L’emozione della lettura - volume C

Omero | UNIT 1 | ILIADE 610 615 620 la dea diceva due figli fece, lei molti ne partorì. Ma quelli ch eran due soli tutti i molti le uccisero. E giacquero nove giorni nel sangue, non c era nessuno per seppellirli, ché in pietre aveva cambiato la gente il Cronide. Al decimo giorno li seppellirono infine i Celesti. Ebbene anche lei pensò al cibo quando fu stanca di pianto. Ora là fra le rocce, sui monti solinghi, nel Sìpilo, ove sono raccontano i letti delle divine ninfe, che danzano intorno all Acheloo, là, fatta pietra dai numi, cova il suo strazio. Pensiamo noi pure, dunque, vecchio glorioso, al cibo; poi piangerai il caro figlio, ricondotto in città; ti costerà molto pianto . Omero, Iliade, libro XXIV, vv. 468-620, trad. di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 2005 611. Cronide: Zeus, figlio di Crono. 612. i Celesti: gli dèi. 615. Sìpilo: monte dell Asia Minore, in Lidia. 616. Acheloo: fiume che sgorga dal monte Sìpilo. a TU per TU con il testo L esperienza della perdita di una persona cara, soprattutto di un familiare, rappresenta probabilmente il culmine del dolore umano. La descrizione del toccante incontro tra Priamo e Achille per la restituzione del corpo martoriato di Ettore è un esempio dell umanità degli antichi Greci, in cui diplomazia, compassione e arte retorica collaborano a creare una pagina di distensione rispetto alle vicende sanguinose del conflitto. I due uomini si rispettano, nonostante l enorme distanza e i motivi di rancore che li separano. Inoltre Priamo è più anziano di Achille: questo suscita una certa riverenza anche nello spietato eroe greco, che mostra al suo cospetto una nota di comprensione e di deferenza. Achille, il massacratore, accetta il riscatto portato da Priamo e rinuncia a nascondere la commozione. Nel suo cuore pare spegnersi l ossessione della vendetta: consolando il vecchio nemico, sembra quasi parlare a ogni uomo afflitto, ricordando che dopo il dolore è lecito (e dovuto) tornare a vivere. La sua è una lezione di amaro pessimismo, ma anche di struggente umanità, laddove indica il solo antidoto alla sofferenza nella necessità di sopportarla, sfogandola senza finzioni, con virile rassegnazione. Vincent van Gogh, Vecchio che soffre (Sulle soglie dell eternità), 1890. Analisi La condivisione del pianto 164 Afflitto per la perdita di Ettore, Priamo vince il proprio orgoglio regale e, scortato dal dio Ermes, si reca alla tenda di Achille, fuori dalle mura. Si svolge a questo punto una delle scene di maggiore commozione del poema: l anziano re di Troia si prostra supplice al cospetto dell uomo che lo ha privato del suo figlio più valoroso, quello di cui andava più fiero. Lo stupore di Achille è indescrivibile: nella tenda c è ancora la tavola, il pasto si è appena concluso e l apparizione improvvisa del re di Troia, in ginocchio, ai piedi del suo più grande avversario sorprende tutti i presenti. Le prime parole che rivolge l anziano Priamo probabilmente valgono più di ogni riscatto: Pensa al tuo padre, Achille pari agli dèi (v. 486). A differenza di Peleo che ancora può sperare nel ritorno del figlio, a lui è toccata l irrimediabile sventura di vedere morti i più valorosi tra i figli che aveva.

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Epica