L’emozione della lettura - volume C

ALLA SCOPERTA DEI TESTI 5 10 15 20 L ombra d Icaro ancor pe caldi seni del Mar Mediterraneo si spazia. Segue di nave solco che più ferva. Ogni rapidità di vènti agguaglia. Voce d uom che comandi ama nel turbine. Ode clamor di nàufraghi iterato e n ha disdegno, ché silenzioso fu quel rimoto suo precipitare. Io la vidi laggiù, verso l occaso. Era nel palischermo io co miei due remi. A prora il mio Dèspota seduto era, e guatava fiso la mia cura. Tra quegli e me subitamente vidi ignuda l ombra d Icaro apparire. Quasi il color marino aveano assunto le sue membra, ma gli occhi eran solari. Sul petto giovenile intraversate ancor gli stavan le due rosse zone, già per gli òmeri vincoli dell ale, simili a inermi bàltei di porpora. «O Dèspota, costui disse «è l antico fratel mio. Le sue prove amo innovare io nell ignoto. Indulgi, o Invitto, a questa mia d altezze e d abissi avidità! G. d Annunzio, Altius egit iter, in Alcyone, Einaudi, Torino 2010 Al tema del volo d Annunzio dedica anche un romanzo, Forse che sì forse che no, scritto nel 1909, anno in cui lo scrittore assiste alle prove di volo di Mario Calderara, primo pilota italiano e costruttore di un apparecchio. Il settembre di quell anno d Annunzio stesso decolla alla presenza del re e della regina in occasione di un premio internazionale tenuto nel Circuito aereo di Montichiari presso Brescia. L entusiasmo è tale che rilascia questa dichiarazione, pubblicata in un articolo sul Corriere della Sera dell 11 settembre: « una cosa divina. Non penso che a volare ancora . L anno successivo tiene una serie di conferenze in varie città italiane dedicate al tema del volo e conia a questo proposito il termine velivolo, preso dal latino (con il significato che 1. pe caldi seni: per le calde insenature. 2. si spazia: vaga. 3. Segue ferva: segue il solco, che ferve di più nell acqua, cioè quello lasciato nel mare dalla nave più veloce. 5. Voce turbine: ama nella bufera la voce di un uomo che comanda. 6. iterato: ripetuto. 7-8. ché precipitare: Icaro ha sdegno del clamore prodotto dai naufraghi, perché la sua caduta precipitosa, al contrario, fu silenziosa. 9. Io occaso: io la vidi (l ombra di Icaro), laggiù, verso il tramonto, a occidente (occaso). 10-11. Era remi: io ero nel palischermo, imbarcazione di grandi dimensioni. 11-12. A prora cura: a prua era il mio demone interiore (Dèspota), e guardava fisso il mio volto su cui era impressa la mia ansia interiore. 13-14. Tra apparire: tra lui e me vidi apparire all improvviso l ombra nuda di Icaro. 15. aveano: avevano. 16. le sue membra: il suo corpo. solari: per aver mirato da vicino il sole. 17-19. Sul petto ale: sul petto giovanile recava ancora i segni delle cinture rosse incrociate sul petto che legavano le ali alle spalle. 20. simili porpora: simili a cinture (baltei) di porpora che non portavano arma. Il balteo era una cintura di cuoio, pendente dalla spalla destra verso il fianco sinistro, cui si appendeva in genere la spada o altra arma. 22. innovare: rinnovare. 23-24. Indulgi avidità: cedi, o mio spirito invincibile, a questo mio desiderio di altezze e di abissi. vola con le vele ) e adattato a indicare la nuova realtà dell aeroplano. Scrive in proposito: «la parola è leggera, fluida, rapida; non imbroglia la lingua e non allega i denti; di facile pronunzia, avendo una certa somiglianza fònica1 col comune veicolo, può essere adottata dai colti e dagli incolti. Pur essendo classica, esprime con mirabile proprietà l essenza e il movimento del congegno novissimo . L ingresso del nostro paese nella Prima guerra mondiale (1915-1918) diede modo al poeta, nominato ufficiale osservatore dell aeroplano, di fomentare il sentimento patriottico anche attraverso una serie di imprese aeree, tra cui il celebre volo su Vienna (9 agosto 1918), capitale dell Impero austro-ungarico contro il quale l Italia combatteva. 1. fònica: di suono. 83

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Epica