Unità 12 Arte paleocristiana e bizantina

Le coordinate dell’arte

La diffusione del Cristianesimo 

Il Cristianesimo si diffuse piuttosto rapidamente dalla Palestina verso molte zone di Africa settentrionale, Siria, Asia Minore, Grecia e Gallia meridionale, dove si stima che a metà del III secolo gran parte della popolazione fosse già convertita. A Roma le comunità cristiane, presenti a partire dal I secolo d.C., riuscirono a crescere nonostante le numerose campagne persecutorie perpetrate contro di loro da Nerone, Domiziano, Traiano, Marco Aurelio, Settimio Severo e Diocleziano; ciò fu possibile grazie alla solida organizzazione comunitaria, che garantiva mutua assistenza tra i fedeli, e alla progressiva diffusione del nuovo credo tra gli strati più alti della società romana.
Le prime testimonianze dell'arte cristiana, risalenti al III secolo, sono le pitture parietali nelle catacombe (i cimiteri ipogei costruiti dai primi cristiani) e in piccole chiese ricavate in ambienti domestici. A seguito della concessione della libertà di culto con l’Editto di Milano, promulgato da Costantino nel 313 d.C., in tutte le maggiori città dell’impero prende avvio la costruzione di grandi edifici religiosi, e si gettano le basi per la messa a punto di una vera e propria architettura ecclesiale. I nuovi edifici sacri nascono sotto il segno della continuità, sebbene piuttosto che i templi, simbolo forte della religione pagana, i cristiani scelgano i modelli derivanti dall’edilizia civile romana, quali la basilica, il ninfeo, le terme e il mausoleo. I centri maggiormente interessati da questo nuovo fervore costruttivo sono Milano, capitale dell’impero dal 286 e sede dell’importante vescovato di Ambrogio (374-397), promotore della costruzione del primo complesso basilicale (del quale però non si conservano che pochi resti), Ravenna, nuova capitale imperiale dal 402, e Roma, città del pontefice dai tempi di san Pietro apostolo.

Dai Regni romano-germanici alle conquiste bizantine 

La storia dell’impero d’Oriente, separatosi definitivamente da quello d’Occidente alla morte di Teodosio nel 395, è destinata a durare fino al 1453. L’impero d’Occidente, invece, dopo ripetute occupazioni da parte di varie popolazioni barbariche, cade definitivamente nel 476 con la deposizione dell’ultimo imperatore, Romolo Augustolo. Nei suoi territori si formano i cosiddetti Regni romano-germanici, militarmente controllati dalle popolazioni germaniche ma con leggi e istituzioni romane. In Italia al regno di Odoacre (476-493), re degli Eruli, succede quello degli Ostrogoti guidati da Teodorico (493- 526), il quale si impegna in una politica di conciliazione religiosa, culturale e sociale della quale troviamo diretto riflesso nella grande fioritura artistica di Ravenna. Poco dopo la morte di Teodorico l’imperatore d’Oriente Giustiniano dà avvio a un’imponente campagna militare per la riconquista dei territori occidentali; il dominio bizantino sull’Italia, conquistata in seguito alla cosiddetta guerra greco-gotica (535-553), dura però un solo quindicennio: con la discesa in Italia dei Longobardi, infatti, restano sotto il controllo dell’impero solo alcune zone del meridione (Puglia, Sicilia, Sardegna e Napoli) e le aree attorno a Roma e Ravenna.
Quest’ultima in particolare, sede dell’esarca, vicario dell’imperatore, diviene il più importante centro di irradiazione dell’arte bizantina, destinata a influenzare in modo cruciale l’arte dell’intero Medioevo.

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IL TEMPO
LE OPERE
286 Milano diventa capitale dell’impero romano  
IV secolo d.C.
303-305 Grande persecuzione dei cristiani voluta da Diocleziano  
313 Costantino concede la libertà di culto ai cristiani con l’Editto di Milano  
350 ca.   Mausoleo di Santa Costanza a Roma
359 ca.   Sarcofago di Giunio Basso
380 Teodosio dichiara il Cristianesimo religione ufficiale dell’impero con l’Editto di Tessalonica  
395 Definitiva divisione tra impero d’Oriente e d’Occidente alla morte di Teodosio  
397 Morte di sant’Ambrogio, vescovo di Milano
Fine del IV secolo Mosaici della Basilica di San Lorenzo a Milano
V secolo d.C.
Inizio del V secolo Mosaici della Basilica di Santa Pudenziana a Roma
402 Ravenna diventa capitale dell’impero d’Occidente
425-430 Costruzione del Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna
432-440 Mosaici di Santa Maria Maggiore a Roma
476 Odoacre depone Romolo Augustolo: cade l’impero d’Occidente
493 Teodorico uccide Odoacre, inizia il regno degli Ostrogoti
VI secolo d.C.
505 Costruzione della Chiesa di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna
520-548 ca.   Costruzione della Basilica di San Vitale a Ravenna
529 Benedetto da Norcia fonda l’Abbazia di Montecassino  
532-537   Costruzione della Basilica di Santa Sofia a Istanbul
535-553 Guerra greco-gotica  
Metà del VI secolo   Cattedra di Massimiano
565 Invasione dei Longobardi  
604 Morte di Gregorio Magno  

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Il monachesimo 

Altro importante fenomeno, destinato a svolgere il ruolo di vero e proprio motore culturale per l’intera Europa nei secoli successivi, è il monachesimo. In Oriente, nel corso del III secolo, sorgono comunità di religiosi che si ritirano dalla vita laica per condurre un’esistenza interamente dedita alla preghiera e alla meditazione. Più tardi il fenomeno giunge anche in Occidente, dove però abbandona il carattere ascetico delle origini e propone un modello di vita sempre basato sulla stretta applicazione dei precetti religiosi ma più calato nel mondo quotidiano. Nel 529 san Benedetto da Norcia fonda l’Abbazia di Montecassino dove i monaci si dedicano alla preghiera, allo studio delle scritture e anche al lavoro dei campi, secondo il celebre motto ora et labora, “prega e lavora”. La successiva nascita di numerosi monasteri nel resto d’Europa contribuisce non solo all’evangelizzazione dei popoli, ma anche alla conservazione e alla diffusione del sapere dal momento che negli scriptoria dei monasteri si copiano testi antichi, sia pagani sia cristiani.

Forma, funzioni e idee

La comparsa delle prime tematiche cristiane nelle arti figurative non è accompagnata da una rapida mutazione di stile, tanto che l’arte paleocristiana si configura come la naturale prosecuzione della tradizione figurativa romana di epoca tardoantica, della quale mantiene il sostanziale naturalismo di fondo. Se questo fenomeno può in parte essere spiegato con il fatto che le medesime botteghe lavoravano tanto a opere di committenza pagana quanto cristiana, più complesse appaiono invece le ragioni per le quali sia abitudine diffusa quella di utilizzare anche i modelli iconografici pagani caricandoli di significati cristiani. Sia nella pittura sia nella scultura, infatti, la figura di Cristo viene variamente riproposta nelle preesistenti versioni dell’orante, del filosofo o di un giovane imberbe direttamente derivante dalle raffigurazioni di Apollo, ma assume anche le sembianze del Sol Invictus. La necessità di celare il credo religioso del committente appare una spiegazione insufficiente, dal momento che tale usanza prosegue anche dopo la promulgazione dell’Editto di Milano. È più probabile invece che si tratti di una sorta di corto circuito tra la cultura greco-romana, che ammette da sempre la possibilità di raffigurare le divinità, e l’aniconismo (ovvero il divieto di raffigurare Dio) tipico della religione ebraica (dalla quale il Cristianesimo si stacca). Utilizzare dunque figure come quella del “buon pastore” per alludere a Gesù può essere anche un modo per aggirare tale dissidio. Non è un caso in effetti che la fine dell’epoca paleocristiana venga fatta coincidere con la morte di papa Gregorio I, noto come Gregorio Magno (590- 604), colui che, definendo la pittura come “Bibbia degli illetterati”, supera la discussione sull’opportunità della raffigurazione di Dio ponendola in secondo piano rispetto alle funzioni dottrinarie dell’arte.
Dall’Oriente cristiano giunge, inoltre, un linguaggio figurativo diametralmente opposto al naturalismo della tradizione romana. Quando l’arte bizantina arriva in Italia, ha infatti già sviluppato un linguaggio simbolico che mira direttamente all’espressione del divino mediante le composizioni simmetriche, la sintesi geometrica, la ieratica e solenne frontalità delle sue figure ormai totalmente avulse da una qualsiasi relazione con lo spazio reale. Dall’incontro tra questa figurazione raffinatissima e rigidamente canonizzata e il naturalismo greco-romano nasce l’arte medievale.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Arte paleocristiana: si colloca tra la metà del III secolo e la fine del VI secolo. Il linguaggio figurativo delle prime opere di committenza cristiana è quello della tarda antichità romana.
  • Modelli dell’arte paleocristiana: i messaggi religiosi cristiani vengono inizialmente veicolati mediante l’utilizzo allusivo di modelli iconografici pagani preesistenti.
  • Architettura ecclesiale: dopo l’Editto di Milano (313) inizia la costruzione degli edifici di culto, anch’essi fortemente legati alle tipologie architettoniche romane (basilica, ninfeo, terme, mausoleo).
  • Arte bizantina: nella seconda metà del VI secolo inizia la massiccia penetrazione dell’arte bizantina in Italia.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico