Il filo dell’arte - volume C

I beni culturali LE COLLEZIONI DI FIRENZE I musei fiorentini sono famosi in tutto il mondo e racchiudono un patrimonio immenso. Le raccolte sono in gran parte il frutto del collezionismo dei Medici, che governarono Firenze tra il XV e il XVIII secolo. UN PATRIMONIO DESTINATO ALLA CITT Al momento dell estinzione della dinastia dei Medici, le collezioni corsero il rischio di venire disperse e portate altrove, ma l ultima rappresentante della casata, Anna Maria Luisa, trovò il modo di destinarle a Firenze con un innovativo testamento chiamato Patto di Famiglia . Questo è il primo documento che conserva e protegge il patrimonio culturale e artistico di una città, riconosciuto come elemento centrale dell identità stessa del luogo. L atto, firmato il 31 ottobre 1737, venne concordato tra Anna Maria Luisa e il nuovo granduca di Toscana, Francesco di Lorena, e definiva con esattezza le condizioni del passaggio dei beni da una famiglia all altra, esprimendo al tempo stesso la volontà dell ultima rappresentante di casa Medici di rendere inamovibile l insieme delle raccolte d arte e delle biblioteche di famiglia. In sostanza, i Lorena potevano disporre dei beni medicei senza spostarli dalla loro sede: infatti il patrimonio veniva ceduto ai nuovi regnanti a condizione che nulla venisse... trasportato e levato fuori dalla Capitale e dallo Stato del Gran Ducato, per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri . Con queste parole, Anna Maria Luisa prescrisse il vincolo perpetuo delle immense raccolte familiari alla città di Firenze, anticipando successivi atti legislativi emanati tra la fine del Settecento e i primi dell Ottocento da altri Stati italiani (per esempio dallo Stato pontificio) ispirati a una visione illuministica dell interesse pubblico. Jan Frans van Douven, Ritratto di Anna Maria Luisa de Medici con copricapo, 1710, tela. Firenze, Museo degli Argenti. LA GALLERIA DEGLI UFFIZI La Galleria degli Uffizi è ospitata all ultimo piano dell edificio che il Granduca Francesco I de Medici commissionò nel 1560 a Giorgio Vasari per accogliere, accanto a Palazzo della Signoria, gli Uffici dei Magistrati (da cui il nome rimasto al museo). L edificio forma un loggiato che passa sul fiume Arno e crea un enorme e suggestivo cortile. L ultimo piano era in origine un loggiato aperto, dove il granduca sistemò parte della sua collezione per passeggiare, con pitture, statue e altre cose di pregio . Serviva, inoltre, per arrivare dalla reggia di Palazzo Pitti fino al Palazzo della Signoria senza scendere in strada. L edificio si allunga, infatti, in un corridoio che, superato il Ponte Vecchio, passa davanti alla chiesa di Santa Felicita, con un apertura che consentiva ai granduchi di assistere alla messa in maniera riservata. Tutto il percorso è oggi museo: la parte sul Ponte Vecchio è chiamata Corridoio Vasariano e ospita la collezione di autoritratti. Verso il 1584 nella Galleria venne costruita la cosiddetta Tribuna, una saletta ottagonale commissionata all architetto di corte Bernardo Buontalenti per custodire i pezzi più preziosi della collezione medicea. Questo piccolo ambiente che conobbe subito una fama mondiale, diventando un modello per ogni collezionista dell epoca riesce ancora oggi a sorprendere il visitatore. 56

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