ANALISI D'OPERA - Pantheon

Analisi D'opera

Pantheon

  • 118-125 d.C. ca.
  • Roma


Il Pantheon, uno dei monumenti che più hanno influito sulla storia dell’architettura, testimonia il gusto romano per i maestosi spazi interni ed è il frutto del ricorso a nuove soluzioni architettoniche. Come si è visto, un primo Pantheon – che in greco indica un tempio dedicato a "tutti gli dèi" – era stato fatto edificare da Agrippa, all’epoca della riqualificazione augustea del Campo Marzio. Danneggiato da alcuni incendi, Adriano decide di farlo ricostruire. I lavori si svolgono tra il 118 e il 125 d.C.

Descrizione

L’aspetto odierno del Pantheon è lo stesso dell’epoca adrianea, sebbene allora la parte cilindrica fosse nascosta sui lati da altri edifici adiacenti. È costituito da un pronao, da una rotonda (la cella) e da un avancorpo di raccordo. Il pronao è ricavato dal Pantheon di Agrippa, di cui viene mantenuto l’orientamento; la rotonda, invece, è costruita al posto dell’edificio di età augustea (già restaurato da Domiziano). Il pronao è formato da otto colonne di granito grigio sulla fronte, seguite da due file di quattro colonne di granito rosso; è sormontato da un timpano rivestito di marmo. Anche l’avancorpo è rivestito di marmo, mentre la rotonda è in opera cementizia, con paramento di mattoni da cui sporgono tre mensole.
L’ambiente interno della cella è costituito da una grande sala circolare coperta da un’immensa cupola emisferica, che poggia sulle pareti del cilindro. Quest’ultimo è alto esattamente quanto la cupola (21,72 metri). L’altezza totale dello spazio interno corrisponde dunque alla loro somma: 43,44 metri, uguale al diametro della base; di conseguenza, nell’intero ambiente è iscrivibile una sfera dello stesso diametro. Queste proporzioni regolari erano concepite per dare l’impressione di entrare in un ambiente governato da un’armonia assoluta, impreziosito dallo sfarzo delle decorazioni in bronzo e dei marmi policromi che rivestivano pareti e pavimento. Nelle pareti del cilindro si aprono sei ampie nicchie, a pianta rettangolare e semicircolare, inquadrate da colonne in marmo; all’ulteriore nicchia dell’ingresso corrisponde, sul lato opposto, un’abside. Tra le nicchie sono poste, su alto basamento, otto edicole, cioè piccole strutture decorative con due colonne e un frontoncino triangolare o curvilineo. Sopra le nicchie, un secondo ordine è segnato da lesene (semipilastri decorativi) in porfido che inquadrano le finestre affacciate su un corridoio anulare interno, costruito per alleggerire la struttura. La cupola si apre al centro in un oculo circolare di 8,92 metri di diametro e presenta cinque file concentriche di 28 cassettoni, di misura decrescente verso l’alto: la superficie cosi mossa produce continui giochi di luci e di ombre. L’architettura presenta una serie di accorgimenti per alleggerire la struttura: i cassettoni, per esempio, alleggeriscono la cupola, cosi come gli archi "di scarico" nella muratura in corrispondenza delle nicchie; nella composizione del cementizio, poi, sono usati materiali più leggeri a mano a mano che si procede verso l’alto, tanto che vicino all’oculo è usata una leggerissima pietra pomice.

CONFRONTI E INFLUENZE

Il Pantheon ha esercitato un’influenza notevole sugli architetti rinascimentali, e non solo, proprio per il suo carattere esemplare (edificio simbolo della Roma antica). Ritroveremo echi delle sue forme nelle architetture di Leon Battista Alberti (1406-1472): nelle facciate di Santa Maria Novella a Firenze e della Basilica di Sant’Andrea a Mantova egli recupera il rapporto tra pronao e corpo dell’edificio; mentre nella copertura del Tempio Malatestiano a Rimini, opera lasciata incompiuta di cui abbiamo indirette testimonianze, riprende l’idea di una grande cupola emisferica.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico