La nascita e la diffusione del cristianesimo

5.3 LE NUOVE RELIGIONI DELL’IMPERO

La nascita e la diffusione del cristianesimo

Le prime comunità cristiane furono fondate in Palestina, ma la diffusione del messaggio di Gesù fu molto rapida, raggiungendo in poco tempo tutte le regioni dell’impero attraverso la predicazione dei suoi seguaci e la nascita di comunità strutturate di credenti.

La figura di Gesù

Le origini di Gesù sono legate a due modesti villaggi della Palestina: egli nacque a Betlemme, in Giudea, intorno al 7-6 a.C. e visse tutta la sua giovinezza a Nazareth di Galilea (da cui il nome con cui è storicamente identificato: Gesù di Nazareth).
Gesù nacque dunque all’epoca del principato di Augusto e morì verso la fine del principato di Tiberio. La discrepanza tra la data convenzionale per il conteggio degli anni nel mondo occidentale e la nascita di Gesù (che sarebbe in realtà nato qualche anno “avanti Cristo”) deriva da un errore del monaco medievale Dionigi il Piccolo, autore del calcolo sul quale si fonda il sistema di datazione tuttora in uso in Occidente.
Verso il trentesimo anno di età Gesù iniziò a predicare il suo messaggio, prima in Galilea, poi a Gerusalemme. Figlio della cultura religiosa ebraica, nella quale era cresciuto e della quale faceva parte, Gesù ne propose però un profondo rinnovamento. Predicando che la via per la salvezza dell’anima non risiedeva nei riti e nelle manifestazioni esteriori del culto – che la religione ebraica prescriveva di osservare scrupolosamente – bensì nei gesti pratici e nelle azioni quotidiane, egli accentuò il carattere morale del messaggio religioso, fondandolo sull’amore verso Dio e verso il prossimo, anche verso il nemico.
Gesù annunciava inoltre l’avvento del regno di Dio, condannando la superbia dei potenti e invitando ciascuno al pentimento per i propri peccati. Per questo motivo (e per i miracoli che secondo i suoi seguaci avrebbe compiuto, come le guarigioni dei malati e la resurrezione di defunti) egli venne identificato con il Messia, cioè l’“inviato di Dio” che secondo la Bibbia doveva liberare gli Ebrei dalla condizione di schiavitù. Il termine Messia fu tradotto in greco con la parola Christós (cioè l’“unto”, il “consacrato dal Signore”), da cui l’appellativo Cristo associato a Gesù.
Il messaggio religioso di Gesù, che si discostava dalla tradizione e si rivolgeva agli ultimi e ai poveri, provocò timori di rivolta sociale e non piacque a una parte delle autorità giudaiche, che videro in Gesù una minaccia all’ordine costituito. In questo clima, il Sinedrio, il supremo consiglio d’Israele (una sorta di senato ebraico), lo fece arrestare e processare per il reato di bestemmia, poiché si era dichiarato “Figlio di Dio”. Egli fu quindi condotto dinanzi al tribunale romano – l’unico che potesse eseguire una condanna a morte – con l’accusa di essersi proclamato “re dei Giudei”, affermazione che offendeva l’autorità dell’imperatore, sotto la cui giurisdizione rientrava la Giudea. Il procuratore Ponzio Pilato, pur non avendo riscontrato alcuna violazione delle leggi romane, cedette alle pressioni esercitate dal Sinedrio e condannò Gesù. Dopo essere stato brutalmente frustato e umiliato, Gesù fu sottoposto alla pena della crocifissione, il supplizio inflitto dai Romani ai criminali peggiori, che prevedeva una lunga agonia e la morte per asfissia.
Tre giorni dopo la sepoltura, tuttavia, i suoi discepoli affermarono di averlo visto risorto; da quel momento iniziarono la loro predicazione, che si sarebbe diffusa al di fuori della Palestina.

L’organizzazione dei primi cristiani

L’annuncio della resurrezione di Gesù – la “buona novella” – e il suo messaggio morale vennero diffusi dagli apostoli (dal greco apóstolos, “inviato”) dapprima tra gli Ebrei di Gerusalemme, poi nelle comunità ebraiche sparse nel mondo, infine presso gli altri popoli. La forza del primo cristianesimo fu la sua organizzazione in comunità di credenti che, insieme, costituivano la Chiesa ( FOCUS). Le comunità erano guidate dai presbìteri (dal greco presbýteros, che significa “più anziano” e da cui deriva l’italiano “prete”), che presiedevano alla cerimonia cristiana principale, la Cena del Signore o Eucaristia (cioè “ringraziamento”). Già alla fine del I secolo d.C. ogni comunità aveva inoltre a capo un vescovo (epíscopo, “sorvegliante”), responsabile della predicazione (evangelizzazione) e della celebrazione dei sacramenti (tra cui il battesimo e l’eucaristia, o “comunione”). Il vescovo era coadiuvato dai diàconi (“servitori”), che si occupavano di prestare soccorso ai poveri, alle vedove, agli orfani e che amministravano i patrimoni delle comunità, derivati dalla comunione dei beni.

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FOCUS • LE PAROLE NEL TEMPO
CHIESA

Il termine deriva dal greco ecclesía, “assemblea”, e indica, oltre che l’edificio in cui si svolgono le cerimonie religiose, l’insieme dei fedeli cristiani.
In seguito alle divisioni (scismi) verificatesi all’interno della comunità cristiana durante il Medioevo e l’età moderna, oggi esistono varie Chiese cristiane: le principali sono la Chiesa cattolica, che riconosce la suprema autorità del papa di Roma e conta nel mondo oltre un miliardo di fedeli; la Chiesa ortodossa, diffusa nell’Europa sudorientale e in Russia; la Chiesa protestante, nata dalla Riforma del XVI secolo e radicata nell’Europa centrale e settentrionale, nell’America del Nord e in Oceania.

Lutero, iniziatore della Riforma protestante.

Le prime persecuzioni

I Romani si erano da sempre dimostrati aperti nei confronti dei culti stranieri. Nel cristianesimo, tuttavia, le autorità videro una minaccia per l’ordine costituito. I fedeli cristiani, infatti, si rifiutavano di venerare la figura divinizzata dell’imperatore; diffondevano inoltre princìpi di uguaglianza che potevano essere interpretati come una critica all’ordine sociale. La riservatezza dei loro culti e il successo che la nuova religione incontrava presso gli strati più bassi della popolazione accrescevano questi timori. Il sospetto nei confronti dei cristiani si tradusse prima nella tendenza a individuarli come responsabili di eventi drammatici (come le carestie o le catastrofi naturali), poi in vere e proprie persecuzioni. Le prime avvennero, come abbiamo visto, nel 64 d.C., a opera di Nerone. L’imperatore, non riuscendo ad allontanare da sé i sospetti per l’incendio che aveva colpito Roma, incolpò i cristiani, giustiziandoli tra terribili supplizi (molti dei condannati furono gettati in pasto alle belve durante i giochi circensi negli anfiteatri). Tra i primi “martiri” cristiani vi furono anche alcuni apostoli di Gesù.

Il cristianesimo nel II e III secolo

La crisi politica ed economica dell’impero, aggravatasi nel III secolo d.C., contribuì al radicamento della nuova religione soprattutto tra i ceti meno abbienti e gli schiavi. Ma anche le classi più elevate e più acculturate, che in un primo momento l’avevano disprezzato, cominciarono a mostrare maggiore attenzione per il nuovo culto. All’adesione delle classi colte al cristianesimo contribuì l’opera dei primi Padri della Chiesa (tra i quali Clemente Alessandrino e Policarpo), intellettuali autori di scritti “apologetici” in difesa delle verità della religione cristiana.
Nelle province, la conversione al cristianesimo fu frequente tra le classi escluse dalle cariche pubbliche (riservate ai senatori e ai cavalieri) e oppresse dai pesanti tributi imposti dall’amministrazione imperiale; l’adesione al cristianesimo assumeva per loro un valore di riscatto dalle ingiustizie. In questa situazione, il messaggio potenzialmente rivoluzionario del cristianesimo minacciava le già instabili fondamenta delle istituzioni romane. Di conseguenza le persecuzioni si intensificarono e divennero più cruente ( LABORATORIO DELLE FONTI), con l’uccisione dei fedeli, la distruzione dei luoghi di culto e dei libri sacri e la confisca dei beni (che non solo mettevano in crisi le comunità, ma fornivano anche risorse utili a tamponare i dissesti finanziari dello Stato). Tuttavia, la diffusione del cristianesimo, che aveva raggiunto ormai livelli notevoli, non si arrestò. Le persecuzioni, in una certa misura, ottennero addirittura esiti opposti a quelli sperati, rinsaldando le comunità di fedeli e ampliando progressivamente il numero dei convertiti.

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Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

La determinazione dei martiri cristiani

In questo resoconto dell’interrogatorio del martire e Padre della Chiesa Policarpo, vescovo di Smirne (Asia minore) nella seconda metà del II secolo d.C., emerge la crudeltà delle persecuzioni romane.

Il proconsole, come gli fu condotto innanzi, lo interrogò, e tentava di persuaderlo a rinnegare [...]: «Giura per la fortuna di Cesare, ravvediti […]». Ma Policarpo, dopo aver girato lo sguardo su tutta la turba degli ingiusti pagani1, che erano nello stadio, gemendo e alzando gli occhi al cielo, disse: «Distruggi gli atei». E incalzando poi il proconsole e dicendo: «Giura e ti libero, bestemmia Cristo», rispose Policarpo: «Da ottantasei anni lo servo e in nulla mi ha fatto ingiuria; e come posso bestemmiare il mio re, che mi ha salvato?». […] Ma il proconsole disse: «Ho le belve, ti getterò a queste, se non ti ravvedi». Ed egli rispose: «Chiamale pure». Di nuovo colui: «Se disprezzi le fiere2, dal fuoco ti farò consumare, se tu non ti penti». E Policarpo disse: «Minacci il fuoco che arde per un’ora e poco dopo si spegne, perché ignori il fuoco del giudizio futuro e della pena eterna riservato agli empi. Ma che aspetti? Mettimi innanzi ciò che vuoi». Il proconsole rimase stupito e mandò il suo banditore in mezzo allo stadio a gridare per tre volte: «Policarpo ha confessato di essere cristiano». Appena ciò fu annunziato dal banditore, tutta la moltitudine dei pagani e dei giudei che abitavano a Smirne con rabbia furiosa e a gran voce si misero a gridare unanimemente che Policarpo venisse arso vivo.” 


Martyrium Polycarpi, in I primi cristiani, a cura di D. Devoti, G. Filoramo, Sei, Torino 1973. 



1 Pagani erano chiamati i seguaci delle religioni greche e latine, in contrapposizione ai convertiti al cristianesimo. Il termine deriva dal latino pagus (“villaggio”), perché le popolazioni rurali rimasero più a lungo estranee alla diffusione della nuova religione. 

2 Gli animali feroci.


  • Con quali argomentazioni Policarpo rifiuta di sottostare alle richieste del proconsole?
  • Perché il proconsole invita Policarpo a bestemmiare Cristo?
  • Come si comporta il popolo che assiste al processo sommario nei confronti di Policarpo?

Dalla clandestinità all’ufficialità

Grazie al loro forte senso di appartenenza comunitaria i cristiani riuscirono a sopravvivere alle persecuzioni. Se nei primi tempi le cerimonie rituali si svolgevano in case private e le sepolture dei defunti erano situate nelle catacombe ( LABORATORIO DELLE FONTI, pp. 50-51), con la progressiva cristianizzazione dell’impero si utilizzarono gli antichi templi, adattati e riconsacrati per il culto cristiano.
Agli inizi del IV secolo d.C. il cristianesimo era ormai praticato in vasti strati della popolazione e nella classe dirigente dell’impero, tanto che nel 313 d.C., come vedremo, fu ammessa la libera professione di tutte le religioni diffuse nell’impero, compresa quella cristiana.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali erano le novità del messaggio di Gesù rispetto alla religione ebraica?
  • Quali classi sociali erano attratte dal messaggio di Gesù? Perché?
  • Per quali motivi le autorità imperiali organizzarono le persecuzioni delle comunità cristiane?

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
Il nuovo Storia&Geo - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille