Unità 13 Longobardi, Carolingi e Ottoniani

Le coordinate dell’arte

La realtà diversificata della Penisola 

Come si è visto nell’unità precedente, la presenza di popolazioni barbariche sul territorio che un tempo costituiva l’impero d’Occidente ha portato alla creazione di nuovi regni. Tra questi, quello dei Longobardi riveste un’importanza notevole nella storia della Penisola tra il VI e l’VIII secolo. I suoi possedimenti, organizzati in ducati dotati di larga autonomia, con capitale a Pavia, sono suddivisi tra Langobardia maior (Italia settentrionale e Toscana) e Langobardia minor (ducato di Spoleto) e sono separati tra loro dai territori bizantini (Ravenna, l’Esarcato e le regioni più a sud della Penisola) e dalle terre pontificie (che si estendono dal Lazio settentrionale alla Romagna). Nel VII secolo, con l’abbandono della fede ariana in favore di quella cattolica e la promulgazione dell’Editto di Rotari (643), il primo codice scritto di leggi longobarde, può dirsi conclusa l’integrazione dei Longobardi alle strutture politiche e sociali, oltre che religiose e culturali, della tradizione romana. È un fenomeno graduale che porta alla formazione di una nuova civiltà, romano-barbarica, che nelle regioni settentrionali durerà fino alla sconfitta subita da parte dei Franchi nel 774 e fino all’XI secolo in quelle meridionali, quando i ducati verranno conquistati dai Normanni.
A partire dal VII secolo, iniziano a penetrare in Italia anche gli Arabi, già padroni di territori importanti del Mediterraneo – dalla Siria alle coste dell’Africa, alla Spagna – grazie a una serie di spedizioni di saccheggio verso la Sicilia. L’influenza di questa cultura così particolare e caratterizzata riguarderà soprattutto gli aspetti relativi alla decorazione e si esprimerà in forme piene e compiute nel periodo romanico.
A una realtà politica così composita fa riscontro, nel campo delle arti e della cultura, una costante tensione tra le diverse componenti – bizantina, “barbarica”, araba – e la ricerca di una continuità con il mondo tardoantico.

La Chiesa e gli imperi 

Parallelamente la Chiesa accresce il proprio prestigio grazie a una sapiente politica di alleanze con la nascente dinastia dei Carolingi: legittimando il potere dei Franchi, un popolo di origine germanica che sotto la guida carolingia mira a imporre la propria autorità ben oltre il territorio di origine, si assicura la conversione dei popoli da loro sottomessi e la protezione dei propri territori in Italia, minacciati da un lato dall’espansionismo longobardo e dall’altro dalla pressante presenza bizantina (senza considerare la preoccupazione con cui il Papato osservava l’espansionismo arabo in Occidente).
Carlo Magno (742-814) rinnoverà l’alleanza con la Chiesa ponendo fine alla dominazione longobarda in Italia e, attraverso una politica di espansione territoriale, dà avvio al suo progetto di restaurazione dell’impero (popolazioni diverse vengono unite tra loro sotto lo stesso credo). Nella notte di Natale dell’800, nella Basilica di San Pietro a Roma, papa Leone III lo incorona “imperatore dei Romani”, rendendo ancor più esplicito il legame della Chiesa con la casata franca. Alla morte di Carlo l’unità dell’impero andrà progressivamente perdendosi per le spinte antagoniste degli eredi e le continue incursioni da parte di Normanni, Avari e Ungari.
Il progetto verrà ripreso dalla dinastia sassone degli Ottoni. Ottone I (962-973), dopo aver ristabilito la pace lungo i confini del proprio regno sconfiggendo nel 955 gli Ungari, un popolo nomade e bellicoso responsabile di continue incursioni e scorrerie in territorio tedesco, e al suo interno ponendo sotto la propria autorità i feudatari tedeschi, darà compimento alla sua idea unificando sotto la stessa corona Germania e Italia (sarà consacrato dal papa nel 962 a Roma). Il Sacro romano impero germanico ha tuttavia una modesta durata: nel 1002, con la morte di Ottone III senza eredi, la casata si estingue.

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IL TEMPO
LE OPERE
VI secolo d.C.
VI secolo   Fibule visigote a forma di aquila
569 Invasione dell’Italia da parte dei Longobardi di Alboino  
570 Nascita del profeta Maometto  
590-615 ca.   Lamina di Agilulfo
VI-VII secolo Legatura dell’Evangeliario di Teodolinda
632 Morte del profeta Maometto, inizio dell’espansionismo arabo  
643 Editto di Rotari: primo codice scritto di leggi longobarde
650 ca. Inizio del processo di conversione dei Longobardi al Cristianesimo
VI-X secolo Affreschi della Chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio
692 Moschea della Cupola della Roccia
VIII secolo d.C.
Inizio VIII secolo Conquista araba dei territori spagnoli e del Sud Italia
VIII secolo   Chiesa di Santa Sofia a Benevento
712-744 Liutprando diventa re dei Longobardi: inizio della cosiddetta rinascenza liutprandea
732 Battaglia di Poitiers: Carlo Martello blocca l’avanzata araba
737-744 Altare del duca Ratchis
760 ca. Figure di sante dal Tempietto di Santa Maria in Valle
760-790   Abbazia di Lorsch
774 Carlo Magno conquista il regno dei Longobardi
794-805   Cappella Palatina
IX secolo   Statuetta equestre di Carlo Magno
800 Incoronazione di Carlo Magno a imperatore del Sacro romano impero
814 Morte di Carlo Magno
831 Gli Arabi assediano Palermo
835-850   Altare d’oro di Vuolvinio
843 Trattato di Verdun: spartizione dell’impero tra Lotario I, Ludovico Germanico e Carlo II il Calvo
885   Abbazia di Corvey
888 Morte di Carlo il Grosso, fine dell’impero carolingio
X secolo d.C.
X secolo Ciborio della Basilica di Sant’Ambrogio
960-965   Chiesa di San Ciriaco a Gernrode
962 Incoronazione di Ottone I di Sassonia a imperatore del Sacro Romano impero germanico  
984   Ottone II in trono attorniato dalle Province dell’Impero
1000 ca.   Colonna di Bernward
1024 Morte di Enrico II: fine della dinastia degli Ottoni  
1059 Conquista del Sud Italia da parte dei Normanni  
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Forma, funzioni e idee

Le manifestazioni dell’arte del periodo, come è facile immaginare, sono piuttosto varie, come varie sono le influenze, dirette o indirette, che tra loro si intrecciano.
La produzione artistica dei Longobardi, popolazione di stirpe germanica tradizionalmente legata a uno stile di vita nomade, consiste in particolare nella cosiddetta arte mobiliare, ovvero oggetti facilmente trasportabili e realizzati in legno, pelle e metallo. Non è un caso infatti che la formazione dei nuovi regni porti, almeno inizialmente, al declino di alcune forme artistiche, come l’architettura o la scultura monumentale, estranee alla tradizione e alla pratica del nomadismo, ma, con la graduale integrazione dei Longobardi alla cultura romana, si osserva un progressivo avvicinamento alle forme della tradizione figurativa romana e paleocristiana, come testimoniano le crocette sbalzate in lamina dorata.
Il recupero dei modelli antichi – che inizia a delinearsi già durante l’occupazione longobarda, in particolare sotto il regno di Liutprando, e che prosegue con intento più dichiarato sotto i Franchi e gli Ottoniani – è un fenomeno che va sotto il nome di rinascenza. Con questo termine si intende mettere in evidenza la ricerca di continuità con il mondo antico, la rinascita di forme e stilemi propri di quell’epoca. Il motivo di tale recupero deriva dalla volontà dei sovrani di rievocare i fasti dell’impero romano suggerendo una continuità in termini di splendore e grandezza, che emerge soprattutto in architettura. Un esempio particolarmente eloquente è fornito dal portale di ingresso dell’Abbazia di Lorsch dove la tradizione locale, evidente soprattutto nell’uso dei materiali e del motivo geometrico a losanghe, convive con il recupero delle forme dell’arco trionfale a tre fornici. L’adesione al modello antico, durante la reggenza carolingia, non si esplica solo attraverso il recupero delle forme dell’arte ma anche nella riorganizzazione della struttura economica: Carlo Magno vieta la circolazione delle monete in corso prima della conquista franca e impone una nuova moneta, comune a tutto l’Impero, dove sul recto è visibile il profilo dell’imperatore con la corona d’alloro, come nelle monete romane del periodo imperiale.
Un significativo esempio di ambito ottoniano, invece, è fornito dalla colonna trionfale bronzea (un candelabro per il cero pasquale) prodotta nelle officine di Hildesheim, in cui è evidente il riferimento alla tipologia della colonna coclide romana (ammirata dal committente, l’arcivescovo e consigliere dell’imperatore Bernward, durante un viaggio a Roma nel 980) e al rilievo plastico della scultura antica.
Il recupero dell’ideale imperiale si traduce, dunque, nel recupero delle forme dell’arte e della cultura tardoantica: la rinascita culturale costituisce lo strumento per dare forma unitaria a un insieme composito di territori e popoli. È l’impero romano a essere preso coscientemente a modello, in particolare quello cristianizzato di Costantino.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Tante presenze e molte culture: a partire dal VI secolo la Penisola italica è un insieme composito di realtà diverse: i Bizantini lungo la costa adriatica e a sud; gli Arabi (dal VII secolo) nell’Italia meridionale e insulare; i ducati longobardi (suddivisi tra Langobardia maior e minor) e le terre pontificie che si estendono dal Lazio settentrionale alla Romagna.
  • Alleanze strategiche: l’alleanza tra la Chiesa e il Regno franco pone le basi per la creazione di un’istituzione imperiale in Occidente.
  • Gli Imperi: la notte di Natale dell’800, Carlo è incoronato da papa Leone III “Imperatore dei Romani”, un titolo che verrà assunto anche da Ottone I di Sassonia nel 961. Il Sacro romano impero germanico termina nel 1002, con l’estinzione della casata.
  • Arte longobarda: la produzione artistica consiste in oggetti facilmente trasportabili che bene si accordano con la pratica del nomadismo, originariamente praticata da questa popolazione. Con la graduale integrazione alla cultura e alle tradizioni del territorio, l’arte si avvicina alle forme romane e paleocristiane.
  • Rinascenza: il termine indica il recupero dei modelli antichi per rievocare i fasti dell’impero romano. È un fenomeno che si osserva già con il re longobardo Liutprando, ma che caratterizza soprattutto l’arte carolingia e ottoniana.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico