favorisce dinamiche sia di deterritorializzazione che di riterritorializzazione rispetto all’ordinamento internazionale e ai rapporti geopolitici. Attraversando uno spazio denso di stratificazioni e contenuti politici, le operazioni logistiche – che includono tutto quanto rende possibile dal punto di vista materiale, amministrativo, finanziario e informativo la circolazione – intervengono in modo duplice: penetrano nel territorio mettendone in tensione l’organizzazione e danno origine a forme organizzative particolari attraverso la creazione di “spazi infrastrutturali” stratificati.

3. Le dinamiche di cooperazione e di competizione riorientano discussioni e decisioni sulla base degli imperativi della crescita e dell’integrazione dei mercati, alimentandosi della razionalità operativa della logistica. Questo riorientamento spinge in misura crescente gli attori internazionali ad agire facendo riferimento a griglie concettuali organizzate intorno alla figura del corridoio, piuttosto che a quella territorialmente coesa dei confini nazionali. Lungo i corridoi, la capacità dei principi operativi della logistica (quali l’intermodalità, l’interoperabilità e il supply chain management) di mettere in comunicazione sistemi di regole, procedure e assetti giuridici diversi si articola in interventi che superano la matrice tecnica, per diventare principio d’organizzazione politica.

Possiamo riassumere l’emergere di una politica dei corridoi intorno ai seguenti elementi: la definizione di una rete centrale che ne costituisce l’ossatura; la creazione di corpi misti per la realizzazione e la governance degli spazi coinvolti; la definizione di regolamenti interni, pratiche gestionali e standard comuni; la formazione e il collegamento di diversi assetti amministrativi; la definizione di un’influenza diretta e indiretta sulle regioni coinvolte; la messa in sicurezza dei siti strategici; la produzione di un discorso a sostegno dei progetti previsti, per coinvolgere nella loro realizzazione un’ampia gamma di soggetti pubblici e privati.

Le nuove vie della seta si collocano all’interno di queste trasformazioni, di cui condividono priorità operative e narrazione, come si evince da un passaggio del summenzionato documento Vision and Actions: «Dobbiamo migliorare la divisione del lavoro […] incoraggiando l’intera catena industriale e le industrie collegate a svilupparsi in modo concertato. […] Dobbiamo esplorare nuovi modi di cooperazione negli investimenti, lavorando insieme per costruire ogni forma di parco industriale – come per esempio zone di cooperazione economica e commerciale, zone di cooperazione economica transfrontaliere, e promuovere lo sviluppo di distretti industriali. […] Sulla base del rispetto della sovranità e delle preoccupazioni di sicurezza reciproche, i paesi lungo la Bri devono migliorare passo dopo passo la connettività dei loro piani di costruzione d’infrastrutture e degli standard tecnici, facendo avanzare in modo coordinato la costruzione di corridoi di transito internazionali e formando una rete d’infrastrutture che colleghi le subregioni dell’Asia, e l’Asia stessa con Europa e Africa».

Nella traduzione cinese, la politica dei corridoi diventa il fondamento di un nuovo tipo di egemonia politica nel nome della cooperazione. La Bri propone una sorta di confucianesimo logistico nel quale la “società armoniosa” e il principio del weiwen (il mantenimento della stabilità), annunciati da Hu Jintao (predecessore di Xi), sono oggi traghettati verso il sogno di un mondo privo di attriti. Un sogno in continuità con il processo di torsione neoliberale dello Stato, in cui «il motore capace di promuovere la trasformazione dei meccanismi statali e la riforma del sistema legale non [è] più la “società”, bensì i mercati interni ed esteri».

L’apparente assenza di valori normativi nell’iniziativa cinese lascia tuttavia aperta la questione del tipo di società promossa attraverso la sintesi logistica tra dinamiche globali e processi territoriali. Infatti, l’impatto della Bri e più in generale della politica dei corridoi non è limitato alla proiezione internazionale. Al contrario, sta già modificando l’organizzazione spaziale e politica dei paesi coinvolti, inclusa la Cina, attraverso un rapporto tra crescita industriale, coesione territoriale e forme dell’appartenenza molto diverso da quello prodotto durante le fasi d’industrializzazione della prima metà del secolo scorso. Si tratta di processi che legano indissolubilmente le dinamiche transnazionali dell’economia e della produzione con i processi di trasformazione regionale e locale. Occorre pertanto aggiornare le categorie analitiche sia della geopolitica che della politica.

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COMPRENSIONE DEL TESTO

Dopo un’attenta lettura del testo, rispondi alle domande.


a. Che cosa si intende con l’espressione “impero logistico”? (massimo 10 righe)












b. Che effetto ha l’istituzione di corridoi logistici negli equilibri politici dei territori attraversati? (massimo 10 righe)












c. Dopo un’attenta lettura del testo, rispondi alle domande.











 >> pagina 656 

ANALISI E RIASSUNTO

Riassumi il contenuto del testo dell’autore indicando gli snodi del suo ragionamento. Puoi aiutarti compilando la seguente scheda di sintesi.


  Il confucianesimo logistico che cambia il mondo
Problema

 

 

Tesi

 

 

Antitesi

 

 

Argomenti a favore della tesi

 

 

COMMENTO

Partendo da una breve contestualizzazione storica delle funzioni della prima via della seta, cerca di tracciare un profilo di confronto tra la vecchia e la nuova via commerciale. Puoi utilizzare queste e altre domande come tracce del confronto: quali merci viaggiavano nel Medioevo e quali viaggiano oggi? Come sono cambiati i mezzi di trasporto? Come è cambiato, da un punto di vista geopolitico, lo spazio attraversato dalla via della seta?

Storie. Il passato nel presente - volume 1
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