T3 - «Bruna sono ma bella»

ALLA SCOPERTA DEI TESTI T3 «Bruna sono ma bella ` Tratto da Cantico dei Cantici 1,5-17 Attribuito in passato al re Salomone, il Cantico dei Cantici è uno dei testi più enigmatici dell Antico Testamento. Se ne ignorano l epoca di composizione, l autore, le fonti, persino la natura, se religiosa o profana. Il libro, infatti, non nomina mai Dio, se non in un passo controverso. Vi si legge, invece, un inno all amore, descritto con dovizia di particolari realistici, tra uno sposo e una sposa, interpretati in genere come Dio e la nazione ebraica. Altri vi hanno visto il poema dell amore coniugale nella sua espressione umana più alta, interpretazione che facciamo nostra in questa lettura. Gustave Moreau, Cantico dei Cantici, 1853. Primo poema La sposa si presenta 5 6 Bruna sono ma bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar,1 come le cortine di Salomone.2 Non state a guardare se sono bruna, perché il sole mi ha abbronzato. I figli di mia madre si sono sdegnati con me: mi hanno messo a guardia delle vigne; la mia vigna, la mia, non l ho custodita.3 1. le tende di Kedar: le tende di una tribù beduina, discendente da Ismaele (Genesi 25,13), di un colore scuro. 2. le cortine di Salomone: le tende che Salomone fece fare per custodire il tabernacolo all interno del Tempio. 3. la mia vigna custodita: per correre dietro all amato la sposa ha abbandona- sposa to la guardia della vigna. Per altri si tratta di una metafora del cuore o del corpo stesso della donna, che si è concessa all amato. 33

L’emozione della lettura - volume C
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Epica