L’emozione della lettura - volume C

ALLA SCOPERTA DEI TESTI 465 470 475 480 485 490 495 500 quando io piango; con un cenno rispondi ai miei segnali e a quel che posso arguire dai movimenti della bella bocca, mi ricambi parole che non giungono alle mie orecchie. Io, sono io! L ho capito, l immagine mia non m inganna più! Per me stesso brucio d amore, accendo e subisco la fiamma! Che fare? Essere implorato o implorare? E poi cosa implorare? Ciò che desidero è in me: un tesoro che mi rende impotente. Oh potessi staccarmi dal mio corpo! Voto inaudito per gli amanti: voler distante chi amiamo! Ormai il dolore mi toglie le forze, e non mi resta da vivere più di tanto: mi spengo nel fiore degli anni. No, grave non mi è la morte, se con lei avrà fine il mio dolore; solo vorrei che vivesse più a lungo lui, che tanto ho caro. Ma, il cuore unito in un anima sola, noi due ora moriremo . Dice, e delirando torna a contemplare quella figura, e con le sue lacrime sconvolge lo specchio d acqua, che increspandosi ne offusca lo splendore. Vedendola svanire: «Dove fuggi? esclama. «Fèrmati, infame, non abbandonare chi ti ama! Se non posso toccarti, mi sia permesso almeno di guardarti e nutrire così l infelice mia passione! . In mezzo ai lamenti, dall orlo in alto lacera la veste e con le palme bianche come il marmo si percuote il petto nudo. Ai colpi il petto si colora di un tenue rossore, come accade alla mela che, candida su una faccia, si accende di rosso sull altra, o come all uva che in grappoli cangianti si vela di porpora quando matura. Specchiandosi nell acqua tornata di nuovo limpida, non resiste più e, come cera bionda al brillio di una fiammella o la brina del mattino al tepore del sole si sciolgono, così, sfinito d amore, si strugge e un fuoco occulto a poco a poco lo consuma. Del suo colorito rosa misto al candore ormai non v è più traccia, né del fuoco, delle forze, di ciò che prima incantava la vista, e nemmeno il corpo è più quello che Eco aveva amato un tempo. Ma quando lei lo vide così, malgrado la collera al ricordo, si addolora e ogni volta che l infelice mormora Ahimè , rimandandogli la voce ripete Ahimè , e quando il ragazzo con le mani si percuote le braccia, replica lo stesso suono, quello delle percosse. Le ultime sue parole, mentre fissava l acqua una volta ancora, furono: «Ahimè, fanciullo amato invano , e le stesse parole gli rimandò il luogo; e quando disse Addio , Eco Addio disse. 464. arguire: dedurre. 479. increspandosi: agitandosi con piccole onde che ne movimentano la superficie. 488. in grappoli cangianti: in grappoli che mutano colorazione. 490. al brillio: allo scintillio. 67

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Epica