La diffusione del Cristianesimo
Il Cristianesimo si diffuse piuttosto rapidamente dalla Palestina verso molte zone di Africa settentrionale, Siria, Asia Minore, Grecia e Gallia meridionale, dove si stima che a metà del III secolo gran parte della popolazione fosse già convertita. A Roma le comunità cristiane, presenti a partire dal I secolo d.C., riuscirono a crescere nonostante le numerose campagne persecutorie perpetrate contro di loro da Nerone, Domiziano, Traiano, Marco Aurelio, Settimio Severo e Diocleziano; ciò fu possibile grazie alla solida organizzazione comunitaria, che garantiva mutua assistenza tra i fedeli, e alla progressiva diffusione del nuovo credo tra gli strati più alti della società romana.
Le prime testimonianze dell'arte cristiana, risalenti al III secolo, sono le pitture parietali nelle catacombe (i cimiteri ipogei costruiti dai primi cristiani) e in piccole chiese ricavate in ambienti domestici. A seguito della concessione della libertà di culto con l’Editto di Milano, promulgato da Costantino nel 313 d.C., in tutte le maggiori città dell’impero prende avvio la costruzione di grandi edifici religiosi, e si gettano le basi per la messa a punto di una vera e propria architettura ecclesiale. I nuovi edifici sacri nascono sotto il segno della continuità, sebbene piuttosto che i templi, simbolo forte della religione pagana, i cristiani scelgano i modelli derivanti dall’edilizia civile romana, quali la basilica, il ninfeo, le terme e il mausoleo. I centri maggiormente interessati da questo nuovo fervore costruttivo sono Milano, capitale dell’impero dal 286 e sede dell’importante vescovato di Ambrogio (374-397), promotore della costruzione del primo complesso basilicale (del quale però non si conservano che pochi resti), Ravenna, nuova capitale imperiale dal 402, e Roma, città del pontefice dai tempi di san Pietro apostolo.