L’emozione della lettura - volume C

ALLA SCOPERTA DEI TESTI 460 465 470 475 480 485 490 495 500 nato da me! Compirono quella maledizione gli dèi, Zeus infero e la tremenda Persefone. (Allora col bronzo acuto volli ammazzarlo ma un qualche dio calmò la mia collera e in cuore mi pose la voce del popolo, il grave disprezzo degli uomini, non mi facesse chiamare in mezzo agli Achei parricida). Però il cuore in petto non poté più sopportare di vivere nel palazzo del padre mio corrucciato. Pure i parenti, e i compagni, standomi molto intorno con preghiere cercavano di trattenermi a casa; e molti forti montoni e buoi zampe curve, corna ritorte uccidevano, e molti porci fiorenti di grasso arrostivano stesi nella fiamma d Efesto, molto vino bevuto dagli otri del vecchio. Nove notti dormirono stesi intorno a me, a circondarmi, a turno facevan la guardia, mai si spegneva il fuoco, uno sotto il portico del cortile ben chiuso, un altro nel vestibolo, davanti alle porte del talamo. Quando però la decima notte scese a me tenebrosa, io allora, le porte del talamo, chiuse e sicure, spezzai, venni fuori, saltai la cinta del cortile facilmente sfuggendo ai custodi e alle schiave. E poi fuggii lontano, per l Ellade vasta contrada, e venni a Ftia fertile zolla, madre di greggi, presso il sire Peleo; ed egli m accolse benigno, m amò, così come un padre amerebbe un suo figlio, l unico, sua tenerezza, erede di molte dovizie. Egli mi fece ricco, mi diede molte genti; vivevo in fondo alla Ftia, regnando sui Dolopi. Io ti ho fatto quale tu sei, Achille simile ai numi, ché t amavo di cuore; e tu non volevi con altri né andare ai banchetti né mangiar nella casa, senza ch io ti ponessi sopra le mie ginocchia e ti nutrissi di carne, tagliandola, ti dessi del vino. E tu spesso la tunica mi bagnasti sul petto, risputandolo, il vino, nell infanzia difficile! Così ho sofferto per te molte cose, molto ho penato, pensando questo, che i numi non davano vita a mio seme nato da me; di te, Achille, simile ai numi, un figlio facevo, perché tu un giorno tenessi lontano da me l oltraggiosa sventura. Ma doma, Achille, il cuore magnanimo; non ti conviene aver petto spietato; si piegano anche gli dèi, dei quali certo maggiore è la forza e l onore e il potere. Eppure con sacrifici, con amabili suppliche, con libagioni, con fumo, li piegano gli uomini, scongiurandoli, se mai qualcuno sbaglia o devia . Omero, Iliade, libro IX, vv. 432-501, trad. di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 2005 457. Persefone: dea regina degli Inferi, moglie di Ade. 458. col bronzo acuto: con un arma appuntita di bronzo (metonimia). 461. parricida: uccisore del padre. 466. buoi zampe curve, corna ritorte: epiteti formulari riferiti ai buoi. 467. porci fiorenti di grasso: maiali grassi, pingui (epiteto formulare). 468. Efesto: dio del fuoco. 473. vestibolo: atrio, ingresso. talamo: stanza nuziale. 477. facilmente schiave: secondo un altra versione del mito, Amintore fece cacciare dal regno e accecare Fenice. Dopo lungo vagabondare, questi sarebbe giunto nel regno di Peleo, che, dopo averlo fatto guarire dal centauro Chirone, gli avrebbe affidato l educazione del figlio Achille. 480. sire: signore, re. Peleo era re di Ftia. 482. dovizie: ricchezze. 484. Dolopi: popolazione che abitava una zona montuosa della Grecia centrale. 485. numi: dèi. 493-494. non davano da me: gli dèi non mi davano prole per via della maledizione del padre. 500. libagioni: offerte sacrificali di bevande in onore degli dèi. 501. scongiurandoli: pregandoli insistentemente. 141

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Epica