Unità 2 Il Romanticismo

Le coordinate dell’arte

Limiti cronologici del Romanticismo 

In via estremamente generica e semplificata si può affermare che il Romanticismo ha operato il superamento del razionalismo analitico illuminista in direzione di una nuova sensibilità più incline all’emozione, all’intuizione, alla fantasia e alla libertà. Sebbene nei primi anni dell’Ottocento gli artisti romantici fossero apertamente in contrasto con la poetica neoclassica, è bene sottolineare come alcune delle sue istanze di base abbiano iniziato a prendere corpo già alla metà del Settecento, contemporaneamente quindi al Neoclassicismo. Durante il periodo napoleonico, quando il linguaggio classico viene trasformato da arte rivoluzionaria a mero strumento di propaganda, matura invece un senso diffuso di rivolta nei confronti dell’arte neoclassica e delle accademie dove veniva insegnata, dando avvio alla fase più matura e consapevole del Romanticismo, che si esaurirà negli anni Quaranta con l’emergere della poetica realista ( pp. 92-95).

Il Romanticismo e la natura 

Il termine Romanticismo deriva dall’inglese romantic utilizzato nell’Inghilterra del primo Settecento per indicare un genere specifico di componimento poetico simile alla favola, ricco di trame e personaggi fantastici, ambientato in scenari selvaggi. Questa parola è passata poi a indicare l’emozione suscitata dai cosiddetti “giardini all’inglese”, ovvero quei parchi concepiti appositamente per evocare gli aspetti più suggestivi della natura selvaggia (in opposizione al rigore geometrico del “giardino all’italiana”). È nel rapporto con la natura, infatti, che si può osservare il primo insorgere di una sensibilità propriamente romantica, che considera il paesaggio lo specchio dei sentimenti e delle emozioni.
Tra il 1770 e il 1780 si afferma la poetica del sublime (introdotta nel 1759 dal politico e filosofo Edmund Burke), che mira a scuotere lo stato d’animo dello spettatore rappresentando gli aspetti più potenti e spaventosi delle manifestazioni naturali. Da ciò scaturisce la pittura di William Turner, il più rivoluzionario dei paesaggisti romantici, che imprime sulla tela tutta l’irruenza della sua visione mediante una stesura pittorica rapidissima e sommaria che discioglie il disegno in movimentati turbini di puro colore. Il paesaggio romantico tedesco trova invece il suo interprete più celebre in Caspar David Friedrich il quale, a differenza di Turner, mantiene la nitida definizione del disegno e affida alla scelta di atmosfere suggestive e di luoghi evocativi la capacità di suscitare emozione nello spettatore.

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IL TEMPO
LE OPERE 
1797   Francisco Goya, Il sonno della ragione genera mostri
1800
1814   Francisco Goya, Fucilazione del 3 maggio 1808
1814-1815 Congresso di Vienna  
1815 Battaglia di Waterloo  
1816 Inizio delle rivolte indipendentiste nelle colonie spagnole dell’America del Sud    
1818 Caspar David Friedrich, Viaggiatore davanti a un mare di nebbia
1818-1820   Francesco Hayez, Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri
1819   Théodore Géricault, La zattera della Medusa  
1820-1821 Moti liberali in Spagna, nel Regno delle due Sicilie e in Piemonte  
1821-1832 Guerra d’indipendenza della Grecia  
1822 Indipendenza del Brasile dalla Spagna  
1830   Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo
1830-1831 Moti liberali in Francia, Belgio, Polonia, nel ducato di Modena e nello Stato della Chiesa  
1830-1835   William Turner, Il Tamigi sotto il ponte di Waterloo
1831 Giuseppe Mazzini fonda la Giovine Italia  
1833 Abolizione della schiavitù in Gran Bretagna  
1833-1836   François Rude, La Marsigliese
1837 La regina Vittoria sale al trono d’Inghilterra  
1847-1849   Vincenzo Vela, Spartaco
1849-1850   Dante Gabriel Rossetti, Ecce ancilla Domini!
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Il Romanticismo e l’Antico 

L’approccio romantico all’Antico si discosta dalla visione edificante e didattica del Neoclassicismo e assume il tono nostalgico di fronte a un passato sentito come irrimediabilmente perduto, sentimento già avvertibile nelle vestigia romane consunte dal tempo che compaiono sullo sfondo del Ritratto di Goethe realizzato nel 1787 da Johann Tischbein. In altri casi la forma classica rimane un punto di riferimento pur incarnando sentimenti del tutto nuovi, come nel caso della Fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini, che testimonia il valore riacquistato dalla dimensione religiosa nei confronti della visione terrena e razionale dell’Illuminismo.

Il Romanticismo e l’Io 

Nel caso del pittore svizzero Johann Heinrich Füssli il linguaggio figurativo ancora evidentemente legato alla forma classica giunge addirittura a rendere visibili i sogni e gli incubi. Movimenti letterari come lo Sturm und Drang (letteralmente “sconvolgimento e impeto”), sviluppatosi in Germania tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, propongono una poesia individualistica, intima, introspettiva che apre per la prima volta le porte all’esplorazione delle aree inconsce della personalità umana. Su questa via si muove lo spagnolo Francisco Goya, che indaga gli aspetti più oscuri e irrazionali dell’animo umano.

Il Romanticismo e la Storia 

L’indole individualistica del Romanticismo non comporta necessariamente l’isolamento dell’artista, il suo distacco dai fatti del mondo. Al contrario, a partire dalla fine del primo decennio dell’Ottocento si registra un crescente coinvolgimento degli artisti nelle vicende storiche contemporanee: Goya denuncia le atrocità perpetrate in Spagna dai soldati napoleonici dipingendo la celebre opera Fucilazione del 3 maggio 1808 ( pp. 54-55), mentre in Francia Jean Antoine Gros, con Napoleone sul campo di battaglia di Eylau, si oppone ai toni celebrativi ed eroicizzanti solitamente riservati alla propaganda napoleonica e mostra apertamente il dolore provocato dalla guerra. Questi dipinti testimoniano che il sogno universalistico di esportare con le armi i valori della Rivoluzione entra in crisi già prima della disfatta di Waterloo; l’aspra opposizione all’imperialismo napoleonico non significa però la fine degli ideali libertari, che sono riaffermati e consacrati da La Libertà che guida il popolo dipinto da Eugène Delacroix per celebrare la rivolta parigina del luglio 1830 ( pp. 62-63). A essere totalmente mutata è però la prospettiva dalla quale si osserva e interpreta la Storia: negli anni della Restaurazione iniziano a sorgere sentimenti patriottici e si sviluppa una riflessione intorno ai temi dell’identità nazionale, della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli. Sono questi gli anni del patriottismo libertario di Vittorio Alfieri e di Ugo Foscolo, gli anni in cui Lord Byron prende parte alla Guerra d’indipendenza greca e in cui Francesco Hayez entra in contatto con i circoli patriottici milanesi, dipingendo eventi della storia medievale come metafore della situazione politica del periodo.

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La rivalutazione del Medioevo 

La passione per il Medioevo in età romantica è spiegabile, oltre che per il valore di recupero delle radici nazionali, anche per la sua forte spiritualità e per il carattere anticlassico del suo linguaggio artistico. Volgersi al Medioevo significa in un certo senso azzerare la civiltà alla ricerca di uno stato genuinamente originario, che gli illuministi ritrovavano nell’antichità greco-romana. Su questa base va letta la nascita di sodalizi artistici, come quello di nazareni e preraffaelliti: gruppi di artisti che si spingono ben oltre il recupero dei valori figurativi precedenti al Rinascimento, fino a contemplare un utopistico ritorno a modelli sociali tipici del Medioevo. L’interesse nei confronti dell’arte medievale, però, si concretizza in epoca romantica in una serie di modalità profondamente diverse tra loro, che vanno dall’illustrazione di temi letterari (molto amate sono le saghe celtiche, i poemi cavallereschi e la Commedia di Dante) allo studio e alla rivalutazione dell’architettura gotica, che dà il via al vistoso fenomeno architettonico detto Gothic revival.

Forma, funzioni e idee

Ciò che chiamiamo arte romantica è un vero e proprio universo composto da una moltitudine di possibilità e di ricerche estetiche che si sviluppano in direzioni estremamente differenziate, talvolta opposte: impegno civile e desiderio di fuga, individualità e spirito collettivo, libertà intellettuale e fede. Il tratto unificante, ciò che rende possibile individuare un insieme di artisti e di opere sotto la definizione di Romanticismo, è proprio la totale e libera individualità che genera questo universo tanto differenziato. L’idealismo tedesco può forse aiutare a chiarire la visione generale che è alla base di questo movimento culturale. Quando il filosofo Johann Gottlieb Fichte parla di “Io supremo” delinea il carattere assoluto dell’Io, qualcosa che non conosce l’Universo attraverso i sensi e l’intelletto, ma che è l’Universo stesso. Ecco che questo “Io supremo” assume un ruolo del tutto simile a quello dell’Uno neoplatonico. La matrice neoplatonica della sensibilità romantica è evidente, per esempio, quando Wilhelm Heinrich Wackenroder, nel suo Sfoghi del cuore di un monaco amante dell’arte del 1797, sostiene che le arti siano un dono divino che fa appello all’interiorità dell’essere umano. La capacità dell’artista di giungere al mondo delle idee attraverso l’intuizione, l’illuminazione e la fede, che divengono adesso mezzi di conoscenza validi quanto il ragionamento logico-razionale, è del resto confermato da William Blake quando afferma, nei suoi Libri profetici, di venire «guidato giorno e notte da messaggeri che arrivano dal cielo». Partendo da una tale concezione di base l’artista romantico mira all’assoluto, alla fusione di spirito e materia, e la nuova libertà ch’egli si assicura gli permette di scegliere il linguaggio figurativo che sente come più adatto a raggiungere tale scopo. Da questo punto di vista la migliore definizione dell’arte romantica rimane forse quella formulata dal poeta Charles Baudelaire (1821-1867) nel suo saggio Che cos’è il Romanticismo? del 1846, nel quale sostiene che «il Romanticismo non sta né nella scelta dei soggetti né nella verità esatta, ma nel modo di sentire», esso è «intimità, spiritualità, colore, aspirazione verso l’infinito, espressi con tutti i mezzi che le arti offrono».

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Quando: l’arte romantica si sviluppa dagli anni Settanta-Ottanta del XVIII secolo fino alla metà del XIX secolo.
  • I caratteri principali: attenzione a sentimenti e sensazioni; recupero della spiritualità e della fede religiosa come strumenti d’indagine di ciò che va oltre il mondo sensibile; studio dell’inconscio; centralità della dimensione soggettiva.
  • I temi: paesaggio (come riflesso dei sentimenti); temi storici (come stimolo allo spirito collettivo e all’autodeterminazione dei popoli).
  • Primitivismo ed esotismo: ricerca delle radici nazionali nel Medioevo (attualizzazione di temi letterari o storici medievali; puristi, nazareni, Gothic revival) e amore per l’Oriente.
  • Il linguaggio figurativo: grande varietà di scelte stilistiche in base al contenuto da esprimere.

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi