ANALISI D'OPERA - Cappella Palatina

Analisi D'opera

Cappella Palatina

  • 1132-1140
  • Palermo, Palazzo dei Normanni

La costruzione della cappella – posta all’interno del palazzo dei Normanni come spazio religioso privato destinato al sovrano e ai suoi familiari – risale all’epoca di Ruggero II d’Altavilla, che la consacrò nel 1140. La decorazione musiva è invece successiva: sono del 1143 i mosaici del presbiterio (come indica l’iscrizione della cupola), mentre quelli delle navate sono stati realizzati sotto Guglielmo I (1154-1166) e Guglielmo II (1166-1189). La cappella, profondamente rimaneggiata all’esterno, conserva l’impianto e la decorazione originari.

Descrizione

La pianta basilicale, di tradizione latina, convive con l’ampio spazio destinato al presbiterio a impianto centrale, sormontato da una cupola emisferica (ricordiamo che la pianta centrale ebbe in Oriente una notevole diffusione). Anche le dieci colonne romane di granito che dividono le navate si rifanno alla tradizione latina, ma sostengono alti archi a sesto acuto tratti dalla tradizione architettonica araba. Il recupero dell’antico è ravvisabile, oltre che nel reimpiego di materiale di spoglio, in alcuni arredi sacri, come nella decorazione plastica del cero pasquale, il cui fusto è animato da tralci vegetali su cui si collocano figure umane e animali.
Sono bizantini i mosaici a soggetto religioso ( p. 389) che rivestono completamente le pareti della cappella, mentre l’alto zoccolo a lastre marmoree e la pavimentazione a tarsie appartengono alla tradizione araba, come il prezioso soffitto ligneo a muqarnas (che significa “a alveoli” oppure “a stalattiti”), opera di maestranze islamiche.

Forma, funzioni e idee

La chiesa costituisce uno splendido esempio di Romanico siciliano, ed è un’efficace testimonianza delle vicende storiche e politiche dell’isola: racconta la felice convivenza nella Sicilia normanna di tante e diverse presenze e tradizioni che compongono un ricchissimo tessuto artistico e culturale.
La presenza del trono in controfacciata ha fatto ipotizzare che l’ambiente fosse impiegato anche come sala di rappresentanza. L’ipotesi è sostenuta anche dall’osservazione dei soggetti che decorano le tavole dipinte del soffitto: le pitture raffigurano i piaceri della vita di corte e gli svaghi del sovrano, temi scarsamente attinenti a una destinazione esclusivamente religiosa dell’ambiente.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico