Beduini e mercanti
L’ambiente dell’Arabia era caratterizzato in prevalenza da oasi e steppe e risultava adatto soprattutto alla pastorizia nomade, praticata dagli abitanti del deserto, i beduini (dal vocabolo badawi, che in lingua araba significa “uomo del deserto”). I beduini vivevano in tende di pelle ovina, facili da smontare, e compivano lunghi spostamenti alla continua ricerca di pascoli per le greggi di pecore e capre. Per attraversare il deserto utilizzavano i dromedari, che potevano coprire lunghe distanze senza abbeverarsi.
Molto diverso era invece l’ambiente della costa sudoccidentale della penisola, che presentava un clima umido e terre fertili, adatte allo sviluppo dell’agricoltura. Qui le popolazioni divennero presto sedentarie e fondarono villaggi agricoli destinati a trasformarsi in importanti centri urbani in cui fiorirono le attività artigianali e commerciali. Le città del Sud, in particolare, controllavano le comunicazioni marittime tra il mar Rosso e il mar Arabico e le piste carovaniere che conducevano verso l’interno della penisola, attraverso le quali transitavano spezie, pietre preziose, profumi, legni pregiati, seta e oggetti di porcellana in arrivo dall’Oriente. In cambio di questi prodotti, i mercanti arabi esportavano datteri e tessuti. Essi avevano stabilito intensi contatti commerciali anche con le coste del Mediterraneo e dell’Europa settentrionale, da cui provenivano olio, vino, metalli, legname, pelli, sale e ambra. Dall’Africa, infine, venivano importati schiavi, oro, avorio e coralli.