La fine dell’espansionismo e i regni indipendenti

8.1 GLI ARABI E LA CIVILTÀ ISLAMICA

La fine dell’espansionismo e i regni indipendenti

Dopo circa un secolo, la spinta propulsiva che aveva determinato l’impetuosa espansione dell’impero islamico subì un rallentamento. I contrasti politici e religiosi che portarono all’ascesa degli Abbasidi indebolirono l’unità islamica e condussero infine alla frammentazione politica dell’impero.
L’estensione dei domini islamici non si arrestò del tutto nemmeno nel IX e nel X secolo; il fenomeno più rilevante di questo periodo fu però l’affermazione e il consolidamento, in molte zone periferiche, di califfati indipendenti, la cui nascita era il sintomo di un cambiamento di mentalità delle classi dominanti arabe, che preferirono concentrarsi sul governo dei territori di recente conquista piuttosto che impegnarsi in nuove campagne di espansione. La vastità dei domini musulmani – estesi dalla Spagna all’India – rendeva quasi impossibile il mantenimento dell’unità politica e statale. Inoltre, la pressione di nuove popolazioni ai confini creò ulteriori difficoltà al califfato abbaside e ne favorì infine il declino.

Le prime sconfitte in Oriente

Sotto il califfato degli Omayyadi, tra la metà del VII e la metà dell’VIII secolo, gli Arabi avevano conquistato gran parte dei territori prevalentemente stepposi un tempo appartenenti all’impero persiano. I guerrieri musulmani si erano spinti fino alla valle del fiume Indo, conquistando i principali centri urbani posti lungo la direttrice della loro avanzata, tra cui Herat e Samarcanda.
L’espansione oltre l’Indo era stata però fermata da una coalizione di regni indiani, i cui eserciti sconfissero le forze di invasione arabe nella battaglia di Rajasthan nel 738. L’avanzata nella regione della Transoxiana (tra gli attuali Kazakistan e Uzbekistan) fu invece fermata dall’impero cinese della dinastia Tang, nella battaglia svoltasi presso il fiume Talas (751). Lo scontro determinò uno stallo nell’espansione di entrambe le potenze, ma fu importante per gli Arabi da un punto di vista economico, in quanto aprì ai mercanti il transito in una regione strategica per il controllo della via della seta e dei commerci con l’Estremo Oriente. Tra i soldati cinesi catturati dagli Arabi vi erano tra l’altro molti artigiani esperti nella lavorazione della seta e nella produzione della carta; sfruttando le loro conoscenze, gli Arabi impiantarono in patria le prime manifatture di questi prodotti, che avrebbero assicurato enormi guadagni nei commerci con il mondo mediterraneo.

In Sicilia e contro i Bizantini

Pur non essendo riu­sciti ad annientare completamente l’impero bizantino, gli Arabi estesero i loro domini nel Mediterraneo meridionale, occupando altri territori un tempo controllati da Costantinopoli. Nell’826 conquistarono Creta; nell’827 iniziarono la penetrazione in Sicilia, impossessandosi dapprima della città di Enna (nell’859), poi di Siracusa (nell’878), e completando la conquista dell’isola con la presa di Taormina, nel 902. Nello stesso periodo le navi arabe compivano incursioni e razzie sulle coste dell’Italia meridionale, colpendo le ultime roccaforti bizantine.
L’impero romano d’Oriente perse la supremazia navale nel Mediterraneo, e con essa la possibilità di estendere nuovamente la propria influenza politica sull’Italia.
Anche questo slancio, comunque, non era destinato a durare. Gli Arabi cercarono infatti di attaccare l’impero bizantino sulla terraferma, lungo i confini mesopotamici e siriani, ma Costantinopoli seppe resistere grazie a una rinnovata compattezza politica.

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Laboratorio DELLE FONTI I TESTI

Le guerre di frontiera

Il brano che segue, tratto da un’opera di uno scrittore musulmano vissuto tra il IX e il X secolo, descrive uno scontro di frontiera tra Arabi e Bizantini (chiamati nel testo Rum, cioè “Romani”), avvenuto intorno all’850.

In quell’anno i Rum fecero una spedizione contro Samosata1: uccisero e presero prigioniere circa cinquecento persone e la popolazione di Lùlua2 impedì per trenta giorni al comandante dei Rum di entrare nella fortezza. Allora il re dei Rum mandò loro un ambasciatore il quale promise a ciascuno mille dinari3 se gli consegnavano Lùlua. Lo lasciarono entrare, ottennero da lui la cancellazione delle tasse arretrate e molte altre concessioni, e poi consegnarono la città. Nasr ibn al-Azhar lo sciita, inviato da al-Muttawakkil4 al re dei Rum per il riscatto dei prigionieri, racconta: «Quando giunsi a Costantinopoli, mi presentai al re Michele. […] Avevo con me i regali: un migliaio di vescichette di muschio5, vestiti di seta, zafferano in quantità e altre cose preziose. I regali furono portati dentro e io entrai […] e gli posi davanti i regali. […] Intanto la popolazione di Lùlua manifestò a Michele il desiderio di farsi cristiana, dichiarando di essere dalla sua parte, e gli mandarono degli ostaggi presi fra i loro musulmani. Il re per quattro mesi non si occupò più di me, ma quando ricevette una lettera che lo informava che la gente di Lùlua gli era di nuovo nemica e aveva preso prigionieri i suoi inviati, e che gli Arabi avevano di nuovo occupato la fortezza, ricominciarono le trattative con me. Fu stabilito un accordo: tutti i prigionieri in mano loro dovevano essere consegnati a me in cambio dei prigionieri che erano nelle mie mani. […] I musulmani tornati nelle nostre mani erano più di duemila, compresi un certo numero di convertiti al cristianesimo. […] Restarono nel Paese dei Rum solo sette musulmani: cinque venivano dalla Sicilia, e pagai io il loro riscatto a condizione che fossero rimandati in Sicilia».” 


al-Tabari, Libro delle notizie dei Profeti e dei Re,
trad. di S. Noja, in Vita di Maometto, BUR, Milano 2002.



1 Città della Mesopotamia settentrionale.
2 Città della Cilicia, una regione che allora si trovava ai confini tra i domini bizantini e quelli arabi.
3 Monete d’oro.
4 Il califfo abbaside.
5 Un profumo prezioso.


  • Come ottiene il re dei Bizantini la conquista della città di Lulua?
  • Quali prodotti vengono offerti dal califfo abbaside al re Michele per ottenere la liberazione dei prigionieri?

I regni islamici indipendenti

Nel frattempo, alcune regioni alla periferia dell’impero islamico, molte delle quali avevano cominciato a manifestare spinte autonomiste già nel corso dell’VIII secolo, si resero definitivamente indipendenti dal califfato abbaside, in alcuni casi proclamandosi a loro volta califfati, in aperta sfida all’autorità centrale. Il regno omayyade della Spagna si rese autonomo agli inizi del IX secolo, e grazie al suo notevole sviluppo economico e culturale divenne uno degli Stati più potenti del Mediterraneo occidentale. La sua capitale, Cordova, divenne in quel periodo una delle più prospere città europee. Nel 992 l’emiro (cioè il sovrano) di Cordova, Abd-ar-Rahman III, si proclamò califfo, trasformando il suo regno in un califfato autonomo da quello di Baghdad.
Anche in Persia, a partire dal IX secolo, si affermarono regni islamici indipendenti che estesero i propri confini verso l’Asia centrale. Tra questi, il più vasto e importante fu l’impero samanide, governato dall’omonima dinastia di origine persiana, che aveva per capitale la città di Bukhara.
Il processo di frammentazione coinvolse infine anche l’Africa settentrionale. Nel corso del IX secolo l’Egitto si allontanò progressivamente dal califfato abbaside, con i governatori militari della regione che incitarono periodiche rivolte contro il potere centrale. In Marocco sorse il regno idrisita (789), mentre nell’odierna Tunisia si formò il califfato fatimide (909). I membri della dinastia fatimide, sciiti, si proclamavano discendenti diretti di Fatima, figlia di Maometto. Nel 969 i Fatimidi conquistarono l’Egitto, per poi attaccare la Siria con l’intento di abbattere il califfato sunnita degli Abbasidi. Gli scontri tra i regni islamici non fecero che agevolare la riconquista bizantina di svariati territori del Vicino Oriente, tra cui la stessa Siria.

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L’ascesa dei Turchi

La frammentazione dell’impero islamico indebolì anche la sua forza militare, esponendolo alla minaccia delle potenze confinanti. Tra queste vi erano i Turchi, una popolazione nomade originaria dall’Asia centrale. Nei secoli precedenti, in ondate successive, essi si erano insediati nell’altopiano Iranico, attratti dalla ricchezza delle terre occupate dai Persiani e poi dagli Arabi. Si era trattata inizialmente di una penetrazione pacifica, per alcuni versi analoga alla prima fase di quella che aveva visto come protagonisti i Germani ai margini dell’impero romano.
A partire dall’VIII secolo i sovrani abbasidi arruolarono guerrieri turchi come guardie personali, e nei secoli successivi sia i califfi abbasidi, sia i sovrani dell’impero samanide ricorsero ai mercenari turchi per rafforzare i propri eserciti. In molti casi si trattava di prigionieri di guerra, catturati nelle battaglie di confine, fatti schiavi e addestrati per combattere nelle truppe imperiali. Gli Arabi li chiamavano genericamente mamluk, “schiavi bianchi”, parola da cui è derivato il termine “mamelucco” con cui nei secoli successivi sarebbero stati definiti in Italia i guerrieri turchi.
Grazie a questo progressivo avvicinamento, i Turchi si integrarono con la popolazione musulmana, assorbendone la cultura e convertendosi all’islam. A mano a mano che la disgregazione dei regni islamici procedeva, i Turchi acquisirono un peso sempre maggiore nella regione, finché alla fine del X secolo cominciarono a imporsi sotto la guida di abili condottieri militari, dando vita a varie entità politiche. Tra queste, l’impero ghaznavide, fondato dal mercenario turco Sabuktigin, causò il crollo dell’impero samanide al volgere del millennio.
L’affermazione dei Turchi fu più la conseguenza che la causa del declino dei regni fondati in seguito alla grande espansione islamica nel Vicino Oriente.
Le ragioni di tale declino erano più profonde e avevano a che fare con la debolezza politica ed economica causata dalla frammentazione dell’impero. 

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali territori europei vennero conquistati dagli Arabi nel IX e nel X secolo?
  • Quali regni indipendenti nacquero dalla frammentazione del califfato abbaside?
  • Quale potenza si affermò ai confini orientali dell’impero islamico verso la fine del millennio?

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille