L’emozione della lettura - volume C

ALLA SCOPERTA DEI TESTI e ha perso il pudore che prima serbava nel ricordo del defunto marito (vv. 378-382). A fronte dei suoi molti sacrifici, non ha ottenuto nulla da Enea, neanche la gioia di un figlio che riproducesse le sembianze del padre (vv. 388-392). La difesa di Enea La risposta fredda e laconica alla donna che ha amato e continua ad amare, ma che è costretto a lasciare, mostra Enea in un atteggiamento diverso da quello mostrato nel corso del poema. Per un momento l eroe della pietas perde il suo splendore per recitare una parte poco esaltante, quasi opaca, come dimostra il basso profilo tenuto nel colloquio, proprio di chi ha vergogna di quello che sta per dire: per gli ammonimenti di Giove / teneva immobili gli occhi e con sforzo premeva / dentro al cuore l affanno (vv. 393-395). D altra parte, egli non nega il suo amore per la donna, che anzi ricorderà sempre caramente, ma rivendica la propria franchezza nel non averle mai parlato di nozze. Se il destino non l avesse costretto, non avrebbe mai abbandonato Troia, ma ora suo compito è fondare una nuova patria e seguire le indicazioni che gli vengono dagli oracoli, concordi nel condurlo in Italia: Questo è il mio amore, questa la mia patria (v. 411). Si confrontano due visioni antitetiche del mondo e della vita: all amore-passione di Didone, votato alla famiglia e all intimità domestica, si oppone l amore-dovere verso la patria e il Fato, che Enea, eroe della pietas, fa proprio e sintetizza in un verso lapidario. Io non vado in Italia di mia volontà (v. 430), egli dice, esprimendo un aspetto fondamentale della civiltà romana, che sottomette la dimensione individuale a quella pubblica. Piegato dall obbedienza a una logica politica, Enea non sa replicare agitando le stesse corde sentimentali, ma arriva persino a rimproverare a Didone l'egoismo per non consentirgli di fondare una nuova patria, lei che è già ben avviata nell edificazione della sua ( lecito anche a noi / cercare lidi stranieri, vv. 415-416). un paradosso, dal punto di vista sentimentale di Didone, che sta per essere abbandonata, ma una verità, nella prospettiva storica di Enea, che ha bisogno di rinforzare la sua posizione evocando gli imperativi che riceve dall ombra del padre (vv. 416-422) e persino dagli dèi (E proprio adesso Mercurio, messaggero dei Numi, / mandato da Giove (lo giuro per le nostre due vite) / m ha portato per l aria rapida questo comando: / Naviga!, vv. 423-426). Laboratorio sul testo COMPRENDERE 1. Che cosa intuisce Didone prima dell arrivo della fama? 2. Che cosa rimprovera Didone a Enea? 3. Qual è il solo nome che ora può dare all uomo che prima chiamava marito? 4. Da chi Enea riceve l ordine di andare in Italia? ANALIZZARE E INTERPRETARE 5. A chi è paragonata Didone che vaga per la città in preda a una passione ormai incontrollabile? a A un animale feroce. b A una baccante. c Alla dea Afrodite. d A una sibilla. 6. Perché la donna chiama Enea perfido (v. 361)? 323

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Epica