7 DEMOGRAFIA E POPOLAZIONE MONDIALE

 DOSSIER CIVILTÀ

Il dramma dei rifugiati

La maggior parte degli immigrati internazionali ha lasciato volontariamente il luogo d’origine per cercare lavoro e migliori condizioni di vita in un altro Paese; ma c’è anche chi è costretto ad abbandonare la propria patria per sfuggire a guerre, violenze o persecuzioni. Si tratta dei rifugiati, la cui particolare condizione è riconosciuta ufficialmente da un trattato internazionale, la Convenzione di Ginevra del 1951, secondo la quale “un rifugiato è una persona che, per il fondato timore di poter essere perseguitato a causa della propria razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale, o opinione politica, si trova al di fuori del proprio Paese d’origine e non può, oppure, a causa di tale timore, non vuole rientrarvi”. La Convenzione stabilisce che ogni Paese firmatario (attualmente sono 147) ha il dovere di concedere a una persona cui è stato riconosciuto ufficialmente lo status di rifugiato e che si trova sul suo territorio, il diritto di asilo, cioè il permesso di soggiorno per motivi umanitari, in modo che non sia costretto a tornare nel Paese dove teme per la propria vita o per i propri diritti civili.

Si stima che siano oltre 15 milioni i rifugiati nel mondo, a cui si aggiungono quasi 30 milioni di cosiddetti “sfollati interni”, cioè individui che non hanno lasciato il proprio Paese, ma sono stati comunque costretti ad abbandonare la propria casa e a trasferirsi a causa di conflitti, carestie o catastrofi naturali. La maggior parte dei rifugiati proviene da Paesi coinvolti da tempo in guerre e conflitti armati, come l’Afghanistan, dal quale negli ultimi anni sono fuggiti quasi 3 milioni di persone che hanno ottenuto asilo soprattutto nei vicini Iran e Pakistan, ma anche in alcuni Paesi europei. Più recentemente, oltre 2 milioni di siriani sono fuggiti da una sanguinosa guerra civile trovando riparo in Giordania e Turchia. Il fenomeno dei rifugiati è molto presente anche in Africa, dove per esempio sono centinaia di migliaia i somali che hanno lasciato il proprio Paese, da oltre vent’anni vessato da una situazione di gravissima instabilità sociale e politica, per trasferirsi nelle città principali del vicino Kenya, come la capitale Nairobi, dove spesso risiedono in campi profughi che negli anni si sono trasformati in vere e proprie bidonvilles.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (United Nations High Com­mis­sioner for Refugees, o Unhrc) è un’agenzia dell’Onu fondata nel 1950, incaricata di fornire assistenza ai rifugiati di tutto il mondo e di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei rifugiati e degli sfollati interni. Per promuovere la sensibilizzazione, l’Unhrc nomina speciali “ambasciatori” scelti tra i personaggi di spicco della politica, della cultura o dello spettacolo, che hanno il compito di portare il problema dei rifugiati all’attenzione della stampa e dei mezzi di comunicazione, oltre che di rappresentarli presso governi e organizzazioni internazionali. Sono attualmente ambasciatori dell’Unhrc, tra gli altri, l’attrice statunitense Angelina Jolie, lo stilista italiano Giorgio Armani e lo scrittore statunitense di origini afghane Khaled Hosseini, autore de Il cacciatore di aquiloni.

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille