L’emozione della lettura - volume C

Omero | UNIT 2 | ODISSEA Un discorso esemplare Appena risvegliato dopo il naufragio, sorpreso dalle voci delle ragazze (vv. 119-126), Odisseo sottopone al vaglio della ragione le possibilità che gli si prospettano e arriva alla soluzione più adatta alla circostanza. Ricorre dunque alla metis, la sua proverbiale intelligenza pratica, e decide di scartare l idea di afferrare supplice le ginocchia della fanciulla, gesto inoltre non degno di un nobile quale egli è e che avrebbe imposto a Nausicaa un contatto fisico troppo intimo con un estraneo, peraltro così mal ridotto (vv. 141-142). Preferisce quindi attuare un tentativo di captatio benevolentiae, teso cioè a disporre benevolmente la sua ascoltatrice, intessendo a distanza un discorso di lode della bellezza e delle virtù della giovane, simile a una dea, con il quale riesce a ingraziarsi il suo favore (vv. 149-185). Le parole scelte dall eroe dimostrano un eloquenza raffinatissima, che colpisce il cuore della ragazza: Mai cosa simile ho veduto con gli occhi, / né uomo, né donna: e riverenza a guardarti mi vince. / In Delo una volta, così, presso l ara di Apollo, / vidi levarsi un fusto nuovo di palma (vv. 160-163). Odisseo paragona Nausicaa a un giovane fusto di palma dalla straordinaria bellezza visto una volta a Delo, l isola sacra di Apollo: ogni ragazza greca avrebbe desiderato ricevere un complimento di questo tipo da un uomo forte e valoroso. Forte della sua esperienza del mondo, l eroe rivela la sua profonda conoscenza dell animo umano: avvertendo la purezza virginale di Nausicaa, le augura una vita matrimoniale felice, vissuta all insegna della concordia, la più grande virtù della vita domestica (vv. 180185). Facendo tesoro della sua consumata abilità oratoria, cattura ulteriormente la sua benevolenza magnificando la felicità dell uomo che avrebbe avuto la fortuna di averla per moglie. Un comprensibile pudore La risposta della principessa dei Feaci è caratterizzata da toni magnanimi, propri della figlia di un re: dopo essersi presentata (vv. 187-197), invita le amiche a non avere paura e ad adoperarsi per aiutare il naufrago, protetto da Zeus come tutti i poveri e gli stranieri (vv. 199210). Da un punto di vista narrativo, svolge appieno la funzione di aiutante, necessaria a restituire all ospite derelitto lo statuto di eroe. L eleganza della scena è anche negli accorgimenti messi in atto per riprodurre il naturale imbarazzo provato dall uomo maturo in prossimità di giovani fanciulle. Odisseo, per esempio, manifesta il suo pudore, chiedendo di potersi lavare in disparte e non essere visto dalle ancelle (vv. 218-222). Una volta lavato e reso più bello dall intervento di Atena, che gli rende le chiome simili al fiore del giacinto (v. 231), l eroe, ricolmo di grazia sulle spalle e sul capo, si mostra nel pieno della sua bellezza virile e suscita l ammirazione di Nausicaa, che in cuor suo già lo vorrebbe come sposo (vv. 239-246). Laboratorio sul testo COMPRENDERE 1. Perché Nausicaa si è recata al fiume con le ancelle? 2. Che cosa determina l incontro tra Odisseo e la fanciulla? 3. Perché Odisseo decide di non gettarsi supplice alle ginocchia di Nausicaa? a Per non spaventare la ragazza. b Perché non ha bisogno del suo aiuto. c Perché teme sia armata. d Per paura delle ancelle. 4. Che cosa rivela Nausicaa alle ancelle dopo il colloquio con lo straniero? Trova i versi relativi nel brano. 208

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Epica