ANALISI D'OPERA - Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo

Analisi D'opera

Eugène Delacroix

La Libertà che guida il popolo

  • 1830
  • olio su tela, 235x260 cm
  • Parigi, Museo del Louvre

Le torri della cattedrale di Notre Dame visibili in lontananza permettono a Delacroix di definire con una certa precisione la posizione geografica delle barricate e di mostrare come tutta la città di Parigi fosse coinvolta nella rivolta. La concitazione è resa con teatralità tale che sembra quasi di sentire urla e spari.


Il giovane con la tuba è uno dei pochi volti davvero definiti del dipinto, tanto da ipotizzare che si tratti di un ritratto dell’artista stesso: inserendosi nella scena dimostra di approvare le ragioni della rivolta.

La Libertà che guida il popolo è un dipinto di quasi tre metri di base che Delacroix presenta al Salon del 1831 come diretta e orgogliosa testimonianza di quanto accaduto l’anno precedente. Tra il 27 e il 29 luglio del 1830 il popolo di Parigi si sollevò contro il governo di Carlo X, il successore di re Luigi XVIII che, insediatosi nel 1824, aveva imposto un governo di stampo totalitario, intollerabile per i parigini. Questi infatti si ribellarono violentemente nel corso dell’insurrezione nota come le “tre gloriose giornate”.

Descrizione

Come nel Massacro di Scio, l’artista dispone le figure secondo una forma piramidale, in cui ancora una volta l’azione si svolge nella parte superiore. La base del dipinto è occupata da alcuni cadaveri riversi a terra, resi con estrema verosimiglianza e persino con una raffigurazione forte della morte che in precedenza Delacroix aveva eluso nelle sue opere. Gli incarnati sono verdastri, poiché la vita ha abbandonato i corpi da tempo; uno di loro è seminudo, perché vittima di sciacallaggio in una Parigi ridotta allo stremo. Una donna con il berretto frigio e il seno scoperto, l’allegoria della Libertà, volge lo sguardo al popolo che la segue. Avanza scalza, leggermente sovradimensionata rispetto al resto delle figure, impugna un fucile nella mano sinistra e alza fieramente la bandiera francese con la destra. Il blu, bianco e rosso del tricolore ricompaiono strategicamente in altri punti del dipinto: nella figura a carponi ai piedi della Libertà, nella divisa del soldato steso a terra e persino nella fusciacca in cui è infilata la pistola del giovane popolano a sinistra. 

Forma, funzioni e idee

Con buona probabilità il torso ben tornito, quasi scultoreo, della Libertà, è ispirato dalla Venere di Milo, che viene scoperta nel 1820 ed esposta al Louvre fin dall’anno seguente. Attraverso il rimando alla scultura classica, la cui idealità funge da filtro, Delacroix propone per la prima volta, e in un dipinto ufficiale, un nudo femminile moderno. Non esente da una certa demagogia, l’artista ritrae in questo frammento di rivolta tutte le fasce della società francese: la Libertà guida il popolano con la camicia sgualcita, il giovane militare e il borghese con la tuba in testa.
Salvo pochi volti ben definiti, Delacroix lascia le figure quasi abbozzate, scelta che contribuisce a dare un’idea di mescolanza sociale. La folla si confonde in una massa magmatica in cui ognuno può immedesimarsi nella lotta comune per la restituzione dei diritti violati.

CONFRONTI E INFLUENZE

Il calzino, infilato al piede destro del soldato sdraiato in primo piano, unico e per di più bucato, spinge il dipinto verso soluzioni realiste e, al pari dello stesso dettaglio nella Zattera della Medusa ( p. 57), ne accentua la drammaticità.

GUIDA ALLO STUDIO
Eugène Delacroix
  • Pittore francese
  • Influenza della tradizione rinascimentale e della pittura paesaggista di Constable
  • Estrema attenzione alla gamma cromatica: colori per lo più terrosi e toni sfumati
  • Rappresentazione di soggetti tratti dalla storia
  • Dopo il viaggio in Marocco del 1832: accenti esotici, contrasti luminosi e più brillanti

Contesti d’arte - volume 3
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