Le prime conoscenze risalgono al Settecento, quando, con i rinvenimenti di Pompei e dell’area vesuviana, furono portati alla luce cicli pittorici splendidamente conservati, in base ai quali vennero operate le prime classificazioni. Si deve invece al tedesco August Mau la distinzione dei reperti in quattro "stili", basata anche sul testo di Vitruvio. Elaborata alla fine dell’Ottocento, è ancora ritenuta valida, e da allora, per convenzione, si continua a usare l’espressione "stili pompeiani", sebbene in realtà ci si riferisca a tendenze stilistiche presenti in tutto il mondo romano. Anzi, i pittori che lavoravano a Pompei si limitavano spesso a recepire modi e innovazioni impiegati nelle grandi città, tra cui principalmente Roma.
Le prime conoscenze risalgono al Settecento, quando, con i rinvenimenti di Pompei e dell’area vesuviana, furono portati alla luce cicli pittorici splendidamente conservati, in base ai quali vennero operate le prime classificazioni. Si deve invece al tedesco August Mau la distinzione dei reperti in quattro "stili", basata anche sul testo di Vitruvio. Elaborata alla fine dell’Ottocento, è ancora ritenuta valida, e da allora, per convenzione, si continua a usare l’espressione "stili pompeiani", sebbene in realtà ci si riferisca a tendenze stilistiche presenti in tutto il mondo romano. Anzi, i pittori che lavoravano a Pompei si limitavano spesso a recepire modi e innovazioni impiegati nelle grandi città, tra cui principalmente Roma.