L’emozione della lettura - volume C

Omero Nel saggio Prolegomena ad Homerum (Prefazione a Omero), pubblicato nel 1795, il tedesco Friedrich August Wolf (1759-1824) indicava all origine dei poemi omerici una serie di canti separati, risalenti a epoche e autori diversi, concepiti prima dell introduzione della scrittura. Omero, pertanto, sarebbe stato solo il più famoso tra una moltitudine di autori che avevano composto e recitato canti epici incentrati su due temi principali: l ira di Achille e il ritorno in patria di Odisseo. Wolf inaugurava in tal modo la teoria analitica, che riscosse molto consenso nell Ottocento, anche perché attraverso una scomposizione dei poemi nei loro presunti elementi costitutivi spiegava le ripetizioni e le incongruenze visibili nel testo (per esempio, la presenza di personaggi, come Sarpedone nell Iliade, che muoiono due volte). Un altro studioso tedesco, Karl Lachmann (1793-1851), sulla base del medesimo approccio critico, individuò nell Iliade sedici o diciotto canti singoli che poi sarebbero stati fusi in una sola opera. Il materiale poetico era visto così come il frutto di una lunga tradizione di canti, al termine della quale alcuni compilatori avevano dato una forma divenuta con il tempo definitiva. Al fianco delle tesi analitiche che ponevano in risalto le stratificazioni del testo e le incoerenze, ma non rendevano giustizia all unitarietà dei poemi si svilupparono anche opinioni discordanti che diedero vita a una scuola unitaria, che ipotizzava l esistenza di un unico autore per ciascuna o per entrambe le opere. Soprattutto all inizio del Novecento, grazie al contributo di filologi tedeschi come Ulrich von Wilamowitz (1848-1931) e Wolfgang Schadewaldt (1900-1974), prevalse la tesi che un solo poeta, vissuto intorno all VIII secolo a.C., avesse sì raccolto materiali preesistenti, ma rielaborandoli in modo autonomo e con grande, personale forza creativa. Una svolta decisiva negli studi omerici venne dalle ricerche dello statunitense Milman Parry (1902-1935). Dopo aver studiato le tecniche compositive di cantori di gesta serbi, Parry intuì che la presenza costante di formule, cioè di espressioni o versi interi ripetuti, identici o con leggere variazioni, non costituiva un banale errore ricorrente, bensì la prova che l epica omerica fosse il frutto di una lunghissima elaborazione orale. Qn E n o lx jwn x x a v x dèi; se non è un dio, che sia considerato tale : questa scritta, in greco, compare nel dipinto che il pittore neoclassico francese Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) dedica alla gloria del poeta (il dipinto è ispirato al Parnaso lx Pa an jwn tv a a x n avvx ritratti). Omero è accompagnato dalle n xtja x x ln Iliade e dell Odissea, che siedono ai suoi piedi; alla sua incoronazione come divinità, davanti al tempio a lui dedicato, assistono poeti e alcuni artisti di tutti i tempi. Jean-Auguste-Dominique Ingres, Apoteosi di Omero, 1827. 90 Ernest Wallcousins, Omero recita l Iliade nelle strade di Atene, 1910 ca. La teoria oralistica

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Epica