SVILUPPI E TENDENZE: Naturalismo e realismo nel Gotico

SVILUPPI E TENDENZE

Naturalismo e realismo nel Gotico

L’arte del Duecento e del Trecento riflette una mutata sensibilità, un nuovo orizzonte filosofico nel quale l’uomo assume una maggiore centralità: cambia il suo rapporto con la natura e con il divino.
Fondamentale, da questo punto di vista, è la diffusione dell’ideologia francescana, che nella natura riconosce il bello in quanto segno della creazione divina e che vede nelle buone azioni condotte in vita un viatico verso la salvezza. Ci si allontana così dalla tradizione bizantina – che mira a esprimere l’eterno, l’intangibile, l’immutabile – per intraprendere una discesa nella storia e nella contemporaneità. Per questo motivo i ricchi committenti di opere sacre compaiono nei dipinti accanto ad angeli e santi e i personaggi delle Sacre Scritture sono colti in attimi di umana quotidianità, come avviene nel giottesco abbraccio di Anna e Gioacchino ( p. 438) o nel tenero scambio di sguardi tra Maria e il Bambino di Pietro Lorenzetti ( p. 452). Paradigmatica in questo senso l’immagine di san Francesco dipinta da Cimabue nella Basilica inferiore di Assisi: un vero e proprio ritratto nel quale la santità non prescinde dalla rappresentazione della fisicità dell’uomo.
Gli affreschi della Cappella Bardi in Santa Croce, ultimo grande ciclo pittorico di Giotto, rappresentano da questo punto di vista uno dei momenti più alti di sintesi tra le varie anime dell’arte gotica. La narrazione storica e l’insegnamento religioso si fondono assieme, così come la monumentalità classica dei corpi e la compostezza dei gesti e degli affetti convivono con le eleganze francesi e con l’inserimento di piccole, commoventi notazioni di realtà quotidiana.
Questo nuovo linguaggio figurativo, tanto attaccato al reale quanto capace di esprimere concetti filosofici e religiosi, viene a ragione paragonato alla lingua di Dante, quel volgare col quale il poeta dà sistemazione organica alla storia, alla politica, alla morale e alla teologia del tempo.
Nel particolare tratto dalla Visitazione del pulpito realizzato per il Duomo di Siena da Nicola Pisano, possiamo osservare come l’artista compia un passo ulteriore: non si limita a raffigurare con verosimiglianza le sue figure e lo spazio entro cui si muovono, ma registra le accidentalità che si possono osservare nel volto di una qualsiasi donna anziana. In questo caso è possibile parlare di “realismo”, ovvero della volontà di rappresentare in modo fedele la realtà.
La stessa volontà si rintraccia in quelle ambientazioni giottesche che, derivate dall’osservazione diretta del paesaggio, mostrano la natura nei suoi aspetti geologici, botanici e faunistici.
Per il pensiero francescano un’immagine realistica era poi funzionale alla pratica devozionale, perché consentiva un maggior coinvolgimento emotivo da parte del fedele che percepiva l’esempio di Cristo e dei santi come esperienze vicine e concrete.

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Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico