Le ragioni del confronto
I due vasi, della stessa tipologia (il cratere), sono stati realizzati a poca distanza di tempo (circa mezzo secolo) e nel medesimo luogo. Il confronto tra i due può dunque rendere evidente quale deciso mutamento di stile abbia accompagnato l’introduzione della tecnica della decorazione a figure rosse nella pittura vascolare attica.
La decorazione si slega dalla sua stretta dipendenza rispetto alle varie parti del vaso, che fino a questo momento doveva invece evidenziare e assecondare, avvicinandosi alla pittura vera e propria. Se infatti nel Vaso François viene mantenuta l’organizzazione in registri sovrapposti, tipica della ceramica greca fin dalle origini (► p. 78), nel Cratere di Sarpedonte compaiono due sole scene, che occupano ciascuna metà della superficie dell’ampio collo. Alla semplice successione orizzontale dei vari personaggi, la cui disposizione nella profondità spaziale è solo accennata, si sostituisce adesso una più complessa articolazione delle figure nello spazio, evidente nell’intreccio tra le gambe di Hýpnos e quelle di Sarpedonte: si notino in particolare il polpaccio e il piede della gamba sinistra di quest’ultimo nei quali troviamo un accenno di scorcio (la rappresentazione di una figura su un piano obliquo rispetto al punto di osservazione).