San Giorgio
La rottura definitiva con la tradizione gotica avviene in modo deciso con il San Giorgio
(47), eseguito sempre per una nicchia di Orsanmichele per l’Arte dei Corazzai e Spadai tra il 1417 e il 1420. Il santo è raffigurato nelle vesti, classiche, di un condottiero romano, saldo sulle gambe e appoggiato a un ampio scudo, mentre la spada in bronzo stretta nella mano sinistra è oggi scomparsa. Solenne, fermo, concentrato,
sembra in procinto di muoversi dalla nicchia, lo scudo è infatti appena ruotato, mentre i due piedi, disposti secondo lo schema classico del chiasmo, impongono a tutto il corpo una leggera rotazione. Sul basamento del condottiero, Donatello raffigura un episodio raccontato nella raccolta medievale di vite di santi composta da Jacopo da Varagine, la Legenda Aurea, con il santo che lotta con un drago per liberare una principessa.
Per rendere la tridimensionalità, l’artista applica per la prima volta in scultura l’invenzione brunelleschiana della prospettiva. Crea infatti per lo sfondo il celebre "stiacciato", un rilievo, schiacciato, molto basso e spesso soltanto pochi centimetri, che serve a dare l’illusione della distanza
(48).