ANALISI D'OPERA - Édouard Manet, Bar delle Folies-Bergère

Il rapporto con l’Impressionismo

L’anno successivo al ritratto di Zola, tra il 1869 e il 1870, su esortazione di Monet, Manet sperimenta la pittura en plein air prendendo come soggetto i frequentatissimi Giardini delle Tuileries. Ne risulta una serie d’immediata freschezza che ha per soggetto la vita mondana parigina, che s’impone come il nuovo tema che appassiona Manet negli anni Settanta. Lo testimoniano due capolavori: Nanà, ritratto di una celebre prostituta creata dalla penna di Zola (1877) e il Bar delle Folies-Bergère (1881-1882).

Nanà

Respinto dalla giuria del Salon poiché il soggetto, per quanto d’invenzione letteraria, viene ritenuto troppo esplicito, Nanà (3) vede come protagonista una donna che, vestita appena della sua biancheria, lancia uno sguardo malizioso verso l’osservatore. La presenza di una toeletta, la veste abbandonata sulla sedia e l’uomo in abito borghese all’estremità del dipinto sono i dettagli con cui Manet vìola l’intimità della stanza e che al contempo donano alla scena l’immediatezza di una fotografia istantanea. L’abbondanza dell’ocra ammanta la stanza di una luminosità calda che ne amplifica l’atmosfera suadente. I bianchi sono intensi e, contemporaneamente, ombreggiati di grigio: lezione che il gruppo degli impressionisti apprende proprio da Manet. L’ambiente è descritto con una pennellata furtiva e rapida, che coglie l’attimo della luce, e al contempo è attenta ai dettagli, mettendo a fuoco la decorazione della parete di fondo e i delicati fiorellini ricamati sulle calze di Nanà. Rispetto all’Olympia, il tema della prostituzione è in questo caso meno esplicito e, al pari di Zola, è affrontato senza alcun moralismo.

GUIDA ALLO STUDIO
Édouard Manet
  • Pittore francese di formazione accademica, anticipatore dell’Impressionismo
  • Grande interesse per i soggetti realisti
  • Predilezione per la pittura en plein air
  • Grande attenzione ai dettagli
  • Pennellata rapida in grado di rendere l’immediatezza dell’attimo

Analisi D'opera

Édouard Manet

Bar delle Folies-Bergère

  • 1881-1882
  • olio su tela, 96x130 cm
  • Londra, Courtauld Institute Gallerie

L’opera, uno degli ultimi e più impegnativi lavori di Manet, può essere considerata il testamento artistico del maestro, in cui la vicinanza con il movimento impressionista si fa più evidente, sia per la scelta del soggetto sia per l’esito formale. Il dipinto venne accolto al Salon del 1882 riscuotendo un notevole successo: Manet ottenne quindi il riconoscimento ufficiale da parte del mondo accademico al termine della propria carriera.

Descrizione

Il dipinto descrive l’interno di uno dei locali più famosi dell’epoca, le Folies-Bergère, le cui giovani bariste sono descritte da Guy de Maupassant come «venditrici di bevande e amore». La scelta del soggetto può essere messa in relazione con l’influenza che le stampe giapponesi esercitarono su Manet: in quei lavori egli ritrova il gusto, già di Courbet, di documentare la realtà senza censure, ovvero nei suoi aspetti più leggeri ed effimeri, come cabaret, locali notturni e bordelli.
Al centro della tela si trova la figura della giovane barista, la cui espressione, velatamente malinconica e distaccata, appare in contrasto con l’atmosfera frizzante e festosa dell’ambiente circostante.
Alle sue spalle, il grande specchio ci rimanda la folla, seduta ai tavolini o affacciata alle balconate, gli elementi dell’elegante arredo, le gambe di una trapezista che con le sue evoluzioni intrattiene il pubblico (nell’angolo in alto a sinistra) e la figura di un cliente cui la ragazza si rivolge.

Forma, funzioni e idee

Il linguaggio pittorico di Manet, pienamente maturo e disinvolto, riesce a modulare diversi gradi di finitezza a seconda dei piani di profondità. In primo piano è descritta con estrema attenzione ed efficacia una vera e propria natura morta (le bottiglie di liquori e champagne, le rose nel bicchiere e l’alzata di cristallo con la frutta). La pittura si fa più vibrante e sfrangiata nella descrizione delle figure che si trovano più distanti dall’osservatore. La rapidità di tocco risulta particolarmente funzionale a restituire l’impressione di caotica vivacità del locale.
Come è stato osservato, l’opera riesce a raccontare in modo efficace la ricerca impressionista, ovvero il tentativo di testimoniare la complessità della visione e le continue sollecitazioni cui siamo sottoposti. Il nostro occhio osserva la ragazza, si sofferma sugli oggetti in primo piano, poi passa a esaminarne il riflesso, per accorgersi d’un tratto che la figura della donna nello specchio sembra aver assunto una posa più protesa verso il cliente appena giunto, rispetto a quella che sta di fronte a noi: nel “tragitto” compiuto, la realtà che il pittore racconta è già cambiata, lo scarto è minimo ma evidente.

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi