ANALISI D'OPERA - Maestro Venceslao, Ciclo dei Mesi

Analisi D'opera

Maestro Venceslao

Ciclo dei Mesi

  • 1390-1407
  • Trento, Torre dell’Aquila, Castello del Buonconsiglio

Maestro Venceslao, particolare del ciclo pittorico dei Mesi.

Il ciclo pittorico è stato eseguito tra il 1390 e il 1407 da un pittore boemo (probabilmente quel maestro Venceslao che alcuni documenti dell’epoca segnalano attivo in città) verosimilmente giunto a Trento al seguito dello stesso committente dell’opera, il principe-vescovo Giorgio von Liechtenstein, al momento del suo insediamento.

Descrizione

I mesi (escluso quello di Marzo che è andato perduto a causa di un incendio che ha distrutto la colonna in legno sul quale era dipinto) ricoprono tutte le pareti della stanza. Sebbene non si tratti di un effetto illusionistico paragonabile a quello che sarà raggiunto con l’applicazione della prospettiva geometrica, l’espediente di dipingere una finta balaustra che regge delle colonnine tortili, oltre le quali si intravede un’ambientazione unica, dona comunque la sensazione di essere immersi in un paesaggio reale. La dovizia di particolari (tipica del filone tardogotico e del tutto accostabile a quella dei  tacuina sanitatis diffusi nel secondo Trecento), contrasta con i caratteri tipici della figurazione medievale quali la gerarchia proporzionale o la vista a volo d’uccello accostata a un forte ribaltamento del piano prospettico.

Forma, funzioni e idee

Quello della raffigurazione dei mesi attraverso le attività agricole relative è un tema già molto diffuso, soprattutto nella scultura romanica ( Vol. I pp. 380-386). L’ambiente di corte, di cui molta della raffinata arte del Gotico internazionale è espressione, attribuisce tuttavia a questo tema un significato profondamente diverso: le fatiche dei campi non rappresentano più il riscatto dell’uomo dal peccato originale, ma divengono qui una sorta di fondale idilliaco per la visione fiabesca del mondo cavalleresco. Accade così che alle attività agricole si affianchino adesso quelle tipicamente aristocratiche (come la caccia col falcone) e gli svaghi di corte.
Il tema dei mesi si presta insomma a descrivere e riassumere la concezione della Natura e dell’Uomo e il loro rapporto con Dio: l’uso, assai longevo, di questa tipologia di rappresentazione ci permette di comprendere i mutamenti che nel tempo tale concezione subisce. Lo stesso soggetto, infatti, affrontato a settant’anni di distanza, ci restituirà un panorama totalmente mutato: quello della feconda complessità derivata dal recupero del pensiero dell’antichità ( pp. 156-157).

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò