Vecchia Toscana (F. Tozzi)

Lavoriamo sui testi

Come analizzare

Federigo Tozzi

(Siena 1883-Roma 1920)

Vecchia Toscana

  • Tratto da Bestie, 1917
  • racconto

In questa breve prosa, Federigo Tozzi evoca scorci e ricordi della campagna senese. Il brano contrappone la tormentosa miseria del presente all’epoca d’oro dell’infanzia, vissuta tra stupore per la natura e antiche tradizioni paesane.

Anch’io ho avuto due carri verniciati di rosso, che
mi destavano la mattina quando i contadini li portavano
con i bovi nel campo. Carri di concime o di  
uva, di granturco o di grano, di saggine1 o di 

5      pomodori.

Li ebbi da mio padre, ed io li vendei perché avevo
da pagare un debito.

Io non avevo mai posseduto niente, che mi fosse
durato molto. Mi ci ero tanto abituato che anche i 

10    miei sentimenti, scambiandoli per balocchi2 da pochi
centesimi, li ascoltavo sempre con malevola3 e
giusta ironia. Non era, forse, l’unico modo per non
ingannarmi più? Impazzito per aver pensato subito
che io potevo finalmente credere: effetto del mio 

15    bisogno di credere. Dopo tanto tempo, ecco che in
vece4 di altre cose innumerevoli, di ogni genere, io
ripenso ai due miei carri. E alla mia vita quale avrebbe
dovuto essere.

A me non era lecito escire dal mio paese. Ascoltare 

20    là le musiche della domenica, passeggiare con tutti
gli altri le mezze giornate intere per la strada che gira
intorno alle case, amare qualche ricca fantoccia.5

E, sopra a tutto, avere ancora i due carri
verniciati di rosso.

25    Il gallo che la mattina fa tremare il cuore di gioia;
le noci mangiate con il pane, ancora in maniche di
camicia; le cipolle strofinate sul sale tenuto nel palmo
della mano. La dolcissima aia costruita bene e
spazzata!

30    Fedeltà ed amicizia dei campi verdi!

Le prime pesche vendute, i vitelli comprati alla fiera,
il vino assaggiato dai tini, ancora caldo e torbido;
e il suo afrore! Gli acquazzoni che fanno ridere; la
terra che sporca le mani!

35    E le feste di campagna con gli organetti, briachi,6
a singhiozzare lontano tra i campi; e fanno venir voglia
di andarci anche noi, dietro; le feste che restano
per sempre nell’anima con i fuochi artificiali e i
palloni di carta che vanno a cadere quando pigliano 

40    fuoco! E la cometa che fa paura!

E il temporale livido, con la grandine bianca bianca;
con i lampi che accecano! E tutte queste case del
paese, che ci sono non si sa perché; con le strade
lontane per la maremma7 di Grosseto e verso Siena; 

45    e si sperdono, giù nelle vallate, dopo dieci o quindici
chilometri; le strade che aspettano. In vece, non
l’ho né meno8 più visto questo bernoccolo di case!
I miei carri non mi destano più; e il gallo, benché
duro, l’ho mangiato.


Federigo Tozzi, Bestie, Piero Manni, Lecce 2001

L’emozione della lettura - volume A
L’emozione della lettura - volume A
Narrativa