ANALISI D'OPERA - Piero della Francesca, Battesimo di Cristo

Analisi D'opera

Piero della Francesca

Battesimo di Cristo

  • 1445 ca.
  • tempera su tela, 167x116 cm
  • Londra, National Gallery

L’opera è stata probabilmente eseguita da Piero della Francesca poco dopo la collaborazione con il proprio maestro, Domenico Veneziano, nella realizzazione degli affreschi per Sant’Egidio e contiene in sé tutti i caratteri sui quali si fonderà il suo stile maturo. Il dipinto costituisce la tavola centrale di un polittico smembrato, del quale si conservano al Museo Civico di Sansepolcro i rimanenti scomparti (eseguiti da un altro pittore). Ancora discusse sono la sua collocazione originaria e l’identità del committente.

Descrizione

In primo piano, sulla linea mediana del dipinto, è posta la figura del Cristo che, a mani giunte, riceve il battesimo da Giovanni. Sopra di loro c’è la colomba che simboleggia lo Spirito Santo, dalla quale discendono i sottili raggi dorati della grazia divina. La figura che si denuda sulla destra potrebbe essere lo stesso Gesù rappresentato nel momento della preparazione alla ricezione del sacramento. Dietro di essa si intravedono altri tre personaggi, dignitari vestiti alla maniera greca, uno dei quali solleva il braccio a indicare il prodigio del cielo che si spalanca e dello Spirito Santo che discende. La carica innovativa portata in Italia dalla diffusione della pittura fiamminga è visibile sia nella minuzia descrittiva degli elementi più lontani del paesaggio e dei minimi dettagli delle figure e della vegetazione, sia nel trattamento coloristico generale. Un’eccezionale nitidezza viene raggiunta grazie a questa luminosità diffusa, mutuata dalla tavolozza chiarissima di Domenico Veneziano, ma nella pittura di Piero della Francesca le qualità tonali d’origine fiamminga si coniugano con una conoscenza estremamente approfondita delle regole prospettiche. In questo dipinto sono le figure stesse e tutti gli altri elementi presenti nel paesaggio ad assumere un “carattere architettonico”. Il pittore opera infatti una semplificazione delle forme rendendole analoghe a dei solidi geometrici: si noti per esempio come il fusto dell’albero in primo piano, o le gambe del Cristo e degli angeli, ricordino visivamente delle colonne.

Forma, funzioni e idee

Basandosi sul teorema di Pitagora si può disegnare una serie infinita di rettangoli di misura sempre maggiore che mantengono però costante la proporzione tra i due lati: un rettangolo che abbia il lato lungo della stessa misura della diagonale del quadrato costruito sul lato corto ha infatti sempre il medesimo rapporto di 1:1,414 tra lato corto e lato lungo. Questo è lo schema che probabilmente Piero della Francesca ha utilizzato sia per decidere le misure totali del riquadro sia per determinare la forma della tavola, ma anche per costruire la composizione stessa della rappresentazione. Il fusto dell’albero, per esempio, può apparire disposto casualmente e invece anche l’asimmetria che esso genera è calcolata secondo lo schema visto in precedenza, il quale disegna due aree di estensione diversa ma legate da un preciso rapporto proporzionale reciproco. Lo stesso procedimento è servito per posizionare la colomba, la figura del Cristo e l’orizzonte sul quale giace il paese che si vede in lontananza e che simboleggia Gerusalemme. Ecco un altro esempio, oltre a quello della prospettiva, di come la geometria diventi, in epoca rinascimentale, strumento per rappresentare, organizzare e indagare la natura.

Contesti d’arte - volume 2
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