Unità 14 Il Romanico

Le coordinate dell’arte

L’Europa dopo l’anno Mille 

Dopo l’anno Mille (discrimine cronologico tra l’Alto e il Basso Medioevo) in Europa si apre un periodo di grande sviluppo economico, sociale e culturale. Cessate le invasioni da parte di popolazioni nomadi, l’agricoltura riceve un rinnovato impulso che va a sostegno di una forte crescita demografica. Nei centri urbani la ripresa delle attività produttive e dei commerci porta alla formazione di una nuova classe borghese il cui peso nella vita comunitaria si misura nella nascita delle entità comunali che tendono a conquistare una propria autonomia nei confronti del potere feudale.
Alla crescita economica si accompagna anche la formazione di quella che potremmo definire una nuova identità europea. Se è vero che dal disgregamento dell’impero carolingio e ottoniano si creano quelle nuove entità politiche che saranno le future nazioni, è anche vero che queste, pur distinte per cultura e lingua, mantengono come valori unificanti il glorioso passato romano e la fede cristiana.

Il significato del termine “Romanico” 

L’arte romanica, ovvero l’arte europea dei secoli XI e XII, riflette questo panorama sociale, economico e culturale. Lo studioso francese Charles de Gerville utilizza per primo, nel 1818, la definizione di roman per indicare l’architettura europea di questo periodo. Il termine (da non confondersi con romain che significa “romano”) è lo stesso che nell’ambito degli studi letterari indica le lingue romanze ovvero neolatine. Solo un anno dopo lo storico inglese William Gunn parla di romanesque (con evidente richiamo al dialetto romanesco) volendone sottolineare il carattere in un certo senso accostabile a quello della lingua “volgare”. Entrambe le definizioni sono utili a chiarire l’essenza dell’arte romanica, nata da una radice comune, il filone più popolare dell’arte tardoromana, amalgamatasi con quella dei popoli barbarici e poi differenziatasi nelle varie aree geografiche. Non si tratta dunque, nel caso del Romanico, di un semplice recupero di modelli antichi, ma della fondazione di una nuova arte.

I caratteri comuni 

A caratterizzare l’architettura romanica è, in primo luogo, la reintroduzione delle coperture in muratura il cui utilizzo era stato abbandonato in epoca altomedievale. Proprio per sostenere il peso delle volte vengono ispessiti i muri, introdotti i pilastri (spesso alternati alle colonne) e rimpicciolite le finestre (per evitare l’indebolimento dei muri stessi). Ne risulta un effetto di poderosi contrasti luminosi generati da stretti fasci di luce che lambiscono gli elementi strutturali in rilievo (quali le semicolonne che scandiscono verticalmente le pareti e i costoloni delle volte) contrapposti al buio profondo delle navate laterali e dei matronei. La chiarezza delle possenti strutture della chiesa romanica fa sì che si percepisca già a un primo colpo d’occhio la sua volumetria, tutta giocata sul cubo e sull’arco a tutto sesto, molto diversa dallo scorrere visuale longitudinale delle basiliche paleocristiane.

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IL TEMPO
LE OPERE
XI secolo d.C.
1014 Enrico II seda la rivolta dei feudatari laici del Nord Italia sconfiggendo Arduino  
1015 Rainolfo Drengot guida lo sbarco normanno nel Meridione d’Italia e fonda la Contea di Aversa  
1027 La dinastia di Franconia sale al potere del Sacro romano impero con Corrado II il Salico  
1037 Corrado II promulga la Constitutio de feudis riconoscendo il diritto di ereditarietà dei piccoli feudi  
1040 Inizio costruzione della Chiesa abbaziale di Jumièges
1041   Inizio costruzione Sainte-Foy a Conques
1042 I Normanni conquistano la Puglia e la Lucania fondando la Contea di Melfi
1063 Inizio costruzione Basilica di S. Marco a Venezia
1064 Inizio costruzione Cattedrale di Pisa

1066 Inizio costruzione Chiesa abbaziale di Montecassino
1072(-1086) Affreschi di Sant’Angelo in Formis
1075   Inizio costruzione Cattedrale di San Giacomo a Santiago di Compostela
1076 Concilio di Worms, l’imperatore Enrico IV dichiara decaduto papa Gregorio VII
1077 Enrico IV implora il perdono di Gregorio VII per sedare la rivolta dei feudatari italiani (umiliazione di Canossa)
1080 Inizio ricostruzione della Cattedrale di Spira
1087 Inizio costruzione Basilica di San Nicola a Bari
1088   Inizio costruzione Cluny III
1090
Inizio costruzione Duomo di Parma
1091 Ruggero, re normanno, strappa la Sicilia agli Arabi
1093   Inizio costruzione Cattedrale di Durham
1096-1099 Prima crociata
1098   Inizio costruzione Basilica di Sant’Ambrogio a Milano
1099(-1106)   Duomo di Modena
Dal 1099   Rilievi di Wiligelmo nel Duomo di Modena
XII secolo d.C.
1122 Il concordato di Worms pone fine alla lotta delle investiture tra papa e imperatore
1130 Ruggero II è incoronato re di Sicilia e duca di Calabria e Puglia  
1131   Inizio costruzione del Duomo di Cefalù
1138   Rilievi di Nicholaus nella Basilica di S. Zeno a Verona
1147-1149 Seconda crociata  
1152 Sale al trono imperiale Federico I di Svevia (Federico Barbarossa) che si impegna in una lunga lotta contro i Comuni del Nord Italia  
1172   Inizio costruzione Duomo di Monreale
1176 Nella battaglia di Legnano la Lega Lombarda sconfigge il Barbarossa  
1178   Deposizione dalla Croce di Benedetto Antelami
1183 Con la pace di Costanza si giunge a un compromesso tra il potere imperiale e l’autonomia dei Comuni  
1187 I Turchi riconquistano Gerusalemme  
1189-1192 Terza crociata  
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La circolazione dei modelli e delle idee 

Possiamo indicare l’area franco-tedesca come il luogo della prima applicazione di questi procedimenti costruttivi (alcuni caratteri che potremmo definire “preromanici” erano del resto già presenti nell’architettura ottoniana) che si sono poi diffusi nell’intero territorio europeo con una rapidità senza precedenti, grazie all’intima connessione tra il fenomeno del pellegrinaggio e la costruzione di nuovi monasteri e abbazie. Nel corso dell’XI e del XII secolo, infatti, migliaia di fedeli si spostano da ogni parte d’Europa verso la tomba di san Giacomo a Santiago di Compostela oppure quella di san Pietro a Roma o ancora verso i molti luoghi di apparizione di san Michele sparsi tra Mont Saint-Michel in Normandia e Monte Sant’Angelo in Puglia. Le abbazie sono, oltre che luoghi di culto nei quali adorare le reliquie dei vari santi, ripari per la sosta e il ristoro dei viandanti. Lungo queste rotte si spostano anche gli artisti, le maestranze e gli architetti (che spesso sono essi stessi vescovi o abati).

Varietà di influssi 

Proprio questa rapida e intensa circolazione di uomini e di idee fa sì che opere concepite quasi contemporaneamente ma distanti geograficamente presentino caratteri simili mentre altre, magari realizzate nella stessa regione, risultino tra loro molto differenti perché influenzate da modelli giunti da luoghi diversi. Volendo riassumere schematicamente questa varietà, potremmo indicare come sue componenti principali l’apporto dell’antichità romana, quello barbarico, quello paleocristiano, quello bizantino e quello islamico. Se i primi tre possono essere in un certo senso considerarti come “connaturati” e il terzo già presente e attivo nella penisola da secoli, il contatto con la cultura araba è un aspetto storicamente più recente ma molto importante per il Medioevo. La conquista normanna del meridione d’Italia (avvenuta tra il 1015 e il 1077) pone termine al potere politico degli Arabi in Sicilia (dove erano presenti dal 902) ma non all’influsso della loro cultura. Fondamentali in questo senso sono i contatti, spesso anche conflittuali, sia con l’Oriente sia col mondo islamico delle Repubbliche marinare. In questo modo si spiega una penetrazione di caratteri arabi che non si limita al Sud Italia ma arriva fino a Venezia e a tutta la costa tirrenica toscana e ligure.

Le arti figurative 

L’aspetto forse più appariscente dell’innovazione romanica nel campo delle arti figurative è il grande ritorno al linguaggio plastico. Sebbene la statuaria vera e propria (ovvero la realizzazione di sculture a tutto tondo come opere autonome) ricompaia solo più tardi, ovvero al passaggio tra Gotico e Rinascimento, è anche vero che tutti i maggiori edifici religiosi di quest’epoca sono adornati con bassorilievi e altorilievi concepiti come intimamente connessi alla struttura architettonica stessa. Il linguaggio della scultura romanica risulta ancora fortemente incentrato su quello tardoromano e su quello barbarico. Al primo può essere ricondotto l’utilizzo di soluzioni formali simboliche e astratte (come la gerarchia proporzionale o l’assenza della resa spaziale) oltre che i volumi tozzi e semplificati; al secondo invece possono ascriversi i motivi ornamentali costituiti da fitti intrecci fitomorfi e il gusto per le creature fantastiche e mostruose che popolano capitelli, portali e pulpiti delle chiese romaniche.
La pittura, in special modo la decorazione musiva, risulta ancora pesantemente influenzata dalla tradizione bizantina (che verrà superata definitivamente solo in epoca gotica). Accanto alla cristallizzazione degli stilemi tipici dell’Oriente possiamo tuttavia osservare una certa tendenza alla “presenza fisica” dei personaggi delle raffigurazioni dipinte. Tale fenomeno interessa soprattutto la decorazione ad affresco che torna in auge proprio in epoca romanica (per soppiantare definitivamente il mosaico in epoca gotica). Accade così che sotto i grafismi preziosi dei panneggi bizantini si inizino a percepire indizi di volumetria anatomica o che figure dall’aspetto ieratico vengano calate in ambientazioni dotate di una certa resa spaziale.

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Forma, funzioni e idee

In epoca romanica vengono introdotte anche soluzioni architettoniche del tutto nuove che rispondono direttamente a necessità dettate dal mutato clima culturale, ideologico e religioso. Il culto delle reliquie, per esempio, porta alla costruzione di ampie cripte, ambienti sotterranei nei quali venivano conservati i resti dei santi, alle quali si accedeva dalle zone adiacenti il presbiterio (che spesso viene sollevato su un pontile proprio per creare l’accesso alla cripta stessa).
Per agevolare il deflusso dei numerosi pellegrini e per evitare che il loro passaggio interferisse con le attività svolte dai religiosi nel presbiterio viene invece concepito il deambulatorio, una sorta di corridoio che passa alle spalle del presbiterio correndo lungo l’abside.
Ma, oltre che per necessità pratiche, certe soluzioni possono essere lette anche in chiave simbolica. I sottili fasci di luce che filtrano dalle strette finestre tendono a concentrarsi nella navata centrale e ancor più nella zona dell’altare quasi a sottolineare la fede che viene a rischiarare le tenebre del peccato e dell’ignoranza. Questa dicotomia luce/ombra-bene/male trova un riflesso anche nella rappresentazione diretta del dolore, del peccato e del male che troviamo simboleggiati nelle creature mostruose delle decorazioni a rilievo. A ogni elemento raffigurato è assegnato un significato (l’aquila è la forza, il pellicano il sacrificio di Cristo, l’albero la vita) e perfino quelli che sembrano semplici ornamenti geometrici nascondono spesso allusioni simboliche per noi non sempre comprensibili ma che dovevano invece essere allora comunemente note. A differenza di quella aulica e raffinata delle corti carolingia e ottoniana, l’arte romanica intende infatti rivolgersi a fasce il più possibile ampie di una popolazione che all’epoca era costituita per lo più da analfabeti. Essa riflette insomma quella crescita sociale e culturale, fatta di partecipazione alla vita comunitaria e di diffuso fervore religioso, che caratterizza i secoli XI e XII. La cattedrale romanica non è, infatti, solamente un edificio religioso: in assenza di un’edilizia civile, che si sarebbe sviluppata comunque di lì a poco, essa era l’espressione stessa della comunità che tutta intera concorreva, a vario titolo e in varia misura, alla sua costruzione e al suo abbellimento. Lì, oltre ai riti religiosi, vi si tenevano assemblee e vi si conducevano perfino affari; lì erano custoditi i tesori, materiali e immateriali, dell’intera città. Le sue decorazioni pittoriche o scultoree erano monito morale, insegnamento dottrinario e insieme espressione dei valori dell’intera comunità. Proprio questo concentrarsi dell’orgoglio e dell’identità stessa della città nella propria cattedrale apre la competizione all’ingaggio dei migliori architetti, scultori e pittori che tornano adesso a firmare orgogliosamente le proprie creazioni.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Quando: il Romanico è l’arte europea dei secoli XI e XII.
  • L’architettura romanica: gli elementi architettonici caratteristici sono le volte in muratura, i muri spessi, le finestre piccole, l’utilizzo dell’arco a tutto sesto.
  • Gli influssi esterni: le componenti più importanti del Romanico sono quella tardoromana, paleocristiana, barbarica, bizantina e islamica.
  • L’arte romanica: in questo periodo tornano la scultura (anche se sempre subordinata alla funzione di decorazione architettonica) e la pittura ad affresco.
  • Il linguaggio figurativo: l’arte romanica adotta un linguaggio simbolico per essere comprensibile anche alla popolazione analfabeta.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico