Enzo Mari
Un altro protagonista dell’Arte programmata è Enzo Mari (Novara 1932), che realizza la sua Struttura n. 386 (49) con lo scopo di esplorare le ambiguità percettive degli ambienti costruiti. L’opera è una sorta di modello spaziale, dove griglie di listelli lignei sono schierate in profondità con progressivi slittamenti verticali o laterali. In questo modo si creano celle prospettiche che possono essere apprezzate osservando la struttura frontalmente o da diverse angolazioni oblique. Ancora una volta l’espressione artistica è frutto di un processo razionale che necessita di una verifica empirica ma, soprattutto, è concepita per stimolare la percezione attiva e partecipativa dello spettatore. Sin dagli inizi della sua attività Mari declina questo tipo di approccio anche nel settore del design, ideando oggetti semplici e alla portata di tutti che chiedono agli utenti di intervenire nella loro configurazione. Il calendario perpetuo Timor (50) è un esempio di tali prodotti: per utilizzarlo ogni fruitore deve infatti “programmarlo” progressivamente e ciclicamente nel tempo, ruotando le fascette dei giorni e dei mesi fino a ottenere la data giusta.