Unità 6 Il Modernismo

Le coordinate dell’arte

La Belle Époque 

Nell’ultimo decennio del XIX secolo la crisi economica dei primi anni Settanta appare superata. Il colonialismo, che ha raggiunto il suo apice in questi anni, risolve temporaneamente il problema della sovrapproduzione aprendo forzosamente nuovi mercati su scala globale. Sul fronte interno, invece, le maggiori potenze economiche adottano un controllo diretto sui meccanismi produttivi mediante la commissione pubblica di grandi opere, favorendo un generale aumento dei salari delle masse proletarie per stimolare la ripresa della domanda interna.
La cosiddetta Belle Époque, “l’epoca bella”, compresa tra gli ultimi anni del XIX secolo e lo scoppio della Grande Guerra, è dunque un periodo di fermento: nascono l’automobile e il cinematografo, si sperimentano per la prima volta materiali plastici di sintesi e la vita cittadina non conosce più sosta grazie alla diffusione dell’illuminazione elettrica e di nuovi mezzi di trasporto, come il tram.

Il termine “Modernismo” 

In questo clima di generale fiducia si fa strada un nuovo fenomeno artistico, oggi indicato come Modernismo, che non interessa solamente le arti figurative ma investe anche l’architettura e le arti decorative e applicate. Grazie all’intima connessione con le esigenze di affermazione sociale dell’alta borghesia, principale sostegno delle commissioni perché rinvigorita da questa nuova fase di crescita, il rinnovamento estetico arriva a interessare tutti i prodotti in grado di mostrare un certo stile di vita: dalle abitazioni agli indumenti, ai gioielli, fino agli oggetti di uso quotidiano. La diffusione del nuovo gusto estetico è rapidissima e interessa l’intera Europa (comprese la Scandinavia e la Russia) e gli Stati Uniti, a dimostrazione di come si stessero affermando una società e una cultura sempre più globalizzate (fondamentale in questo senso è la circolazione dei prodotti e delle idee garantita dalle Esposizioni universali che vengono organizzate in tutte le maggiori capitali europee e americane).
Questo fenomeno artistico è stato definito in modi diversi a seconda delle Nazioni o delle aree geografiche in cui si diffonde: in Inghilterra si parla di Modern Style e di Liberty; in Francia e Belgio di Art Nouveau; di Modernismo in Catalogna; di Stile Jóven e Jugendstil, ovvero “stile giovane”, rispettivamente in Spagna e Germania; in Austria viene utilizzato il termine Sezessionstil, mentre in Italia si parla di Stile floreale o ancora di Liberty.

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IL TEMPO
LE OPERE 
1883   Antoni Gaudí, inizio della costruzione della Sagrada Familia
1893-1894   Victor Horta, esterno di Casa Tassel
1895 I fratelli Lumière girano la prima pellicola cinematografica  
1895-1896 Guerra d’Abissinia  
1896 Primi Giochi olimpici dell’era moderna ad Atene  
1897 Guglielmo Marconi brevetta la radio  
1897-1899   Charles Rennie Mackintosh, Glasgow School of Art
1898-1899   Joseph Maria Olbrich, Palazzo della Secessione
1899-1902   Ernesto Basile, Villa Florio
1900
1900 Volo inaugurale del primo dirigibile Zeppelin; l’anarchico Gaetano Bresci uccide Umberto I  
1902   Gustav Klimt, Fregio di Beethoven
1903 I fratelli Wright compiono il primo volo in aereo  
1904-1905 Guerra russo-giapponese  
1905 Domenica di sangue a San Pietroburgo
1905-1907 Antoni Gaudí, Casa Batlló
1905-1911   Josef Hoffmann, Casa Stoclet  
1910 Adolf Loos, Villa di Hugo e Lilly Steiner
1911-1912 Guerra italo-turca
1912-1913 Guerre balcaniche
1914 Assassinio di Francesco Ferdinando d’Austria a Sarajevo; dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia e inizio della Prima guerra mondiale  
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I caratteri fondamentali 

Nonostante le molte denominazioni locali, alle quali corrispondono determinate caratteristiche, la critica si è orientata sull’utilizzo della definizione generale di Modernismo per evidenziare l’esistenza di alcuni caratteri costanti per tutta l’arte della Belle Époque. Il primo, e forse più evidente, è l’elaborazione di nuovi motivi ornamentali mediante un lavoro di sintesi e stilizzazione operato sulle forme del mondo vegetale e animale. Sono in particolar modo apprezzati i materiali preziosi, i colori cangianti e le linee sinuose. Ma la natura non è l’unica fonte d’ispirazione: il Modernismo, così come ampia parte dell’arte contemporanea, risente infatti degli influssi dell’esotismo e del primitivismo. Paradigmatico da questo punto di vista è il grande successo ottenuto dalla Grammar of Ornament (pubblicata nel 1856 dall’architetto britannico Owen Jones), una raccolta di motivi ornamentali di tutte le epoche e di tutte le regioni del mondo (conteneva esempi decorativi classici, moreschi, persiani, assiri, celtici, orientali, oltre che delle civiltà dell’Oceania e dell’Africa nera). Svolge un ruolo importante anche l’incontro con l’elegante e stilizzata arte giapponese, che giunge in Europa all’Esposizione internazionale parigina del 1862.
Un’altra novità riguarda la tendenza all’identità tra decorazione e struttura, o meglio alla trasformazione dell’aspetto ornamentale in elemento strutturale vero e proprio; questa caratteristica è riscontrabile soprattutto nell’architettura, che viene aiutata dall’introduzione delle nuove tecnologie dell’edilizia in ferro. La volontà di calare la qualità estetica in ogni aspetto della vita quotidiana porta di frequente a una progettazione unitaria: accade così che di un’abitazione vengano pensati organicamente la struttura architettonica, l’arredamento, i tendaggi e la stoviglieria.

L’infrangersi del sogno 

L’equilibrio politico e sociale raggiunto nell’ultimo decennio del XIX secolo ha però vita breve. I contrasti tra gli Stati per occupare posizioni di mercato più favorevoli, per il predominio sui traffici coloniali e per il controllo delle materie prime acquistano di nuovo il carattere dell’aperta contesa, alimentata dal rafforzarsi di sentimenti nazionalistici.
Sul fronte interno, il disagio sociale delle classi proletarie, schiacciate da un’insostenibile disparità economica, portano alla larga affermazione del pensiero marxista e alla mobilitazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. Sono queste le basi della Prima guerra mondiale, che pone fine alla cosiddetta Belle Époque. Il gusto modernista si esaurisce nei primi anni Venti lasciando però un’importante eredità in architettura e nella progettazione degli oggetti di uso quotidiano.

Forma, funzioni e idee

Alle origini del Modernismo c’è la reazione allo scadimento della qualità estetica degli oggetti realizzati con le nuove tecnologie di produzione meccanizzata (dibattito molto sentito in Inghilterra e in Francia già a partire dalla metà del XIX secolo). La soluzione delineata è quella di migliorare la qualità estetica della produzione industriale attraverso un più attento lavoro di progettazione. A tale scopo, durante la seconda metà del secolo, vengono istituiti in tutte le maggiori città europee scuole e musei (il più famoso dei quali è il Victoria & Albert Museum di Londra) dedicati alle arti applicate all’industria, grazie ai quali si formano molte delle più importanti personalità del periodo modernista. Il movimento Arts and Crafts costituisce un perfetto esempio di come sia cambiato nel tempo il rapporto con la produzione industriale, costituendo dunque un precedente fondamentale del Modernismo. L’artista e scrittore William Morris, in virtù della vicinanza ideologica al socialismo utopico di John Ruskin, apre dei laboratori di artigianato artistico sul modello sociale delle botteghe medievali, rifiutando inizialmente la moderna organizzazione produttiva basata sulla divisione del lavoro e l’impiego di macchinari. Tuttavia, nel corso del tempo, viene introdotta la produzione meccanizzata per scongiurare il rischio di creare oggetti costosi ad appannaggio esclusivo dell’élite economica (contraddicendo in questo modo gli stessi assunti fondativi del movimento). Se il movimento Arts and Crafts si avvale delle tecnologie industriali, rimanendo però orientato al recupero dell’estetica medievale (almeno nella sua fase iniziale) dal punto di vista del gusto, le frange più avanzate del pensiero modernista rovesciano completamente tale concezione. Da questo punto di vista una figura chiave è l’architetto belga Henri Van de Velde che per primo parla apertamente di una vera e propria “estetica della macchina”, intendendo la creazione di oggetti pensati appositamente per la produzione meccanizzata. Nel 1902 Van de Velde viene chiamato dal granduca di Sassonia a dirigere il Kunstgewerbeschule Institut di Weimar, che può essere considerato il diretto antecedente del Bauhaus ( pp. 394-395), la scuola in cui è nato quello che oggi chiamiamo Industrial design.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Quando: cronologicamente il Modernismo è compreso tra l’ultimo decennio del XIX secolo e i primi anni Venti del XX secolo.
  • Gli ambiti coinvolti: si tratta di un fenomeno che interessa le arti figurative, l’architettura e le arti applicate.
  • Le influenze: fonti d’ispirazione sono i motivi ornamentali che richiamano la natura, le suggestioni esotiche e il primitivismo.
  • I caratteri fondamentali: progettazione unitaria, identificazione della struttura con la decorazione, volontà di donare qualità estetica anche agli oggetti d’uso quotidiano e ai prodotti industriali.

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi