L’organizzazione sociale e il ruolo della religione

2.3 L’EGITTO DEI FARAONI

L’organizzazione sociale e il ruolo della religione

La struttura sociale del regno egizio era in gran parte simile a quella delle città-Stato mesopotamiche. Al vertice dello Stato vi era un sovrano assoluto, il faraone, affiancato dalla classe sacerdotale (di cui facevano parte scribi e funzionari), che amministrava l’economia statale e occupava i ruoli più importanti nella società.
L’amministrazione statale remunerava, con i cereali conservati nei magazzini, il lavoro svolto dai gruppi sociali gerarchicamente subordinati: i guerrieri, gli artigiani, i mercanti e i contadini, che costituivano la classe sociale più numerosa e garantivano il sostentamento di tutta la popolazione con il lavoro nei campi.
All’ultimo posto della scala sociale si trovavano gli schiavi, per lo più prigionieri di guerra, che non godevano di alcun diritto ed erano impiegati dai loro padroni per i lavori più umili.

Il potere dei faraoni e dei sacerdoti 

Il potere centrale del faraone derivava dal suo essere depositario delle conoscenze idrauliche necessarie a garantire la prosperità al popolo egizio. Per questo motivo, era considerato una vera e propria divinità in terra. Il suo potere era assoluto, e a lui spettava il controllo di tutte le risorse del regno, a partire dalle terre, che erano totalmente di sua proprietà.
Il faraone governava lo Stato e curava la gestione delle attività economiche attraverso i funzionari della classe sacerdotale. Oltre a celebrare i culti delle diverse divinità locali, infatti, essi amministravano le terre e registravano le entrate e le uscite delle merci custodite nei magazzini. I membri di questo gruppo sociale, tramandando esclusivamente all’interno della loro cerchia le conoscenze necessarie a svolgere i compiti amministrativi, si garantivano di fatto il mantenimento dei propri privilegi all’ombra del potere assoluto del faraone.
Quando il potere dello Stato era stabile, poiché una buona gestione dei lavori idraulici assicurava benessere a tutta la popolazione, essi davano il proprio consenso ai sovrani; quando invece le carestie o altri eventi negativi indebolivano l’autorità del faraone, essi rivendicavano l’autonomia dal potere centrale e minacciavano di rompere l’unità politica del regno creando piccoli Stati indipendenti. Questi contrasti favorirono lo scoppio di numerose guerre civili, che portarono all’alternanza di molte dinastie di faraoni.

I ritmi della società regolati dal fiume 

Poiché la ricchezza della società egizia si fondava sulla disponibilità di cereali, il massimo impegno dell’amministrazione statale era rivolto a controllare la produzione agricola.
I lavori agricoli scandivano i ritmi di tutte le altre attività produttive; a loro volta, i tempi del lavoro nei campi dipendevano dalle piene del fiume. Subito dopo la fine delle inondazioni, gli agrimensori ristabilivano i confini dei terreni per permettere ai contadini di seminare; aveva così inizio la stagione agricola. Durante la stagione estiva, invece, quando il fiume inondava i territori adiacenti alle rive e non era possibile lavorare i campi, le masse dei contadini erano impiegate nella costruzione dei grandi monumenti funebri dei faraoni – le piramidi – o nella manutenzione delle opere idrauliche. Il loro salario, in questi periodi, era garantito dai cereali accumulati nei magazzini statali.

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La religione degli Egizi 

Il potere dei faraoni era rafforzato dai culti religiosi praticati dalla popolazione. In Egitto esisteva infatti un forte nesso tra la religione e l’organizzazione gerarchica della società. Al ruolo centrale del faraone era legata la venerazione popolare, diffusa in tutto il regno, per la principale divinità egizia, Ra, il dio Sole, di cui il sovrano era considerato il figlio. Scendendo nella scala gerarchica, al potere amministrativo dei governatori locali, che rappresentavano il faraone nelle diverse parti del regno, corrispondevano i culti di numerose divinità minori, venerate solo localmente in templi a essi dedicati.
Una caratteristica comune alla maggior parte delle divinità egizie era l’aspetto zoomorfo: venivano cioè raffigurate con sembianze animali. Per esempio, Ra venne in un secondo momento identificato con Horus, il dio dall’aspetto di falco; Amon era il dio ariete; Api il toro divino; Anubi il dio sciacallo; Thot il dio dalla testa di ibis (un uccello che vive lungo le rive del Nilo).
Probabilmente queste forme di rappresentazione erano connesse all’importanza che alcuni animali rivestivano nella vita quotidiana degli Egizi: per esempio il culto di Sobek, il dio coccodrillo, era legato al fatto che la comparsa di questo predatore presso le sponde del Nilo costituiva per i contadini un avvertimento dell’avvicinarsi della piena; allo stesso modo la dea Bastet, protettrice della casa, aveva sembianze di gatta perché i felini domestici cacciavano i roditori e preservavano i preziosi cereali custoditi nei magazzini.

Il Nilo e il mito di Iside e Osiride 

Il legame delle divinità egizie con i cicli della natura è messo bene in evidenza nell’antico mito di Iside e Osiride, rispettivamente madre e padre di Horus: Iside era la protettrice della famiglia e della fertilità, mentre Osiride, dio delle messi, in seguito al suo ritorno in vita, sarebbe diventato il dio del regno dei morti.
Secondo la tradizione, Osiride era stato rapito e gettato nel Nilo dal fratello Seth, dio del male, invidioso del suo potere. Ritrovato dalla sua sposa, era stato catturato di nuovo da Seth, fatto a pezzi e disperso per tutto l’Egitto. Iside aveva allora ricomposto il suo corpo, permettendo a Osiride di ritornare in vita come sovrano del regno dei morti. Il mito può essere ricollegato alla ciclicità della natura, che ogni anno, grazie al fertile limo depositato dalle acque del Nilo, dava luogo alla rinascita della vegetazione presente lungo le sponde del fiume.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Quali erano i poteri del faraone? 
  • Quale ruolo svolgevano i sacerdoti? Quando e in che modo potevano minacciare il potere centrale del faraone?
  • Quali erano le principali divinità egizie? 

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