L’emozione della lettura - volume C

Omero | UNIT 2 | ODISSEA Nel frattempo la ninfa, avuta notizia da Ermes della decisione degli dèi, compie un ultimo tentativo per convincere l eroe a rimanere, promettendogli l immortalità: ma nulla può smuovere Odisseo dall intenzione di tornare in patria e Calipso, seppure controvoglia, acconsente alla sua partenza (f T3, p. 196). L eroe costruisce una zattera con la quale prende la via del mare, ma dopo diciassette giorni di navigazione tranquilla, quando ormai ha avvistato Itaca, è travolto da una tempesta suscitata da Poseidone. Riesce a salvarsi grazie a un velo miracoloso ricevuto dalla dea marina Ino che gli permette di non affogare (libro V). Il terzo giorno Odisseo approda a Scheria, l isola dei Feaci, di cui è re Alcinoo. Nel frattempo, Atena visita in sogno la figlia del re, Nausicaa, cui suggerisce di recarsi al fiume con le ancelle. Sulla spiaggia alla foce del corso d acqua si svolge l incontro della fanciulla con Odisseo, risvegliato dalle grida delle ragazze che giocano a palla (f T4, p. 202). Accolto festosamente alla corte dei Feaci, Odisseo ottiene l aiuto dal re Alcinoo e dalla regina Arete, che gli promettono di far allestire per lui una nave che lo riconduca a Itaca. Prima della partenza, però, è invitato a un banchetto, al termine del quale l aedo Demodoco canta un episodio della guerra di Troia che suscita la commozione dell ospite, il quale rivela finalmente la propria identità. Alcinoo lo esorta, pertanto, a raccontare la sua storia (libri VII-VIII). L approdo all isola dei Feaci Inizia così il resoconto delle disavventure dell eroe. Partito da Troia con i suoi uomini, Odisseo era approdato dapprima nella terra dei Cìconi, popolo selvaggio stanziato in Tracia, poi in quella dei Lotòfagi, coltivatori del loto (fiore che provoca la perdita della memoria), e infine nelle isole dei Ciclopi, esseri giganteschi con un solo occhio in mezzo alla fronte. Imprigionato da Polifemo, figlio di Poseidone, era riuscito a liberarsi con uno stratagemma: fatto ubriacare il mostro, lo aveva accecato con un palo arroventato (f T5, p. 211), attirando in questo modo su di sé l ira perenne del padre, dio del mare. La meta successiva era stata la terra del dio dei venti Eolo, dal quale Odisseo aveva ricevuto un otre contenente i venti avversi alla navigazione e la raccomandazione di tenerlo chiuso. L eroe racconta come i compagni, convinti che contenesse un tesoro, non avessero resistito alla tentazione di aprirlo, liberando in tal modo turbini violenti, causa di una tempesta e di un naufragio. Scampato al cannibalismo dei Lestrìgoni, Odisseo era approdato nell isola di Eea, regno della maga Circe, che aveva trasformato i suoi compagni in maiali. Grazie all aiuto di Ermes, egli era riuscito a resistere agli incantesimi della donna e aveva ottenuto che i compagni riacquistassero sembianze umane (f T6, p. 222). Dopo un anno trascorso da Circe (libro X) Odisseo era disceso nell Ade e qui aveva ricevuto dall indovino Tiresia una profezia relativa al suo difficile rientro in patria e alla sua morte (f T7, p. 230). La visita nell aldilà gli aveva concesso anche la possibilità di incontrare l ombra della madre Anticlea e dei compagni Agamennone, Achille e Aiace, quest ultimo ancora offeso per non aver ottenuto le armi di Achille, finite invece a Odisseo stesso. Tornato da Circe, aveva ricevuto altre istruzioni per proseguire il suo viaggio. Giunto in prossimità dell isola delle Sirene, mostri che facevano naufragare i marinai con il loro canto ammaliante, l eroe dopo aver tappato le orecchie dei compagni con la cera si era fatto legare all albero della nave per resistere alle loro lusinghe, pur ascoltandole (f T8, p. 237). Il racconto di Odisseo Pellegrino Tibaldi, Storie di Ulisse. Eolo consegna a Odisseo l otre dei venti, 1549. 176

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Epica