ANALISI D'OPERA - Iacopo Sansovino, La Loggetta di piazza San Marco

Analisi D'opera

Iacopo Sansovino

La Loggetta di piazza San Marco

  • 1537-1541
  • Venezia, piazza San Marco, Campanile di San Marco

La Loggetta, accostata ai piedi del Campanile di piazza San Marco, sul lato est, viene disegnata da Iacopo Sansovino a partire dal 1537, dopo che un fulmine aveva distrutto la preesistente struttura medievale: l'ambiente doveva servire da luogo di ritrovo e riunione per i patrizi veneziani. Terminata entro il 1540-1541, viene poi rimaneggiata nel corso dei secoli; nel 1902, dopo il crollo del Campanile, viene infine ricostruita, reimpiegando però i materiali superstiti. 

Descrizione

Sebbene lo stato attuale della loggia non sia del tutto coincidente con le intenzioni del suo creatore, essa dimostra ancora come il progetto dell'artista toscano mirasse a soluzioni di particolare sontuosità, prevedendo l'impiego di marmi bianchi e rosati per le parti architettoniche, integrate da un ricco arredo statuario composto da sculture a tutto tondo in bronzo dorato e da rilievi, anch'essi in marmo.

La stessa composizione della facciata, coerente con il piano originale, è intesa a ottenere un sontuoso effetto scenografico, grazie al ricorso a colonne libere dalla cortina muraria e a un alto attico, fastosamente decorato: tutti elementi che garantiscono un forte risalto plastico e una conseguente profusione di effetti chiaroscurali, senza incrinarne l'armonica concezione.

Le figure inserite nelle quattro nicchie – Atena, Apollo, Mercurio, una Pace – si ispirano a modelli tosco-romani e si avvalgono della citazione di prototipi classici: il secondo, per esempio, guarda all'antica statua dell'Apollo del Belvedere, per le fattezze anatomiche e la sofisticata acconciatura, servendosi però anche di suggestioni tratte da Raffaello nella posa in contrapposto.

L'intera struttura si impone quindi come lo straordinario risultato di un linguaggio di chiara impronta classicista, che partendo da una cultura fiorentina primo-cinquecentesca arriva a decantarne i presupposti in uno stile più sereno, frutto di un personale ripensamento dell'Antico, attento ai valori pittorici delle superfici in sintonia con l'arte veneziana della metà del XVI secolo. 

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò