L’emozione della lettura - volume C

ALLA SCOPERTA DEI TESTI 480 485 490 495 500 così gagliardo di forze, e regni su Ilio sovrano; e un giorno dirà qualcuno: molto più forte del padre! quando verrà dalla lotta. Porti egli le spoglie cruente del nemico abbattuto, goda in cuore la madre! Dopo che disse così, mise in braccio alla sposa il figlio suo; ed ella lo strinse al seno odoroso, sorridendo fra il pianto; s intenerì lo sposo a guardarla, l accarezzò con la mano, le disse parole, parlò così: «Misera, non t affliggere troppo nel cuore! nessuno contro il destino potrà gettarmi nell Ade; ma la Moira, ti dico, non c è uomo che possa evitarla, sia valoroso o vile, dal momento ch è nato. Su, torna a casa, e pensa all opere tue, telaio e fuso; e alle ancelle comanda di badare al lavoro; alla guerra penseran gli uomini tutti e io sopra tutti, quanti nacquero ad Ilio . Parlando così, Ettore illustre riprese l elmo chiomato; si mosse la sposa sua verso casa, ma voltandosi indietro, versando molte lacrime; e quando giunse alla comoda casa d Ettore massacratore, trovò dentro le molte ancelle, e ad esse tutte provocò il pianto: piangevano Ettore ancor vivo nella sua casa, non speravano più che indietro dalla battaglia sarebbe tornato, sfuggendo alle mani, al furore dei Danai. Omero, Iliade, libro VI, vv. 392-502, trad. di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 2005 480. cruente: insanguinate. 483. odoroso: profumato. 488. Moira: personificazione del Destino, al quale nessun uomo può sfuggire. Le Moire (in latino Parche) erano le custodi del destino di ogni essere umano. Esse erano rappre- sentate come tre anziane filatrici: Cloto filava, Lachesi avvolgeva il filo intorno al fuso, Atropo lo recideva quando la vita corrispondente giungeva al termine. 498. massacratore: epiteto formulare. Ettore era uno degli eroi più forti in guerra, dun- que uno di quelli che uccidevano più nemici. 499. provocò il pianto: il termine usato in greco (g on) indica il lamento funebre. 502. Danai: Greci. a TU per TU con il testo Non c è incontro più toccante di quello di Ettore con la moglie Andromaca nel libro VI dell Iliade, né separazione più netta dei ruoli tra uomo e donna come quella che traspare dalle parole dell eroe troiano, rassegnato a compiere fino all ultimo il suo dovere verso la patria. Tutti vorremmo che Ettore cedesse alla richiesta di Andromaca di non andare incontro alla morte e potesse curare gli affetti familiari, l amore, il figlioletto, la felicità domestica. Una legge non scritta, però, impone all eroe di combattere, non solo per contribuire alla salvezza della patria, e sperare quindi di poter tornare per sempre alla propria famiglia, ma anche per salvare il proprio onore davanti ai Troiani. La guerra è, infatti, un motivo di onore, ben più rilevante di ogni altro valore. Ettore insegna, così, l importanza della fede assoluta in una causa, ma anche il prezzo assurdo che essa comporta: anche in questo possiamo cogliere il senso dell eroismo che anima il mondo antico. 131

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Epica