La città ideale
3.1 La città ideale
Le tavole di Urbino, Berlino e Baltimora
In questo ambito teorico rientrano tre celebri tavole dalla datazione e dall'attribuzione tuttora incerte: si tratta di raffigurazioni di scenari urbani dipinti su tavole, probabilmente parti di un arredo di un palazzo o di una villa nobiliare.Le tre tavole, cosiddette di Urbino (2), Berlino (3) e Baltimora (4) dal nome delle città ove sono conservate, facevano probabilmente parte di un unico insieme. Il comune denominatore delle tre opere è innanzitutto il soggetto: tre paesaggi urbani del tutto (o quasi, come nella tavola di Baltimora) privi di figure umane, costruiti su rigide griglie prospettiche che accolgono edifici di varia natura, aspetto e funzione, ma tutti di derivazione classica.
L'architettura è l'unica protagonista della scena, con tutto il suo vocabolario di stilemi classicisti, dal tempio "cristianizzato" della tavola di Urbino (come denunciato dalla croce sulla copertura) all'anfiteatro della tavola di Baltimora, al loggiato decorato all'antica di quella di Berlino, passando per il repertorio di edifici dal gusto rinascimentale.
Vari nomi sono stati suggeriti come ipotetici artefici, da Francesco di Giorgio Martini a Luciano Laurana; per la tavola di Urbino è stata addirittura avanzata l'ipotesi che fosse di Leon Battista Alberti, il cui ingegno e la cui sintesi espressiva potrebbero aver ispirato una composizione di così alto valore artistico e intellettuale.
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò