Unità 2 Il primo Rinascimento

Le coordinate dell’arte

L’Italia tra frammentazione territoriale e fioritura artistica 

Il panorama politico italiano, già in parte delineatosi nel corso del Trecento, va progressivamente frammentandosi. Le signorie, divenute ereditarie, hanno ampliato il loro territorio di influenza costituendo veri e propri Stati regionali. Al Nord il territorio è diviso principalmente tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia (che tra il 1426 e il 1428 comprende anche Bergamo e Brescia); il sud, a partire dal 1442, è riunito sotto un’unica corona: Alfonso V di Aragona governa su un territorio molto esteso che comprende il Regno di Napoli, la Sicilia e la Sardegna (oltre ai territori spagnoli); al centro ci sono i Medici, signori di Toscana (nel 1406 è conquistata Pisa e nel 1423 Livorno), e lo Stato della Chiesa, che vive con grande preoccupazione il clima di tensione che caratterizza tutta la prima metà del secolo (in particolare Venezia e Milano cercano di imporsi reciprocamente per il controllo sul Settentrione). Nel 1454, grazie a un’importante azione diplomatica da parte del papa Niccolò V (1447-1455), si giunge alla pace di Lodi e, un anno dopo, alla costituzione della Santissima Lega, un patto di non belligeranza e aiuto reciproco fra gli Stati di Milano, Venezia, Roma, Firenze e Napoli. L’intento del pontefice era quello di compattare le forze per contrastare un’eventuale avanzata dei Turchi che nel 1453 avevano conquistato Costantinopoli.

La riscoperta dell’Antico: Umanesimo e Rinascimento 

Per definire il periodo che sarà trattato in questa unità, gli studiosi impiegano il termine “Rinascimento”, o "primo Rinascimento" per distinguerlo dalla successiva stagione, che si apre dalla seconda metà del secolo. “Rinascimento” suggerisce l’idea di una nuova nascita, di una rinnovata visione del mondo e dell’Uomo che si lega strettamente al fenomeno della riscoperta del mondo antico, in parte già avviata nel corso del Trecento, ma adesso sostanziale.
L’Uomo torna a sentire la propria centralità, riacquista fiducia nelle proprie capacità e, insieme, la consapevolezza di poter decidere del proprio destino, di cui egli è interamente responsabile: per questo si parla di Umanesimo. Sulla scorta di tale movimento si sviluppa lo studio filologico sulle fonti antiche, greche e latine, si riscoprono e si traducono i testi degli antichi filosofi, come Platone (il cui pensiero influenzerà notevolmente la cultura fiorentina della seconda metà del secolo), Seneca e Plinio il giovane, inaugurando una sorta di nuovo razionalismo, in contrapposizione al “misticismo” che aveva caratterizzato il pensiero medievale.
La mentalità medievale, fortemente condizionata dal pensiero religioso che svalutava l’esperienza terrena rispetto alla dimensione spirituale, considerando il mondo come il luogo del peccato in cui mettere alla prova la propria virtù, è dunque superata: la società tende a laicizzarsi e l’Uomo si sente incoraggiato a essere soggetto attivo del proprio tempo, come era stato nell’antichità. L’Antico inoltre, grazie al lavoro di ricerca e di studio portato avanti dagli umanisti, è reso più accessibile ed è compreso a pieno dagli artisti che, abbandonando le semplificazioni figurative medievali, recuperano la visione naturalistico-spaziale antica (proseguendo le ricerche già avviate da Nicola e Giovanni Pisano in scultura e da Giotto in pittura).
Firenze è il centro in cui ha luogo questa “rivoluzione”, operata dai cosiddetti padri del Rinascimento: Brunelleschi (1377-1446) in architettura, Donatello (1386-1466) in scultura e Masaccio (1401-1428) in pittura.
A Brunelleschi si deve uno dei principi cardine dello stile rinascimentale, la prospettiva centrale, ovvero la descrizione della profondità su una superficie bidimensionale. Insieme a Donatello, l’architetto darà inoltre avvio a un vero e proprio dialogo con l’Antico attraverso lo studio diretto sui monumenti e sui resti architettonici di Roma. Non si tratta più, o non soltanto, di inserire all’interno delle proprie opere citazioni o singoli elementi del repertorio antico, ma di recuperarne le forme e la sostanza, grazie a un metodo di studio e analisi che ricorda quello filologico adottato dagli umanisti per i testi classici. Questo mutato atteggiamento trova un interessante riscontro nel rifiorire, attorno alla metà del Quattrocento, del genere del trattato: un testo che intende organizzare in modo coerente e sistematico le conoscenze sulle arti, nei diversi generi e tecniche, segno di una nuova percezione dell’arte e dell’artista, il quale acquista una dignità e un ruolo pari a quello dell’intellettuale.

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IL TEMPO
LE OPERE 
1400
1401   Concorso per la Porta nord del Battistero di Firenze

1403-1424 ca.   Lorenzo Ghiberti, Porta nord del Battistero fiorentino
1406 Firenze conquista Pisa  
1412-1416 Lorenzo Ghiberti, San Giovanni Battista, Firenze, Chiesa di Orsanmichele  
1415-1417   Donatello, San Giorgio
1417 Con il concilio di Costanza e l’elezione di papa Martino V termina lo scisma d’Occidente    
1419   Filippo Brunelleschi, Spedale degli Innocenti
1420 ca.   Filippo Brunelleschi, cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore
1421 ca.   Filippo Brunelleschi, Sagrestia Vecchia
1421   Filippo Brunelleschi, Basilica di San Lorenzo
1422   Masaccio, Trittico di san Giovenale
1422-1478 Signoria di Ludovico Gonzaga a Mantova  
1423   Esperimenti sulla prospettiva di Filippo Brunelleschi  
1423-1427   Donatello, Convito di Erode
1424-1425 ca.   Masolino e Masaccio, Sant’Anna Metterza
1424-1428   Masaccio e Masolino, affreschi per la Cappella Brancacci
1425-1452   Lorenzo Ghiberti, Porta del Paradiso
1426 Masaccio, Polittico di Pisa
1426-1427   Masaccio, Trinità di Santa Maria Novella
1429   Filippo Brunelleschi, Cappella Pazzi
1431-1438   Luca della Robbia, Cantoria  
1433-1438   Donatello, Cantoria  
1435 Cosimo de’ Medici il Vecchio è signore di Firenze  
1436   Leon Battista Alberti è a Firenze
1438   Paolo Uccello, La battaglia di San Romano
dopo il 1440   Donatello, David
1442 Alfonso V di Aragona sale al trono di Napoli    
1444 Ducato di Federico da Montefeltro a Urbino    
1445 ca.   Piero della Francesca, Battesimo di Cristo
1445-1447   Domenico Veneziano, Pala di Santa Lucia dei Màgnoli
1447   Leon Battista Alberti è a Rimini  
1450 Ha inizio la dinastia Sforza Rogier van der Weyden, Compianto sul Cristo morto  
1453 Si conclude la Guerra dei Cent’anni con la vittoria della Francia    
1454 La pace di Lodi tra Venezia e Milano garantisce un periodo di pace alla Penisola    
1455 ca.   Donatello, Maddalena
1459   Leon Battista Alberti è a Mantova  

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Molti centri, molte scuole 

Accanto alle principali realtà territoriali della Penisola, vanno aggiunti i numerosi altri centri che, a dispetto della loro modesta dimensione, costituiscono una realtà culturale estremamente vivace e interessante. Mantova, Padova, Verona, Ferrara e Urbino sono sedi di importanti corti che contribuirono in modo determinante alla definizione del ricco panorama artistico del primo Quattrocento e non solo. Secondo alcuni studiosi fu proprio la frammentarietà politica e territoriale a stimolare la formazione, a livello locale, di un linguaggio artistico dotato di specifiche caratteristiche (per ogni centro è possibile parlare di “scuola”).

Un altro Rinascimento: le Fiandre 

Nelle Fiandre, ovvero nel ducato di Borgogna di cui facevano parte i Paesi Bassi, va definendosi intorno al 1420 un particolare linguaggio pittorico che mostra caratteristiche diverse dalle forme del Gotico Internazionale al tempo imperanti, e interessanti punti di contatto con il Rinascimento fiorentino. L’arte fiamminga, la cui novità risiede anche in aspetti di tipo tecnico come l’impiego del colore a olio, mostra un analogo interesse per la descrizione del reale nella definizione degli spazi e nella resa umana delle figure (che si esplica anche nel contesto quotidiano e familiare, in cui è calato l’episodio o il personaggio sacro); tuttavia, questo cambiamento non avviene sulla scorta di una riscoperta dei principi dell’arte antica come in Italia, ma applicando all’osservazione e descrizione del reale – e dello spazio in particolare – un approccio analitico ed empirico, ovvero senza l’applicazione di regole prospettiche: la descrizione della realtà non è organizzata in uno spazio misurabile con la ragione (ovvero costruito matematicamente, ottenuto seguendo schemi geometrico-lineari), ma è percepita attraverso i sensi, attraverso l’osservazione diretta. Si tratta di un metodo che mostra una certa continuità con la minuzia descrittiva del Gotico internazionale, cui si aggiunge però l’altrettanto minuziosa descrizione della luce, individuata nelle sue diverse manifestazioni ed effetti. Il risultato è una pittura dotata di un’incredibile capacità mimetica nella descrizione degli elementi che compongono l’immagine, al limite dell’illusionismo ottico, ma spesso incapace di esprimere una coerente visione d’insieme a causa di incongruenze prospettiche più o meno evidenti.
I rapporti economici tra le Fiandre e Firenze, in particolare, porteranno come vedremo interessanti contatti tra le due culture figurative, in termini di circolazione di opere e artisti, lasciando significative e reciproche tracce.

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Forma, funzioni e idee

Il Rinascimento nasce a Firenze in un momento in cui si verifica l’ascesa dell’alta finanza borghese, e costituisce un’alternativa al gusto aristocratico e di corte del Gotico internazionale. Sarebbe un errore, tuttavia, considerare il fenomeno in termini di reazione e contrapposizione, perché a Firenze i due linguaggi coesistono e si sviluppano in modo parallelo, influenzandosi reciprocamente. Si tratta di due diversi modi di rappresentazione: da un lato c’è un’arte che si ispira alla visione naturalistico-spaziale degli antichi, dall’altro un’arte fantasiosa che indaga la realtà nei suoi aspetti più eleganti e preziosi. Accanto ai padri del Rinascimento ci sono interpreti importanti come Lorenzo Ghiberti, Masolino da Panicale, Gentile da Fabriano o Lorenzo Monaco che, pur aggiornandosi sulle novità formali di quelli, mostrano una sensibilità diversa.
È interessante notare come la scelta di un linguaggio o dell’altro possa rispondere alle ragioni particolari di un committente. Non è forse un caso che mentre Palla Strozzi, nel 1424, si rivolge a Gentile da Fabriano, il linguaggio rinascimentale incontri il gusto della committenza dei Medici: una famiglia borghese che ha conquistato un ruolo di preminenza grazie alle sue abilità, alla sua forza e al suo ingegno e che dunque incarna lo spirito del tempo, ovvero quella fiducia nelle capacità umane, nell’essere attore attivo della società. Vedremo poi come la classe dirigente acquisisca ambizioni aristocratiche (in particolare dagli anni Trenta, con la formazione della nuova signoria medicea, successiva al rientro di Cosimo dall’esilio): allo stile austero del primo ventennio del Quattrocento andrà sostituendosi un linguaggio più elegante e raffinato (rappresentato dalla nuova generazione di artisti, come Beato Angelico, Filippo Lippi e Paolo Uccello).
Inoltre, secondo un’affascinante interpretazione dello storico dell’arte Erwin Panofsky (1892-1968), la prospettiva centrale può essere considerata una concretizzazione visiva della nuova centralità attribuita all’Uomo e della fiducia nei suoi mezzi conoscitivi. Si tratta di una rappresentazione finita dello spazio – cioè che riduce all’unità (unico è il punto di vista, unico è il punto di fuga) i tanti possibili modi di vedere (le condizioni, i tempi e i punti di osservazione possono essere in realtà molteplici). All’interno della rete di rapporti matematici e proporzionali che la costruzione prospettica impone, le figure si inseriscono in modo coerente nello spazio, mostrando il nuovo rapporto dell’Uomo con il mondo, un rapporto di piena integrazione e centralità.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Molteplicità di centri e scuole: alle molteplici realtà territoriali della Penisola corrispondono altrettante realtà culturali che contribuiscono in modo determinante alla definizione del panorama artistico del primo Rinascimento.
  • Umanesimo e Rinascimento: l’Umanesimo è un movimento culturale interessato alla riscoperta e allo studio filologico delle fonti greche e latine; un fenomeno che si rispecchia nell’arte in un rinnovata attenzione per i modelli classici. Non si tratta solo di tradurre le opere antiche o di copiare le forme dell’arte romana o greca, ma di far rivivere quelle civiltà, recuperando una visione del mondo e dell’Uomo di tipo razionale.
  • Firenze: è il luogo in cui nasce e si sviluppa il nuovo linguaggio rinascimentale. Qui Brunelleschi definisce le regole della prospettiva centrale, sviluppando le ricerche spaziali giottesche.
  • I protagonisti: i padri del Rinascimento sono Brunelleschi (1377-1446) in architettura, Donatello (1386-1466) in scultura e Masaccio (1401-1428) in pittura. Le loro ricerche si pongono in continuità con quelle inaugurate da Nicola e Giovanni Pisano per la scultura e da Giotto per la pittura. Accanto a loro operano artisti, non meno noti e importanti, che si esprimono in un linguaggio più interessato a eleganze formali e preziosismi, come Gentile da Fabriano, Masolino da Panicale o Lorenzo Ghiberti.
  • Le Fiandre: altro importante centro in cui si elabora un nuovo stile sono le Fiandre. La pittura fiamminga, pur mostrando un analogo interesse per la descrizione del reale, giunge a esiti diversi e originalissimi rispetto a quelli del Rinascimento fiorentino. Caratteristiche sono l’attenta resa dei particolari, la descrizione della luce e dei suoi effetti e l’impiego dei colori a olio.

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò