Benvenuto Cellini

5.10 Benvenuto Cellini

La tormentata biografia di Benvenuto Cellini (Firenze 1500-1571) si snoda principalmente fra Firenze, Roma e la Francia, anche se non mancano brevi soggiorni in altre città italiane. Formatosi come orafo, emerge quale maestro insuperato della fusione in bronzo e, alla continua ricerca di una piena affermazione non solo artistica ma soprattutto sociale ed economica, si impegna anche nella sistematizzazione teorica delle tematiche artistiche, lasciando due trattati, Sull’oreficeria e Sulla scultura (redatti fra il 1565 e il 1567, e stampati nel 1568), oltre ad altri scritti sull’architettura, sul disegno e a una interessantissima autobiografia (pubblicata per la prima volta dopo la sua morte nel 1728).
Snodi fondamentali nella vita di Cellini sono la nomina a stampatore ufficiale della Zecca pontificia (1529) e il soggiorno in Francia alla corte di Francesco I Valois (1540-1545). Nel periodo francese partecipa attivamente al grande cantiere artistico della Reggia di Fontainebleau, entrando in contatto con Rosso Fiorentino e Primaticcio ( pp. 330-331).

Ninfa di Fontainebleau 

In questo contesto si inserisce la monumentale Ninfa (33), una complessa scultura in bronzo concepita per arricchire l’accesso meridionale del Palazzo Reale, la cosiddetta Porte Dorée. La lezione michelangiolesca si riconosce nell’impostazione della figura semisdraiata che appare circondata da una moltitudine di animali, restituiti con grande perizia di dettagli. Le forme allungate del corpo femminile e l'esuberanza decorativa mostrano significative tangenze con le opere che Primaticcio andava realizzando negli stessi anni nel castello reale. Il tema iconografico è desunto da un affresco di Rosso Fiorentino oggi perduto che illustrava la leggenda della nascita di Fontainebleau: un cane del re di nome Bliaud, in una delle battute di caccia della corte, aveva scoperto una fonte, chiamata così la Fontaine de Bliaud, che avrebbe poi dato il nome alla proprietà. Come accade nella tradizione greco-romana, la ninfa dunque è la personificazione della sorgente, mentre l’episodio della caccia e l’ambiente silvestre sono evocati dalla folla di animali che la circonda.

Perseo 

Tornato a Firenze, Cellini ottiene una prestigiosa commissione: realizzare una scultura destinata a celebrare la vittoria di Cosimo I sopra i suoi nemici esterni e interni, qualificando lo spazio pubblico per eccellenza della città: la Loggia della Signoria. Il soggetto scelto è Perseo, mitico figlio di Zeus, che regge vittorioso la testa decapitata di Medusa, figura della mitologia greca capace di pietrificare i nemici con il solo sguardo (34)
Pienamente consapevole della difficoltà dell’impresa sia dal punto di vista tecnico (una figura fusa in un unico getto) sia dal punto di vista del ruolo che la scultura avrebbe avuto nel contesto urbano, in virtù della sua collocazione nel cuore politico della città, Cellini si impegna in una virtuosistica realizzazione bronzea che dialoga con tutta la tradizione fiorentina, da Donatello a Michelangelo: la grazia quattrocentesca si sposa alla ricerca dell’espressività del corpo perseguita da Buonarroti. Alla base dell’opera inoltre si riconosce l'orgogliosa esibizione di un eccezionale magistero tecnico: la maestria con cui ogni dettaglio naturalistico è restituito fa da contrappunto a vere e proprie invenzioni plastiche, che si riconoscono soprattutto nel trattamento della testa di Medusa.
GUIDA ALLO STUDIO
Benvenuto Cellini
  • Scultore e autore di trattati d’arte
  • Forme allungate
  • Esuberanza decorativa
  • Sapiente uso del bronzo
  • Virtuosismo tecnico

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò