L’emozione della lettura - volume C

Virgilio | UNIT 1 | ENEIDE a TU per TU con il testo La domanda è inevitabile: si può giustificare Enea? La risposta è facile e imporrebbe oggi un coro di meritate disapprovazioni. Non possiamo che condannarlo: secondo lo schema del più convenzionale degli amori traditi, l eroe troiano è colpevole di aver sedotto e abbandonato una donna che troppo ingenuamente aveva riposto fiducia in lui. E, d altro canto, non possiamo che ammirare Didone e la sua strenua coerenza di donna sincera, che non sa porre limiti all amore, neanche quando il sentimento le spalanca gli abissi della morte. Tuttavia Virgilio ci chiede di compiere uno sforzo maggiore: lasciamo da parte accuse e improperi. Guardiamo anche l altra faccia della medaglia: Enea ha una missione da compiere, deve adempiere a obblighi superiori decisi dalla storia e dal destino. Guai ad attualizzare troppo le necessità dell eroe: non lascia la donna per la propria carriera, né calpesta l amore per coltivare le proprie ambizioni personali. Forse è meglio per una volta, almeno astenersi dal giudizio e non affollare anche con la nostra presenza le tribune delle opposte tifoserie. Alla fine, forse l unico sentimento che possiamo ascoltare è l umana indulgenza. Coscienti, come ci rende Virgilio, che due anime non potranno mai capirsi se tra esse si staglia il muro dell incomunicabilità costituita da desideri, sogni e volontà diverse. Giovanni Battista Tiepolo, Mercurio ordina a Enea di lasciare Cartagine, 1757 ca. Analisi Il discorso di Didone 322 Ormai conscia dell imminente partenza di Enea, Didone non sa più controllarsi e vaga smaniando per la città, come una baccante invasata dal dio Dioniso (vv. 354-359). Prima di riportare le parole disperate che la donna rivolge a Enea, Virgilio arricchisce la narrazione con alcune notazioni universali che hanno reso questa sezione tra le più famose dell Eneide. Per esempio, l inciso del v. 349 (chi può ingannare chi ama?) serve a spiegare il presentimento della regina che, da donna innamorata, intuisce la decisione di Enea di lasciare Cartagine molto prima che le giunga la notizia, portata dalla Fama, empia perché foriera di cattive novità. Una donna innamorata, inoltre, nell istante in cui avverte che sta per essere abbandonata, non ha più certezze: Didone è detta timorosa com era di tutto, persino di quello / che più pareva sicuro (vv. 351-352). Il dialogo che segue è un esempio perfetto di comunicazione impossibile tra due punti di vista ormai inconciliabili. La regina si rivolge a Enea chiamandolo perfido (v. 361), perché questi ha rinnegato i taciti patti che la loro unione prevedeva, nonostante non fosse stata celebrata con un matrimonio. Quella di Didone è la supplica di una donna innamorata: Per questo mio pianto / e per la tua mano, per gli Imenei incominciati / e per la nostra unione, se ho meritato di te / in qualche modo, se cara ti fu qualcosa di me, / abbi pietà della casa che crolla, lo vedi, e abbandona / questo pensiero, ti prego, se si può ancora pregarti (vv. 372-377). A causa di Enea la regina è ormai odiata da tutti i vicini, dai Numidi, da Iarba;

L’emozione della lettura - volume C
L’emozione della lettura - volume C
Epica