La fortuna del genere
Il ritratto, come genere autonomo, slegato da altro soggetto, ha particolare fortuna e sviluppo a partire dal Quattrocento, perché incontra il gusto e l’interesse del ceto borghese. Parallelamente e per ragioni in parte analoghe, l’effige del committente, spesso accompagnato da esponenti della sua famiglia e della sua cerchia, poteva trovare spazio all’interno di opere a soggetto sacro (► pp. 162-163).
Si tratta di un fenomeno che, in Italia, si lega strettamente con il mutato contesto culturale dell’Umanesimo (l’affermazione della dignità dell’Uomo e della sua individualità sembra trovare un’efficace concretizzazione nel nuovo interesse accordato al genere); mentre nelle Fiandre può essere messo in relazione con lo sviluppo economico della borghesia mercantile. È in quest’ultimo ambito che si rintracciano i primi e più evidenti segnali del rinnovamento.