L’interrogatorio di Giovanna d’Arco
Il 23 maggio 1430 Giovanna d’Arco fu catturata dai Borgognoni e ceduta per 10 000 lire tornesi agli inglesi. Fu sottoposta a due processi e in entrambe le occasioni fu condannata: la prima volta come eretica, la seconda come eretica relapsa, ossia come recidiva, per essere caduta di nuovo nell’errore (si era vestita, in carcere, con abiti maschili). Il 30 maggio 1431, condannata amorte, fu arsa viva nella piazza del mercato di Rouen. Dal processo, condotto dal vescovo titolare di Beauvais, Pierre Cauchon, sono tratti due brani relativi al primo e secondo giorno di interrogatorio (21 e 22 febbraio 1431): si tenne in lingua francese, ma la redazione è scritta in latino. 25 anni dopo, un nuovo processo annullò il precedente e riabilitò Giovanna. Fu proclamata santa nel 1920 da Benedetto XV.
E dunque, avendo prestato giuramento in questo modo, Giovanna fu interrogata da noi sul suo nome e cognome. Al che rispose che dalle sue parti era chiamata Jeannette, e che, dopo essere venuta in Francia1, viene chiamata Jeanne. Il suo cognome, invece, diceva di non saperlo. Di seguito interrogata sul luogo di origine rispose che era nata nel villaggio di Domrémy, che è unito con il villaggio di Greux, e che a Greux si trova la chiesa principale. Interrogata allo stesso modo sul nome del padre e della madre, rispose che suo padre era chiamato Jacques Darc e sua madre Isabella. […] Ancora, interrogata sulla propria età, rispose che, per quanto le sembrava, doveva avere quasi diciannove anni. Disse inoltre che sua madre le aveva insegnato il Pater noster, l’Ave e il Credo, e che non aveva imparato la fede da nessun altro che da sua madre. […] Terminate queste cose, noi vescovo predetto2 proibimmo alla predetta Giovanna di lasciare senza nostra licenza il carcere a lei assegnato nel Castello di Rouen, sotto pena di essere accusata del crimine di eresia. Lei invero rispose che non accettava questa proibizione […].
Interrogata se in gioventù aveva imparato qualche mestiere, disse di sì: cucire i panni di tela e filare, e non temeva il confronto con nessuna donna di Rouen nel filare e cucire […]. Ancora, interrogata se si confessava dei suoi peccati ogni anno, rispose di sì, dal proprio parroco […]. E riceveva il sacramento dell’Eucarestia alla festa di Pasqua […]. E inoltre dichiarò che, quando aveva tredici anni, ella ebbe una voce da Dio per aiutarla a governarsi. E la prima volta ebbe una gran paura. E quella voce venne quasi a mezzogiorno, d’estate, nell’orto di suo padre, e Giovanna non aveva digiunato il giorno prima3. Sentì la voce sul lato destro, verso la chiesa, e la sente di rado senza che vi sia anche un chiarore. E quando Giovanna veniva in Francia, sentiva spesso quella voce. Interrogata su come faceva a vedere questo chiarore che diceva esserci, se questo chiarore si trovava su un lato, non rispose nulla ma passò ad altro. Disse invece che se lei si trovava in un bosco, udiva bene le voci che venivano da lei. Disse anche che le sembrava una voce degna, e che credeva che questa voce fosse stata inviata da Dio, e che dopo aver udito la voce per tre volte, aveva capito che era la voce di un angelo. Disse anche che quella voce l’aveva sempre custodita bene e che lei quella voce la capiva bene4. Interrogata su quale insegnamento le dava quella voce per la salvezza dell’anima, rispose che le aveva insegnato a comportarsi bene, a frequentare la chiesa, e che aveva detto a Giovanna che era necessario che la stessa Giovanna venisse in Francia. La predetta Giovanna aggiunse che chi la stava interrogando non avrebbe saputo da lei, per quella volta, sotto quale forma le era apparsa quella voce. Inoltre dichiarò che quella voce le diceva due o tre volte a settimana che era necessario che Giovanna partisse e venisse in Francia, e che suo padre non aveva mai saputo della sua partenza. Disse anche che quella voce le diceva di venire in Francia, e che non poteva più rimanere là dove si trovava, e quella voce le diceva anche che lei avrebbe fatto togliere l’assedio posto alla città di Orléans.
Procès de condamnation de Jeanne d’Arc, I, II, a cura di P. Tisset, Y. Lanhers, Parigi 1960-1971, trad. T. di Carpegna Falconieri.