L’emozione della lettura - volume C

Omero | UNIT 1 | ILIADE 340 345 350 355 360 «Per la vita ti prego, per le ginocchia, per i tuoi genitori, non lasciare che i cani mi sbranino accanto alle navi degli Achei, accetta invece a iosa il bronzo e l oro, i doni che ti faranno mio padre e la nobile madre, ma da indietro il mio corpo alla mia casa, perché con il fuoco mi onorino, quando sia morto, i Troiani e le loro donne . A lui, guardandolo storto, disse Achille, veloce nei piedi: «Non starmi, cane, a pregare per ginocchia e per genitori! Mi bastassero animo e rabbia a sbranare e divorare io stesso le tue carni crude, per quello che hai fatto, come non c è nessuno che possa al tuo corpo risparmiare i cani, nemmeno se dieci, se venti volte il riscatto venissero qui a portarmi, ed altro ancora ne promettessero, nemmeno se desse ordine di pagarti a peso d oro Priamo Dardanide; nemmeno in quel caso la nobile madre potrà piangerti steso sul letto, lei che t ha partorito, ma tutto intero ti mangeranno cani ed uccelli . Gli rispondeva in punto di morte Ettore dall elmo ondeggiante: «Bene ti vedo, ben ti conosco, non era destino che ti piegassi: è di metallo il tuo cuore nel petto. Bada piuttosto ch io non diventi per te vendetta divina quel giorno nel quale Paride e Febo Apollo, per quanto bravo, t ammazzeranno alle Porte Scee . Mentre così gli diceva, l ora della morte l avvolse, l anima volò via dalle membra e se ne scese nell Ade, rimpiangendo il proprio destino, lasciando la forza e la giovinezza. Achille chiede ai Greci di continuare l attacco contro la città, ma il pensiero del cadavere di Ma j a j a x n x vn a a n n a j xn n x avvx a j lx 1 n 395 400 Disse, e meditava un oltraggio contro Ettore divino. Forò i tendini dietro l uno e l altro piede, tra calcagno e malleolo, vi passò le cinghie di cuoio, che poi legò al carro, lasciò penzolare la testa, salito quindi sul carro e caricate le belle armi, sferzò per farli partire, né contro voglia presero il volo. Intorno a lui, trascinato, s alzò un polverone; si sparsero i capelli neri, era immersa tutta nella polvere la testa poco prima bellissima: quel giorno Zeus ai nemici concesse di farne scempio nella sua stessa terra nativa. Omero, Iliade, libro XXII, vv. 188-213, 224-363, 395-404, trad. di G. Cerri, Rizzoli, Milano 2015 338. per le ginocchia: il supplice abbracciava le ginocchia della persona alla quale chiedeva protezione; in guerra, quindi, le ginocchia del vincitore. 340. a iosa: abbondantemente. 352. Dardanide: discendente di Dardano. 357. che ti piegassi: che ti vincessi. 156 358-360. Bada Porte Scee: Ettore, sconfitto e agonizzante, profetizza ad Achille la sua futura morte. Una freccia scagliata da Paride, guidata da Apollo, lo avrebbe colpito al tallone, l unico suo punto vulnerabile. 395. meditava un oltraggio: pensava a come oltraggiare, offendere ulteriormente il cadavere di Ettore. 398. lasciò penzolare: lasciò che toccasse il terreno. 400. sferzò: i cavalli (sottinteso), in modo da far partire il carro.

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Epica